Locarnese

Tragedia sfiorata: 'L'elicottero non avrebbe volato a lungo'

Scontro con un drone sopra la Verzasca, il parere di un istruttore pilota: 'Scelta giusta quella di rientrare subito'. Il multicottero era in zona proibita

25 maggio 2018
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È la prima volta che succede in Ticino e le conseguenze, fortunatamente, non sono state gravi. Ma è stata solo questione di fortuna. Lo sostiene un pilota istruttore della Swiss Helicopter Group di Gordola, da noi interpellato, al quale abbiamo chiesto di commentare quanto successo stamane al suo collega in volo con un allievo a bordo di un elicottero scuola, modello Cabrì G2, in bassa Valle Verzasca. 

A circa mille metri di quota, nello spazio di cielo sopra la diga della Verzasca, il piccolo elicottero è stato urtato da un drone civile. Erano circa le 10 e nessuno dei due occupanti a bordo ha scorto il mezzo teleguidato avvicinarsi pericolosamente alla loro traiettoria. «Il pilota ai comandi ha avvertito un colpo. Inizialmente ha pensato all’impatto di un uccello contro le pale del velivolo; cosa che può succedere. Per sincerarsi ha comunque subito fatto rientro alla base di Locarno, da dove era decollato. Una scelta più che saggia, dal momento che in quelle condizioni l’elicottero non avrebbe potuto proseguire a lungo il suo volo. Una volta atterrato, senza conseguenze, abbiamo dato un’occhiata al rotore principale. E a quel punto abbiamo constatato il grave danno al profilo della pala». Una botta che sicuramente nessun pennuto avrebbe potuto provocare. «Abbiamo subito pensato a un drone». Da Gordola è così partita una segnalazione alla Polizia.

Pochi minuti dopo il pilota del drone è stato rintracciato, nelle vicinanze della diga della Verzasca. Si tratta di un cittadino svizzero 42enne domiciliato nel Canton Lucerna, che verrà denunciato all’Ufac. Nel frattempo il Servizio d’inchiesta sugli incidenti aviatori ha avviato la sua indagine. Ingente il danno riportato dal Cabrì G2 al rotore.

Un caso quasi analogo a Zurigo

A fine settembre, come qualcuno forse ricorderà, un piccolo velivolo radiocomandato era sfrecciato pericolosamente vicino a un elicottero della Rega a Zurigo, sopra al quartiere di Witikon. L’elicottero della guardia aerea svizzera di soccorso procedeva a 200 km/h in direzione dell’Ospedale universitario. Il drone viaggiava invece a 72 km/h su una traiettoria che avrebbe incrociato quella dell’elicottero 27 secondi dopo il passaggio di quest’ultimo. Solo il destino ha voluto che non siano entrati in collisione.

“No-fly zone”

La diga della Verzasca si trova in una zona vietata al volo dei droni di più di mezzo chilo, poiché si trova entro i 5 chilometri dall’aeroporto di Locarno. Una precauzione adottata a livello nazionale proprio per evitare quel che invece è successo oggi: una collisione tra velivoli e multicotteri. Collisioni che possono portare anche a gravi incidenti aviatori. 

Chi vuole operare dei velivoli più pesanti di mezzo chilo nelle aree nei pressi di una pista d’atterraggio è per questo obbligato a ottenere un’autorizzazione apposita dall’esercente dell’aeroporto oppure da Skyguide, la società che si occupa del controllo dello spazio aereo in Svizzera. In questo modo i controllori potranno tenere conto della presenza del velivolo e mettere in guardia i piloti (oltre che fornire specifiche indicazioni a chi opera il multicottero).

Se il drone pesa più di 30 chili, la richiesta va invece inoltrato all’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac). In Ticino e nel Moesano le zone proibite al volo dei droni sono 5 e si estendono, come detto, per un raggio di 5 chilometri attorno alle piste di Ambrì, Lodrino, Locarno, Lugano e attorno all’eliporto di San Vittore. Ciò significa, ad esempio, che non è possibile operare un multicottero di più di 500 grammi senza autorizzaione in centro a Lugano, sopra Manno, Caslano, Bioggio, Cugnasco, Minusio, Arbedo, Roveredo, tra Rodi e Airolo e sopra praticamente tutta la Valle Riviera.

Ecco la mappa delle zone "proibite" ai droni:

 

 

 

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