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Val Calanca: ‘Serve più vicinanza da parte del Cantone’

Dopo le frane che hanno più volte isolato la regione, Buseno, Rossa e Calanca chiedono a Coira misure concrete e durature, più sostegno e informazioni

L’ultimo evento che ha danneggiato la strada è avvenuto lo scorso 22 settembre
(Rescue Media)
2 novembre 2023
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Ansia, insicurezza e la percezione di essere poco considerati. Sono alcune delle emozioni che regnano in Val Calanca, la cui strada in meno di un anno è stata nuovamente colpita da frane, isolando una fetta importante della popolazione. Diversi Municipi si aspettano ora dei segnali da Coira. In estrema sintesi, la vicesindaca di Buseno (nonché granconsigliera) Rosanna Spagnolatti chiede al governo retico «misure concrete e durature», il sindaco di Rossa Graziano Zanardi «più sostegno in questa situazione di crisi» e la sindaca di Calanca Dorothea Rigonalli «maggiori informazioni per rassicurare la popolazione».

Monitoraggio e valutazione di misure

Le frane che raggiungono la strada della Val Calanca sembrerebbero essere diventate più frequenti. E di questo sembra aver preso coscienza anche il Cantone: dopo l’ultimo evento accaduto lo scorso 22 settembre i Municipi della valle hanno ricevuto una lettera dall’Ufficio tecnico dei Grigioni nella quale si illustra quali saranno i prossimi passi. Le autorità comunali ci spiegano che ancora quest’anno sarà effettuato un monitoraggio con radar supplementare. Monitoraggio che dovrebbe permettere di individuare tutte le zone particolarmente a rischio sulla tratta fra il ponte ad arco sulla Calancasca e la galleria nei pressi della segheria di Buseno. Questa ulteriore analisi dei rischi porterà poi nel 2024 alla proposta di misure di protezione fra le quali si valuteranno anche eventuali brillamenti di roccia pericolante.

‘Sono in gioco vite umane’

«È positivo che qualcosa si stia muovendo e che venga riconosciuta la necessità di intervenire con una certa urgenza», afferma a ‘laRegione’ Spagnolatti. «È un inizio, ma sicuramente si dovrà fare molto di più», sottolinea la granconsigliera che recentemente ha presentato un incarico (firmato da una sessantina di altri deputati) indirizzato al governo con il quale chiede la realizzazione di due gallerie. Spagnolatti ribadisce che «certe misure di protezione quali reti, vasche di contenimento e così via, specialmente nei punti più critici, non sono servite». Ora il Cantone sta ancora valutando quali misure proporre, considerando costi e benefici, «ma sono in gioco vite umane», ricorda la vicesindaca di Buseno che auspica quindi «soluzioni durature». In questo contesto sottolinea pure che «la strada è l’unica via di accesso alla valle sulla quale transitano giornalmente residenti, turisti, così come bambini che si recano a scuola a Castaneda o a Roveredo». Insomma, «una strada in sicurezza è essenziale anche per mantenere viva la valle ed evitare uno spopolamento».

Petizione firmata da 1’719 persone

Anche secondo Zanardi si tratta di «una situazione di emergenza che mette a rischio il futuro della valle». Il sindaco di Rossa si aspetta quindi «un segnale forte da parte del governo retico». E in questo senso ha anche promosso (primo firmatario) una petizione con la quale chiede «urgentemente di migliorare la sicurezza della strada cantonale». Petizione che in 30 giorni ha raccolto 1’719 firme, le quali lo scorso 30 ottobre sono state inoltrate al presidente dell’esecutivo grigionese Peter Peyer. Zanardi si aspetta quindi «un maggiore sostegno da parte del governo, nonché risposte politiche e non tecniche», mostrando così che «prende a cuore questa situazione», assicurando la messa in atto di «misure concrete». In altre parole, ci si aspetta un segnale di vicinanza alla comunità così da tranquillizzare un po’ la popolazione, la quale teme che eventi del genere possano accadere sempre più spesso. Comunità che da parte sua un segnale di sfiducia nelle istituzioni l’avrebbe appena lanciato in occasione delle elezioni federali: «Nel comune di Rossa è stata registrata la partecipazione più bassa di tutto il cantone (27,93%)», sottolinea amareggiato il sindaco.

Informazioni più rapide via messaggio

Misure di protezione concrete vengono richieste anche da Rigonalli. Misure che «vorremmo poi presentare alla popolazione, così da rassicurarla». E questo «magari con delle serate pubbliche alle quali possano essere presenti anche esperti o specialisti del Cantone che spieghino nei dettagli quali sono i prossimi passi e che possano rispondere alle domande degli abitanti». Per la sindaca di Calanca è infatti «importante mostrare quali interventi intende fare il governo a corto termine, quali misure siano applicabili e quali no». In altre parole, la sindaca di Calanca auspica «una maggiore informazione, così da tranquillizzare un po’ la popolazione fra la quale regnano molta insicurezza e preoccupazione». Ma anche il Comune vuole fare la sua parte: recentemente il Municipio ha infatti implementato un sistema di inoltro di informazioni urgenti via messaggio. «In questo modo in caso di eventi possiamo avvertire in modo veloce e corretto la popolazione. Ad esempio, nel caso di una frana, segnaleremo repentinamente l’accaduto, indicando, una volta che ne saremo a conoscenza, fino a quando resterà chiusa la strada». Per usufruire di questo servizio è necessario annunciarsi via WhatsApp allo 077 484 93 89 indicando nome e cognome. Chi non utilizza questa applicazione per smartphone può annunciarsi alla cancelleria, così da ricevere le informazioni in un altro modo.

Chiesto più aiuto da parte delle istituzioni

Non da ultimo tutti e tre i Comuni auspicano anche un maggiore supporto (pure finanziario) da parte del Cantone nel caso in cui una frana isolasse nuovamente la regione per più giorni. Comuni che al momento si accollano tutte le spese, ad esempio per garantire l’approvvigionamento, le cure a domicilio o trasporti speciali con elicottero. Trasporto in elicottero che in passato era stato finanziato da Patenschaft Berggemeinden, un’associazione che aiuta le regioni di montagna. Tuttavia, a causa di eventi come frane sempre più frequenti, i Comuni si aspettano un aiuto concreto anche da parte delle istituzioni cantonali.

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