Grigioni

Furto di mascherine: oggi è candidato a Coira per l’Udc Moesa

L’ex consigliere di Monteceneri abita a Lostallo e punta al Gran Consiglio. Venerdì sarà processato dal Tribunale militare: ‘Ho agito in buona fede’

(Ti-Press)
22 marzo 2022
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Condannato l’anno scorso per appropriazione indebita aggravata (valore del maltolto 128 franchi e 70 centesimi), questo venerdì nell’aula penale del Pretorio di Locarno si professerà innocente dinanzi al Tribunale militare 3 che lo giudicherà avendo impugnato il decreto d’accusa che propone una sanzione pecuniaria posta al beneficio della sospensione condizionale. Il caso è quello dell’insegnante sanitario che nel marzo 2020 aveva donato al Comune di Monteceneri mascherine e guanti di proprietà dell’Esercito. Di cui è dipendente lavorando alla caserma di Airolo dove sono stanziate le Scuole reclute sanitarie. Allora consigliere comunale Lega/Udc a Monteceneri, nel frattempo ha lasciato Camignolo trasferendosi a Lostallo. E qui oggi riveste la funzione di vicepresidente della nuova sezione unica Udc del Moesano. Inoltre in tale veste è candidato al Gran Consiglio in vista delle elezioni cantonali di maggio. Candidato al Parlamento cantonale pur avendo pendente una condanna – tutta ancora da confermare, come detto – per furto ai danni della Confederazione. E che comunque non figurerebbe nell’estratto del suo Casellario giudiziale – se anche nei Grigioni vigesse la disposizione che c’è in Ticino che obbliga i candidati a presentare il documento (con pubblicazione sul ‘Foglio ufficiale’) – per la semplice ragione che nel citato estratto vengono menzionate unicamente le condanne cresciute in giudicato, dunque definitive. In Mesolcina e Calanca, in casa democentrista, la presenza di un’ombra nel recente passato di un proprio candidato non sembra finora aver suscitato scalpore. Ma la vicenda potrebbe prendere una piega diversa qualora fra tre giorni, il 25 marzo, il Tribunale militare 3 confermasse la condanna.

‘Servivano ai volontari per consegnare la spesa agli anziani’

«Sono tranquillo», dichiara il candidato alla ‘Regione’: «Anzitutto fino a condanna definitiva sono da considerare innocente. E questo gli elettori devono saperlo. Quanto ai fatti imputatimi, ho agito di pancia e col cuore. A ragion veduta avrei in effetti dovuto chiedere al mio superiore il permesso di consegnare al Comune di Monteceneri guanti e mascherine sanitarie». I media hanno sempre riferito che ne avrebbe indebitamente prelevati alla caserma di Airolo grandi quantità. «Non è vero», puntualizza il nostro interlocutore: «Le cose sono andate così. Siamo a marzo 2020. Conoscendo il mio ambito professionale, un municipale mi telefona spiegandomi che vi è penuria di mascherine e guanti per i dipendenti comunali e i volontari che consegnano la spesa al domicilio degli anziani. Si era, ricordiamo, all’inizio della pandemia, in piena prima ondata, e il materiale di protezione scarseggiava un po’ ovunque. Agendo in totale buona fede, prelevo quindi dal bagagliaio dell’auto di servizio un pacco già aperto di 50 mascherine e uno con mille paia di guanti, materiale usato durante la mia attività di insegnante con le truppe. Mi reco in cancelleria comunale e lo consegno alla prima persona che incontro, l’allora sindaca. Tutto qui». Una segnalazione ha poi portato la Polizia militare a perquisire (invano) sia l’abitazione del diretto interessato sia gli uffici comunali in cerca del maltolto. «Aggiungo che si trattava di materiale in scadenza il mese successivo. Se non usato, l’Esercizio lo avrebbe comunque gettato sostituendolo con nuove mascherine e guanti. Non da ultimo, a mio avviso l’appropriazione indebita presuppone anche un vantaggio pecuniario. Che io non ho avuto perché ho consegnato il materiale senza chiedere né ottenere nulla in cambio».

Marco Chiesa e chi ha detto e proposto cosa

Sul fatto poi di ambire a una carica parlamentare a Coira nonostante la condanna impugnata, il nostro interlocutore assicura di aver agito con trasparenza nei confronti del partito: «Una volta domiciliatomi a Lostallo, nei mesi scorsi ho preso contatto con i rappresentanti Udc sul territorio dando la mia disponibilità a candidarmi. Due settimane fa ho contribuito a fondare la nuova sezione unica moesana. Nel frattempo ho anche informato della mia pendenza giudiziaria i colleghi democentristi e il presidente nazionale dell’Udc Marco Chiesa che conosco da trent’anni». Per completezza d’informazione, in una precedente telefonata con la redazione il vicepresidente Udc del Moesano aveva invece spiegato che era stato proprio Chiesa a proporgli la candidatura: «Siamo amici da trent’anni e quando mi sono trasferito a Lostallo mi ha chiesto se fossi interessato a candidarmi». In quel momento la vicenda giudiziaria era già nota all’opinione pubblica e ovviamente anche al presidente nazionale dell’Udc. Venerdì, conclude, «a Locarno mi dichiarerò nuovamente innocente e sono pronto a battermi fino all’ultimo grado giudiziario», il Tribunale militare di cassazione.

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