Grigioni

Oltre i 2'800 metri e poi giù per il burrone

Alla guida della motoslitta c'era probabilmente il padre, rimasto aggrappato al mezzo durante la caduta procurandosi fratture multiple alle braccia

Polizia GR/laRegione
25 febbraio 2019
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Era uno studente dell'istituto superiore Leonardo da Vinci di Chiavenna il 16enne vittima domenica pomeriggio dell'incidente in motoslitta avvenuto sulla Cima de Barna, un luogo situato a oltre 2’800 metri di altitudine tra Mesolcina e Valle Spluga. Le motoslitte (e le moto in generale) erano un mezzo che lo appassionava: le ultime fotografie pubblicate sul suo profilo Instagram lo ritraggono a inizio mese proprio a bordo di una di esse.

La spensieratezza di quegli scatti è però stata spazzata via dalla tragedia consumatasi ieri poco dopo le 16, quando il veicolo è precipitato nel vuoto in un burrone (vedi foto), lungo il versante svizzero della montagna. A riportare ferite medio-gravi, come precisato oggi dalla Polizia cantonale grigionese, è stato il padre 44enne, un artigiano che lavora nella falegnameria artistica di famiglia a Samolaco, in provincia di Sondrio. Stando a informazioni da noi raccolte, l'uomo ricoverato all'ospedale San Giovanni di Bellinzona avrebbe riportato fratture multiple alle braccia: durante la caduta sarebbe rimasto aggrappato alla motoslitta, ciò che lascia presagire la sua presenza alla guida del veicolo al momento dell’incidente.

A lanciare l’allarme sono state altre persone che facevano parte di un gruppo di più motoslitte: gli altri presenti sono rimasti illesi e in Italia hanno ricevuto assistenza psicologica. ''Erano tutt'altro che inesperti, inoltre conoscevano molto bene la zona, considerato che possiedono una baita a San Sisto, una località di Campodolcino'', questo il commento unanime in Valle. Padre e figlio dovrebbero essere partiti dall'alpeggio di Campodolcino o direttamente dalla Val Febbraro. Quel che è certo è che, come sottolineato dalla sindaca Enrica Guanella, nessuno ha il permesso di circolare con la motoslitta al di fuori del percorso necessario per raggiungere le proprie cascine. Il gruppo stava dunque infrangendo la legge.

Sui diversi interrogativi ancora aperti dovrà far luce l'inchiesta aperta da Polizia e Ministero pubblico grigionesi. Nel frattempo i famigliari hanno provveduto a inoltrare a Coira i documenti necessari per il rimpatrio della salma del 16enne.

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