Una mozione del Centro chiede di uniformare la modalità, eliminare il sistema porta a porta e privilegiare gli ecocentri per ridurre costi e inefficienze

Uniformare la modalità di raccolta nei 13 quartieri di Bellinzona, garantendo un servizio equo e coerente con quanto previsto dallo specifico regolamento comunale e finanziato dalla cittadinanza tramite la tassa base; adottare un modello di raccolta più efficiente, ordinato e sostenibile riducendo costi, disagi e inefficienze operative.
Parlando di “disuguaglianza di trattamento tra i quartieri che non può rimanere irrisolta”, il Centro di Bellinzona tramite una mozione della capagruppo in Consiglio comunale Camilla Guidotti chiede di affinare l’attuale sistema fonte di “disparità di trattamento” fra le varie zone, mentre il regolamento “stabilisce che tutti i contribuenti devono beneficiare di condizioni di servizio coerenti e non discriminatorie”. Vi sono infatti “differenze marcate tra i quartieri: alcuni sono serviti dalla raccolta porta a porta, altri devono provvedere autonomamente recandosi ai punti di raccolta comunali”.
Viene in particolare citata la raccolta della carta, degli scarti vegetali e degli ingombranti, quest'ultima organizzata a scadenze regolari in sedi dislocate ma “superata” con l’apertura dell’ecocentro ex Birreria di Carasso che “è efficiente e può certamente assorbire anche la parte che vi verrebbe indirizzata se non più ritirata al domicilio degli utenti interessati”. Infatti la situazione attuale, con intere zone prive della raccolta a domicilio mentre altre ne beneficiano, “non rientra nella logica dell’eccezionalità prevista dal regolamento”.
Nel dettaglio, secondo il Centro la raccolta a domicilio “genera spesso oneri supplementari e disagi: impiego di personale e automezzi specifici, ostacoli al traffico, depositi disordinati in strada e frequente dispersione del materiale in caso di vento o pioggia. Ciò comporta degrado urbano e un aggravio di lavoro per gli operatori, che devono recuperare rifiuti sparsi anziché ritirarli da un punto di deposito centralizzato”. Inoltre la raccolta porta a porta comporta per la collettività costi rilevanti, “oggi non più giustificati in presenza di modelli alternativi più efficienti e già applicati con successo in diversi quartieri. L’esperienza di Gorduno, Preonzo, Moleno e Gnosca mostra inoltre che l’accesso ai punti di raccolta non rappresenta un ostacolo insormontabile nemmeno per le persone anziane, grazie al supporto della rete sociale, dei familiari e dei servizi di assistenza”.
In definitiva la mozione mira a “un risparmio da parte del Comune in questo periodo di ‘vacche grame’, cui andrebbero aggiunte non poche ore lavoro da parte degli addetti, ciò che permetterebbe una sorta di riconversione degli operai comunali (rafforzando l’Ecocentro, ricollocazioni, non sostituendo collaboratori partenti, ecc.), oltre ancora nei veicoli e carburante utilizzati”.
Va da sé, ricordiamo, che per legge in questo specifico ambito l’obiettivo dal profilo contabile è l’autofinanziamento del Servizio raccolta rifiuti. Perciò qualsiasi risparmio non può generare un utile, che sfocerebbe semmai in una riduzione della tassa base a carico dell’utenza.