Lo chiede con una mozione la consigliera comunale Giovanna Pedroni prendendo spunto da quanto già fatto a Lugano e Locarno

“Anche a Bellinzona la violenza domestica è purtroppo presente. Servizi sociali, polizia, scuole e centri d'ascolto affrontano ogni anno diversi casi, spesso in situazioni complesse e cronicizzate. Manca tuttavia un quadro di riferimento condiviso e preventivo. È dunque tempo che anche la Città si doti di uno strumento operativo, efficace e già sperimentato altrove”. A nome del gruppo del Centro in Consiglio comunale Giovanna Pedroni propone una mozione che chiede d'implementare il modello Vido+ ispirandosi alle esperienze già avviate a Lugano e Locarno e istituendo un gruppo operativo interistituzionale per gestire e monitorare il progetto in modo continuativo in collaborazione con i principali attori locali (polizia, servizi sociali, scuole, sanità ecc.). Chiesto in particolare un messaggio municipale sull’avvio e sviluppo del modello, inclusi i costi ricorrenti previsti e gli indicatori di monitoraggio.
“Per Bellinzona – motiva la consigliera – l’adozione di Vido+ sarebbe un investimento mirato e intelligente. È noto che la violenza domestica genera sul lungo termine costi elevatissimi: cure mediche e psicologiche, procedimenti giudiziari, interventi di polizia, sostegni sociali e perdita di produttività lavorativa. Si tratta di spese che, pur non sempre visibili nel bilancio comunale, finiscono per gravare sull’intera collettività. I costi iniziali del modello (formazione, coordinamento, team operativo) risultano invece contenuti e ampiamente compensati nel medio e lungo periodo dalla riduzione degli interventi d’urgenza, dal minor carico sui servizi sociali e sanitari e da una gestione più razionale delle risorse già esistenti. Ogni situazione di conflitto prevenuta significa meno spese di cura, meno cause giudiziarie e maggiore sicurezza per le famiglie”.
Nella mozione si cita il caso Locarno, la cui polizia ogni anno interviene in circa 70 casi di disagio familiare, di cui solo il 20% costituisce reato penale: “L’80% restante riguarda situazioni potenzialmente a rischio. Parallelamente è stata avviata una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione e promuovere i servizi disponibili. Vido+ a Locarno rafforza così la capacità d’intervento precoce e il sostegno attivo alla cittadinanza in difficoltà”. Ciò che rende il modello Vido+ particolarmente efficace – conclude Pedroni – è la sua replicabilità e sostenibilità economica: “Non si tratta di creare nuove strutture, ma di mettere in rete quelle già esistenti, razionalizzando risorse e potenziando competenze. I costi iniziali per formazione e coordinamento sono contenuti, mentre i benefici nel lungo periodo sono significativi: riduzione degli interventi d’urgenza, minori spese giudiziarie e sanitarie, maggiore sicurezza per la popolazione”.