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Gandi progetti e ricorsite: ‘Imporre dei termini ai tribunali’

A un anno dalla sua entrata in carica, il municipale di Bellinzona Mattia Lepori fa il punto su viabilità e territorio indicando possibili soluzioni

In carica da un anno a Palazzo civico
(Ti-Press)
12 aprile 2025
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Eletto un anno fa in Municipio a Bellinzona, Mattia Lepori traccia un primo bilancio dell’attività alla testa del Dicastero territorio e mobilità. Classe 1996, avvocato praticante con laurea in diritto ed economia a San Gallo, sempre dall’anno scorso presiede i Giovani del Centro a livello cantonale. Tanta legna verde.

Com’è stato entrare nell’esecutivo della capitale a digiuno di Consiglio comunale?

I bellinzonesi sono stati coraggiosi a dare fiducia a un giovane, da parte mia ho investito dal primo giorno tempo ed energie per entrare sin da subito nei meccanismi della politica comunale e prendere a carico i dossier più urgenti del dicastero. Il lavoro non manca, però mi piace molto e mi sento a mio agio.

Da zero a cento in tre secondi, visto che ha anche assunto la presidenza della Commissione regionale dei trasporti. Quali sono i problemi viari più importanti di Bellinzona e del distretto?

La fragilità dell’intero sistema viario. Come in tutti i centri urbani, basta la chiusura di una strada per mettere in crisi il traffico. L’abbiamo visto a inizio febbraio quando la chiusura di via Birreria ha causato problemi viari in tutta la città. Negli orari di punta le colonne, oltre che sugli assi stradali principali, si protraevano pure nelle zone residenziali che vogliamo proteggere.

In effetti la viabilità motorizzata, che a Bellinzona assorbe il 68% degli spostamenti complessivi, è all’ordine del giorno. Quali e dove sono i nodi ancora da sciogliere nell’era post semisvincolo, visto che il nostro sistema viario è appunto al limite?

Oggi è impensabile sostenere di ampliare la rete stradale, il Piano regolatore non prevede la costruzione di nuove strade. In ragione del previsto aumento di popolazione, che accolgo positivamente ma ha come conseguenza l’aumento del traffico, dobbiamo assolutamente incentivare la mobilità ciclopedonale e il trasporto pubblico, anche per snellire e sgravare il traffico motorizzato.

I Programmi di agglomerato mirano a ridurre la mobilità veicolare dell’8% e a far crescere quella pubblica (oggi 8%) e ciclabile (3%). In che modo?

La mobilità lenta a Bellinzona ha un potenziale enorme, in circa 15 minuti dal centro città si raggiungono i quartieri più periferici. Dobbiamo puntare su una mobilità funzionale che ha l’obiettivo di permettere gli spostamenti in bicicletta per le attività quotidiane. Con gli orizzonti temporali del Pab5 stiamo portando avanti la passerella di fianco al riale Dragonato, il percorso tra Carasso e Bellinzona in via Lepori, il percorso tra Claro e Osogna e quello verso Preonzo, l’allacciamento del nucleo di Gudo con il percorso ciclabile Vallemaggia-Bellinzona e molto altro.

S’investe nella ciclomobilità ma i bellinzonesi sembrano apprezzare poco lo sforzo. Perché sono pigri, o perché le soluzioni lasciano a desiderare, dove ad esempio pedoni e bici devono condividere gli stessi spazi?

A Bellinzona l’utilizzo della bicicletta è ben più alto rispetto ad altre realtà urbane ticinesi, ma come detto si può fare di più. Non penso che i bellinzonesi siano pigri, sta a noi migliorare l’identificazione e la comunicazione dei percorsi ciclabili già esistenti.

Quando arriverà la Zona 20 di piazza Governo? Ne intravede altre sul territorio?

La riqualifica di piazza Governo rimane un obiettivo del Municipio, attualmente è tutto bloccato da ricorsi i cui tempi di evasione sono incerti. In futuro ragioneremo su singoli comparti dove una Zona 20 risulta essere naturale con il contesto già presente. Questo permetterà di proteggere e valorizzare aree di qualità: un esempio è la recente pubblicazione di una nuova Zona 20 nel nucleo di Paudo, a seguito di una petizione dei residenti.

Vorrebbe uno svincolo completo? E la copertura integrale dell’autostrada nel tratto bellinzonese? Irrealizzabile giusto?

Nel lungo termine sarebbe bello ipotizzare uno svincolo completo, oggi però sarebbe una discussione prematura. Dobbiamo iniziare a consolidare gli effetti del semisvincolo, i primi risultati sono in termini generali positivi ma ci sono ancora aspetti da chiarire. In primis il dosaggio in determinati nodi semaforici, come ad esempio quello in via Al Ticino oppure in via Rodari. Per quanto concerne la copertura dell’autostrada porteremo avanti, consapevoli che i tempi saranno lunghi, la terrazza a Galbisio con la parziale copertura dell’A2. Questo permetterà una ricucitura paesaggistica riducendo l’inquinamento acustico e garantendo nuovi spazi liberi. Entro fine legislatura verrà demandato uno studio di fattibilità in merito.

Quartieri Officine e Ferriere bloccati da ricorsi. Ospedale Saleggina un percorso a ostacoli. Concorda sull’incapacità delle autorità di recepire le critiche durante le fasi che precedono le decisioni?

Il dibattito attorno ai grandi progetti è naturale e va visto in modo favorevole, probabilmente sta a noi d’ora in poi cercare più partecipazione da parte della popolazione per creare il maggior consenso possibile già in una fase preliminare. Questo ascoltando e accogliendo propositivamente eventuali critiche. Constato, tuttavia, che anche quando un progetto gode di un ampio consenso popolare basta il ricorso di una sola persona per bloccare tutto per anni.

Appunto: ricorsite e referendite. Secondo Zali e Gianini bisogna snellire le procedure, pena la paralisi dei grandi progetti. Lei cosa suggerisce?

Quando si parla di progetti con un interesse pubblico preponderante, come nuove scuole, case anziani o riqualifiche importanti, la legge dovrebbe imporre dei termini ai tribunali entro i quali devono evadere i ricorsi. Ci vorrebbe quindi un’altra autorità che riconoscesse tale interesse pubblico. Così facendo da una parte si preserverebbero i legittimi diritti dei cittadini che si oppongono a un progetto, dall’altra in tempi celeri avremmo una decisione sulla conformità dei progetti. Oggi non vi è distinzione tra il piccolo progetto edilizio privato e un progetto pubblico con un importante valore aggiunto per la collettività.

Contenibilità del Piano regolatore e rischio che sia sovradimensionato, ciò che secondo Berna obbligherebbe a dezonare. Garantisce che le cose non stanno così? E che i quartieri Officine e Ferriere non mangeranno possibilità edificatorie altrove in città?

A Bellinzona siamo abbastanza tranquilli, i dati consegnati al Cantone nel maggio 2022 sono solidi e non abbiamo riscontrato un dimensionamento delle zone edificabili che imporrebbe al Comune di effettuare dei dezonamenti. Attendiamo ora che il Dipartimento del territorio si pronunci su quanto consegnato. Le varianti di Pr Officine e Ferriere, essendo delle zone industriali già edificate con delle unità insediative, non sono degli azzonamenti che aumentano l’edificabilità del comparto e di conseguenza hanno un impatto neutro sulla contenibilità.