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Tolte le prime brutture nel Parco del Piano di Magadino

Alcune oscene baracche sono state eliminate in via Gaggiolo a Sementina. Per facilitare le operazioni di sgombero l’Ente mette a disposizione le benne

(laRegione)
10 marzo 2025
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A dieci anni dall’adozione parlamentare del Piano di utilizzazione cantonale del Parco del Piano di Magadino, qualcosa si sta muovendo sul fronte della prevista eliminazione di abusi edilizi e catapecchie assai diffuse. Qui e là si possono notare piccole migliorie intervenute di recente. Alcune baracche, come quelle presenti da anni in via Gaggiolo sul confine tra Gudo, Sementina e Giubiasco e ormai invase dalla vegetazione, sono state rase al suolo per bonificare il terreno ridandolo alla natura. Altre, dov’era permesso farlo, sono state rinnovate. L’obiettivo? Armonizzare il paesaggio. Infatti queste situazioni di incuria e deterioramento, con cui molti ticinesi e turisti in visita al Parco devono convivere storcendo il naso, non rappresentano certamente un bel biglietto da visita per un’area che, oltre alla storica attività agricola, intende puntare anche sullo svago.

Le baracche sono spesso abusive

Molte situazioni anche abusive sono purtroppo visibili dalla ciclovia che attraversa il Parco e che viene percorsa ogni anno da svariate migliaia di persone. A sostenere i cambiamenti positivi è la fondazione del Parco del Piano che punta, tra le altre cose, alla risoluzione delle diverse situazioni di degrado. Fondazione che per il finanziamento delle sue molte mansioni beneficia del credito quadro cantonale: il più recente, valido per il quadriennio 2025/28, è stato votato dal Gran Consiglio a fine febbraio e ammonta a circa 2,5 milioni di franchi. Interpellato dalla redazione, il direttore dell’ente Parco, Giovanni Antognini, commenta entusiasta i progressi fatti: «Dal 2023 promuoviamo l’iniziativa ‘Tutto un mondo… pulito e ordinato!’ rientrante nella specifica misura del Puc che mira al risanamento di situazioni puntuali di degrado paesaggistico. Oggi possiamo quindi notare i primi risultati oggettivi in termini di eliminazione delle brutture». Per attuare questa iniziativa sono stati coinvolti i titolari dei fondi interessati, in gran parte attivi nel settore Primario, ma non solo, e la fondazione ha consegnato loro grandi benne nelle quali possono depositare il materiale demolito e i rifiuti accumulati nel corso degli anni, talvolta decenni. Detriti di vario tipo, ferraglia, lamiere, tubazioni, plastiche per le serre, serramenti e legname di scarto o da costruzione non di rado dimenticati nei luoghi più discosti se si pensa all’attività svolta, ma comunque visibili. «Questo ha aiutato a smuovere le acque e in effetti così facendo si è potuto togliere e smaltire correttamente parecchie tonnellate di rifiuti», spiega Antognini. Lo scopo in definitiva è presentare un parco più ordinato anche dal profilo estetico.

Spese a carico dei proprietari

L’azione avviata dall’Ente Parco ha quindi permesso di sensibilizzare le aziende a lavorare in maniera diversa, prestando più attenzione al materiale scartato e accumulato. «Parallelamente si è potuto fare il punto sulle situazioni prolungate di degrado presenti – dettaglia Antognini – intervenendo anche in alcune di queste». A loro volta i vari Comuni del Bellinzonese e Locarnese coinvolti, in particolare i rispettivi uffici tecnici, sono stati contattati e coinvolti per individuare soluzioni condivise insieme ai proprietari, che vengono sensibilizzati sulla necessità di eliminare le situazioni problematiche, molte delle quali prive di licenza edilizia e pertanto abusive dal profilo pianificatorio. La spesa di smaltimento e bonifica, dedotta quella per la messa a disposizione delle benne, è comunque sempre a carico dei titolari dei terreni.

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