Iniziato lo scavo principale per il secondo tubo del tunnel autostradale. Il consigliere federale Albert Rösti: ‘Verso ulteriore crescita e prosperità’
Ad Airolo sono le 11 in punto, quando otto mani appoggiate una sopra l'altra schiacciano il grande bottone rosso che avvia ‘Paulina’, la gigantesca fresa meccanica incaricata di scavare il secondo tubo della galleria autostradale del San Gottardo. Fresa che rappresenta un esempio di «innovazione ed eccellenza tecnica», afferma il consigliere federale Albert Rösti in occasione della cerimonia ufficiale odierna per il ‘primo giro’ di Paulina. Macchinario che permette di realizzare un'opera che non va vista solo come «un semplice collegamento viario, ma come una via verso ulteriore crescita e prosperità per il nostro Paese», sottolinea il ‘ministro’ dei Trasporti.
Arriviamo alle 8.57 in stazione ad Airolo, dove ad attenderci c’è un pulmino che ci porta fino all’entrata del secondo tubo, affianco a quello in funzione dal 1980. Spunta il sole, che illumina minuscoli fiocchi di neve soffiati dal vento gelido. L’atmosfera è invece tutt'altro che fredda: non solo grazie ai ‘funghi’ che riscaldano l’ambiente, ma soprattutto all’atmosfera felice e rilassata degli operai – fra i quali anche diverse donne – attivi sul cantiere. Operai che diventano sempre più numerosi, riempiendo l’angusto spazio. Con i loro caschi, giacche e pantaloni rigorosamente di colore arancione, spiccano fra tutti gli altri e sui loro volti si nota un misto tra fierezza e felicità. In fondo questa giornata è in particolare dedicata a loro.
Ci spostiamo in un capannone, installato proprio accanto alla fresa Paulina che è stata montata sul posto negli scorsi mesi. Ad accoglierci vi è la piacevole musica della Filarmonica Alta Leventina. Alle 10 inizia la parte ufficiale. Ad aprire le danze è Oscar Wolfisberg, sindaco di Airolo, che, oltre a ringraziare tutti gli attori coinvolti, comprese quindi le maestranze, ricorda come questo «cantiere colossale» rappresenti «una grande sfida per una piccola comunità di 1’500 abitanti». Sfide che però «grazie allo spirito montanaro vengono trasformate in opportunità, lavorando con coraggio e perseveranza». Resta il fatto che «un cantiere di tale portata, oltre ai possibili indotti supplementari, porta con sé anche un gran numero di cambiamenti e di problemi da risolvere». In ogni caso «gli airolesi non si tirano indietro, sanno che bisogna soffrire e che per costruire bisogna prendere delle decisioni». E tutto ciò riconoscendo «il valore delle collaborazioni: il gioco di squadra è fondamentale per la buona riuscita dell’opera», sottolinea Wolfisberg, prima di concludere il suo intervento augurandosi che «il cantiere possa procedere in modo armonioso e soprattutto senza incidenti».
Dopo gli scroscianti applausi al sindaco, tocca a Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato, che ricorda dapprima la storia del San Gottardo, «da sempre una via di transito imprescindibile sull’asse nord-sud». Una via di transito che con il secondo tubo diventerà anche «più sicura», grazie alle future due corsie (una per tunnel) monodirezionali. E «garantire un collegamento sicuro con il Nord delle Alpi è fondamentale per la popolazione e l’economia ticinese». Parlando di ricadute sul territorio, Vitta non può esimersi dal citare il progetto di copertura dell’autostrada grazie al materiale di scavo previsto proprio ad Airolo. Un progetto – che potrà contare pure su «un importante sforzo economico da parte del Cantone, malgrado il periodo di ristrettezze finanziarie» – che ridurrà «l’impatto visivo, acustico e ambientale e che permetterà di migliorare significativamente la qualità di vita delle persone che vivono in questa regione». Anche il consigliere di Stato ringrazia infine tutti coloro che partecipano ai lavori: «Il vostro impegno e il vostro sacrificio rappresentano le fondamenta su cui si costruirà questa nuova arteria che resterà nella storia della nostra nazione».
Ancora applausi, seguiti da un brano inedito della Filarmonica Alta Leventina che con le sue note vuole rappresentare il rispetto dell’ambiente e la cura del territorio. Prende quindi la parola Rösti, inizialmente in italiano per poi proseguire in tedesco: «L’arte ingegneristica svizzera ci viene invidiata in tutto il mondo» e la popolazione può quindi «essere fiera di quest’opera». Il consigliere federale ricorda poi la sua genesi: tutto è iniziato con una mozione degli ex consiglieri agli Stati Dick Marty e Filippo Lombardi con la quale chiedevano la realizzazione di un secondo tubo, così da non isolare il Ticino durante i necessari lavori di ristrutturazione del tunnel attuale. La relativa proposta fatta propria dal Consiglio federale è poi stata accolta nel 2016 in votazione popolare con il 57% delle preferenze. Oltre a «evitare l’isolamento del Ticino» l’opera permetterà anche di «rafforzare il legame economico tra Svizzera ed Europa» e «garantirà maggiore sicurezza sia agli automobilisti, sia ai trasportatori di merci». Il ‘ministro’ dei Trasporti termina poi anch’egli ringraziando, in italiano, «tutte le persone che hanno contribuito a quest’opera straordinaria, ma anche la popolazione e le autorità per la pazienza e il sostegno».
Mancano pochi minuti alle 11, il tempo necessario per la benedizione della fresa e per una preghiera a Santa Barbara (patrona protettrice, fra l’altro, dei minatori) da parte del parroco di Airolo. Poi alle 11, Rösti, Vitta, Wolfisberg, il direttore dell’Ufficio federale delle Strade (Ustra) Jürg Röthlisberger, il capo progetto Udo Oppliger, il direttore di cantiere Sergio Massignani, il capo della direzione lavori Daniele Stocker e il Ceo dell’azienda tedesca che ha prodotto le frese Martin Herrenknecht pigiano tutti assieme sul grande bottone rosso, avviando Paulina.
Ma chi è precisamente la fresa ‘Paulina’? Con un peso di 2'000 tonnellate, una lunghezza di 150 e un diametro di 12 metri, è stata fabbricata in Germania con la sua fresa gemella, partita sempre oggi dal lato nord, a Göschenen. Paulina scaverà in media 18 metri al giorno verso nord, raggiungendo la sua fresa gemella nel 2027. Entrambe avranno così scavato i 16,9 chilometri totali del tunnel. I lavori non saranno però terminati: entro fine 2028 è previsto che la galleria venga equipaggiata con l’installazione di tutti gli impianti necessari al funzionamento, tra cui ventilazione, illuminazione, sistemi di sicurezza e gestione del traffico. Prima dell’apertura, annunciata per il 2030, saranno realizzati i lavori di copertura dell’autostrada A2 ad Airolo e verranno anche condotti i test di sicurezza per verificare che tutte le infrastrutture rispondano agli standard previsti. Una volta aperto questo tunnel si procederà alla ristrutturazione di quello attuale. La fine dei lavori è prevista nel 2033. I costi del progetto promosso da Ustra sono stimati a 2,14 miliardi di franchi, di cui 90 milioni versati come contributo da terzi, per esempio dal Cantone Ticino.