Soluzione di compromesso in piazzetta ex Mercato tra Ufficio beni culturali e Municipio che voleva radere al suolo l’intero decrepito complesso ex Gaggini
In piazzetta ex Mercato a Bellinzona si potrà demolire solo mezza Ratèra, e meglio il lato est della proprietà ex Gaggini rivolto verso la sede della Polizia comunale. Bisognerà invece mantenere la parte ovest (più piccola dell’altra) che forma l’angolo fra via Dogana e vicolo Muggiasca quale ‘continuazione naturale’ della murata medievale e in quanto tale, ma non solo, meritevole di conservazione, sebbene non sia protetto quale singolo edificio poiché privo di un valore architettonico particolare. Evitando l’abbattimento di quella parte di edificio di proprietà comunale non verrà quindi creato, all’angolo fra le due strade cittadine, il varco previsto dal primo progetto e da più voci considerato ‘anomalo’. Queste le indicazioni che l’Ufficio cantonale dei beni culturali (Ubc) ha dato negli ultimi mesi al Municipio di Bellinzona che lo aveva sollecitato nell’ambito del progetto da 2,3 milioni di franchi per la sistemazione dell’intera piazzetta presente sul retro di Palazzo civico e che di fatto si presenta ormai da decenni come un brutto posteggio con tanto di toilette pubblica eretta a ridosso della murata (un obbrobrio, se non addirittura un abuso edilizio, risalente agli anni che furono e da risolvere una volta per tutte).
Il render indica il progetto (ora da rivedere) dell’architetto Luca Pessina: una pensilina al posto del complesso ex Gaggini
Secondo l’Ubc metà Ratèra è dunque meritevole di essere conservata e possibilmente ristrutturata (ignoti, al momento, i possibili contenuti), mentre l’altra metà può essere data in pasto alle ruspe. Così da creare, modificandolo, lo spazio multifunzionale previsto nel quale inserire il nuovo posteggio coperto da dedicare alle biciclette e all’occasione anche a piccoli eventi legati al vicino Teatro Sociale (musica, proiezioni, incontri, ecc.). Perciò il Municipio ha recentemente incaricato l’architetto luganese Luca Pessina di rivedere il suo primo progetto di pensilina adeguandolo alle indicazioni vincolanti dell’Ufficio beni culturali. Tutte le altre componenti del progetto vengono invece confermate (stalli per auto, posa di alcune piante, nuova pavimentazione), compresa l’eliminazione del blocco toilette e il suo spostamento altrove.
Nell’estate 2023, ricordiamo, la domanda di costruzione pubblicata dal Comune aveva suscitato alcune critiche e una sola opposizione, quella dell’architetto Sergio Cattaneo secondo cui la proprietà ex Gaggini – dai bellinzonesi ribattezzata Ratèra poiché decrepita – andrebbe mantenuta quale antica testimonianza del costruito da preservare e reinterpretare dopo le demolizioni eseguite negli anni 40 del secolo scorso per far spazio alle auto. Cattaneo partiva dal principio secondo cui tutto quanto si trova dentro la cinta murata, oggetto di tutela a livello federale, meriti un’attenzione particolare quale antico tessuto abitato del centro storico. Si tratta ora di capire se la soluzione di compromesso individuata da Ubc e Municipio possa accontentarlo o se non intenda proseguire la sua battaglia legale.
Il render indica il progetto (ora da rivedere) dell’architetto Luca Pessina: una pensilina al posto del complesso ex Gaggini, con tanto di varco nella murata
Critiche erano state mosse nel luglio 2023 anche dalla Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) e dalla Federazione architetti svizzeri (Fas). Quest’ultima in un comunicato indicava l’immobile ex Gaggini come “importante dal punto di vista della storia urbanistica”. La sua presenza “conforma lo spazio pubblico conferendogli una dimensione che riteniamo sbagliato annullare con il progetto di una tettoia che, sebbene disegnata con qualità costruttiva, non può sostituire il volume preesistente”. Stessa opinione per l’architetto Benedetto Antonini della Stan: intervistato dalla ‘Regione’ descriveva la piazzetta come luogo morto. E aggiungeva: «In generale difendiamo il principio secondo cui la sostanza costruita dev’essere riabilitata e assolutamente non demolita, evitando così anche, ma non solo, di sprecare l’energia utilizzata per la sua edificazione».