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Il Quartiere Officine di Bellinzona fa una lunga tappa al Tram

Impugnata con un nuovo ricorso la decisione, avallata a gennaio dal governo, con cui il Consiglio comunale aveva votato la variante di Piano regolatore

Quartiere Officine, un render di come potrebbe apparire
22 febbraio 2024
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“Un salto nel vuoto e nel buio”. Tempi lunghi in vista, anzi lunghissimi. A Bellinzona può tranquillamente spostare avanti le lancette dell’orologio di un buon decennio chi immagina che dal 2027, quando le Officine Ffs dovrebbero insediarsi a Castione, la Città e il Cantone potrebbero cominciare a metter mano al vecchio stabilimento per smantellare le parti da eliminare, bonificare il suolo eventualmente inquinato e riorientare gli edifici da mantenere, come ad esempio la Cattedrale destinata a diventare il nuovo centro socioculturale della capitale. Gli opponenti sin qui palesatisi si sono infatti rivolti nei giorni scorsi al Tribunale amministrativo cantonale (Tram) contestando con un ricorso la decisione governativa dello scorso gennaio favorevole a quella con cui il Consiglio comunale, nell’aprile 2023, aveva votato la variante di Piano regolatore necessaria all’impostazione del nuovo Quartiere Officine. Caratterizzato, ricordiamo, anche da contenuti abitativi e commerciali oltre che formativi e tecnologici. E un ricorso al Tram significa, in tempi normali, almeno due o tre anni prima di vedere una decisione. Che nel caso specifico riguarda per il momento la sola procedura politica seguita da Municipio e legislativo in base alla Legge organica comunale; mentre a tempo debito seguiranno i ricorsi nel merito, ossia in materia pianificatoria, anche qui al Consiglio di Stato, al Tram e se necessario al Tribunale federale.

‘Con troppa fretta e senza capire’

Tutto bloccato dunque. E le critiche ricorsuali non sono affatto poca cosa. Perché concernono interessi edificatori molto ampi e che toccano anche i Comuni limitrofi. A farsene portavoce – in un unico ricorso collettivo che riunisce la precedente decina di ricorsi sparsi, tutti respinti dal governo a inizio anno – sono gli avvocati Curzio Fontana e Filippo Gianoni (ex municipale capodicastero Pianificazione della Città), l’ex vicesindaco Plr Felice Zanetti, la consigliera comunale di ‘Più Donne’ Maura Mossi Nembrini e l’Unione contadini ticinesi col suo membro Roberto Mozzini. Dal profilo procedurale sostengono che il Consiglio comunale abbia deliberato senza avere tutti gli elementi e i dati necessari a farsi un’idea chiara e completa della molto complessa fattispecie. Ossia “senza alcuna informazione sulla questione della contenibilità e dello stato dell’urbanizzazione. Né sulle conseguenze finanziarie ed economiche che comporterebbe l’adozione della variante”. Il Cc, “vista la fretta che ha contraddistinto tutta la procedura qui contestata, ha delegato in modo inammissibile la questione al Municipio, pure non in possesso dei documenti determinanti, violando i propri obblighi di approfondimento e verifica assegnatigli dalla Loc”. Sempre il Cc, prosegue il ricorso, “ha approvato la variante di Pr completamente all’oscuro dei costi dell’operazione e della valutazione dei vantaggi concessi alle Ffs, sia in termini di cambiamento di destinazione da industriale a residenziale di cui non è mai indicata l’estensione in metri quadrati, sia in termini di cessione delle superfici esterne a uso pubblico (strade, piazze, percorsi pedonali)”.

‘Influirà su tutto l’agglomerato’

Avvicinandosi al succo della controversia e citando le relative schede di Piano direttore cantonale – che il Consiglio federale ha approvato nell’ottobre 2022 precisando che i Comuni ticinesi dovranno ridimensionare le loro zone edificabili –, i ricorrenti ritengono che le autorità cittadine non abbiano minimamente considerato questi nuovi fattori. Inoltre la variante di Pr “non va a toccare solo un singolo quartiere o i proprietari confinanti, ma avrà un influsso sul futuro pianificatorio del resto della città e di tutto l’agglomerato”. Lo scopo dello sviluppo centripeto “non vale solo per il singolo comune, ma per una regione intera, per tutto il cantone”. Il dimensionamento del Pr in funzione della crescita auspicata a livello locale, regionale e cantonale, la mobilitazione e il riordino delle riserve, l’incremento delle potenzialità edificatorie nei luoghi strategici, lo sfruttamento delle zone edificabili in vigore e l’adeguamento del loro dimensionamento “devono costituire il filo conduttore su cui impostare la messa a punto della variante di Pr di tale portata”. Perciò la decisione politica “dev’essere approfondita e minuziosa, non presa a cuor leggero. Nell’interesse di tutti i cittadini bisogna decidere sapendo perfettamente quali saranno le conseguenze e ripercussioni”.


I contenuti del Quartiere Officine

‘Corsia preferenziale e porte spalancate’

Ancora una volta, secondo i ricorrenti “è indubbio che al momento di votare i consiglieri non disponessero di nessun dato relativo al calcolo della contenibilità per poter decidere se la variante a favore delle Ffs fosse sostenibile o meno o se andasse subito ricalibrata e rivalutata, soprattutto considerando le conseguenze per le zone residenziali e lavorative di tutta la regione”. In altre parole, “prima di spalancare le porte all’edificazione abitativa di nuove e pregiate aree finora destinate all’attività industriale, il Municipio doveva informare la popolazione e il Cc delle conseguenze sulle altre zone edificabili del comune, specificando quali avrebbero dovuto essere ridotte, di quanto e dove”. Parlando di “corsia preferenziale” i ricorrenti ritengono che la variante “crea una disparità di trattamento urtante” in grado di “compromettere l’edificabilità di tutto il territorio comunale le cui zone edilizie sono state e saranno ridimensionate”. Queste conseguenze legate alla contenibilità delle riserve edificatorie “sono state sottaciute al Cc”.

Ospedale ‘meglio vicino alla stazione’

Infine viene contestato il fatto che parallelamente al Quartiere Officine le autorità cittadine e cantonali mirino a rendere edificabile il vasto comparto della Saleggina (oggi in parte militare e in parte agricolo) per realizzarvi il nuovo Ospedale regionale. Secondo i ricorrenti questo potrebbe sorgere proprio nel Quartiere Officine a ridosso della stazione ferroviaria, evitando di realizzarvi la parte residenziale e commerciale di competenza delle Ferrovie federali. Parola al Tram.

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