Bellinzonese

Firme e solidarietà per la famiglia afgana di Bellinzona

La Sem vuole rispedirla in Croazia. Dopo la mobilitazione di amici e associazioni, si attiva con una petizione anche il popolo del web

18 giugno 2023
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Lanciata sabato, ha rapidamente superato le mille sottoscrizioni. Tramite una petizione online passa anche dalla piattaforma change.ch il sostegno alla famiglia afgana – dallo scorso novembre di casa a Bellinzona dopo un lungo peregrinare nei centri per rifugiati ticinesi iniziato nel gennaio 2021 – raggiunta da una decisione della Segreteria di Stato per la migrazione di respingere la domanda di asilo. Ordine contro il quale i genitori Gholam ed Esmat, che insieme ai figli Amid e Mohammad di 12 e 8 anni vivono nel quartiere delle Semine, hanno interposto ricorso al Tribunale amministrativo federale di San Gallo. A esso, in attesa di decisione, intende rivolgersi con la raccolta di firme in corso l’Associazione comunità afgana in Ticino (Acat) impegnata in un programma d’integrazione dei connazionali. Acat che con l’aiuto di molte persone che hanno preso a cuore la situazione – si contano diverse lettere scritte da amici, conoscenti, compagni di scuola e insegnanti, nonché membri delle società di basket dove hanno giocato e giocano tutt’oggi i figli – ripropone nella petizione il nostro articolo del 13 giugno nel quale si evidenziano le sofferenze vissute in patria e durante il lungo peregrinare fino al Ticino attraverso Iran, Grecia e altri Paesi. Fino alla Croazia, dove la famiglia secondo Berna dovrebbe ora recarsi essendo stato il suo Paese di registrazione nell'area Schengen (vedi accordi di Dublino).

‘I loro sforzi meritano di essere riconosciuti’

Nei commenti alla petizione vi sono numerose espressioni di vicinanza e solidarietà di persone che conoscono bene la famiglia e sottolineano la sua ottima integrazione nel tessuto scolastico e sociale, come d’altronde era già accaduto quando erano ospiti del Centro per richiedenti l’asilo di Cadro. Lara Robbiani Tognina, direttrice dell’associazione DaRe (Diritto a restare) di Ravecchia attiva nel sostegno materiale alle famiglie migranti fornendo beni di prima necessità e attività di vario tipo, spiega ad esempio che “Frequentano regolarmente Casa DaRe. Seguono i corsi di conversazione d'italiano. Si sono inseriti velocemente nel gruppo di utenti e dei volontari. In Croazia hanno subito l’inverosimile. Non possiamo permettere che vengano rimandati a subire altre violenze”. La famiglia, scrive un’altra signora, ”è già integrata molto bene. I ragazzini fanno sport con i coetanei ticinesi. Lasciamoli crescere sereni”. E ancora: “La volontà di vivere in pace e offrire un futuro possibile ai propri figli dovrebbe animare ogni padre, ogni madre. Questa famiglia, in fuga dal cappio di società inumane, è un esempio d'amore”. Un genitore della Capriasca spiega di aver conosciuto la famiglia al Centro rifugiati di Cadro: “Amir ha iniziato a giocare a basket assieme ai miei due figli! Ora con Matteo gioca nella selezione Ticino di Basket e sono dei veri Amici! Devono restare qui con noi in Ticino!”. “Non si può espellere una famiglia che si è integrata così profondamente nel nostro territorio. Questi bambini – ribadisce una signora – hanno il diritto di vivere finalmente con la serenità e la tranquillità che ogni bambino merita”. Esmat, la mamma, viene descritta come “una persona meravigliosa. Si è impegnata nell'imparare l'italiano, trovare un lavoro e integrarsi al meglio. I suoi sforzi e quelli della sua famiglia meritano di essere riconosciuti, nella possibilità di potersi costruire un futuro”.

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