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Campra, sci di fondo a rischio: ‘Non vogliamo finire al muro’

Sci club Simano (parte tecnica e sportiva) pressato dalla Sa del Centro nordico e dal Municipio. Tra lavori non fatti, precetti, imposizioni e ricorsi

Il Campra Alpine Lodge & Spa inaugurato a fine 2019
(Ti-Press)
16 giugno 2023
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Attivo sin dal 1934 e da mezzo secolo esatto promotore e responsabile della gestione tecnica e agonistica del Centro nordico di Campra, le cui prime installazioni risalgono al 1973, lo Sci club Simano avrebbe 50 validi motivi per festeggiare il traguardo. Ma da oltre un anno è confrontato con una situazione giudicata molto delicata dal comitato rinnovatosi nel novembre 2021 e presieduto da Tauf Khamitov che ha ereditato il timone da Marino Vanzetti. Situazione delicata a tal punto da temere per la corretta tenuta della parte tecnica e sportiva, spiega alla ‘Regione’ il comitato quando gli chiediamo un bilancio del giro di boa, considerando anche le difficoltà incontrate dalle nuove infrastrutture d’accoglienza. Difficoltà sfociate la scorsa estate nel fallimento della società di gerenza A&T Innovation Sagl. Attività, quella dello Sci club, che durante l’inverno consiste principalmente nel curare quotidianamente i 30 chilometri di piste per lo sci di fondo, organizzare competizioni ed eventi anche di portata internazionale, organizzare attività e allenamenti con bambini e ragazzi di tutte le categorie, preparare e noleggiare il materiale tecnico, nonché gestire l’impianto per l’innevamento programmato, i battipista e la biglietteria per l’accesso degli utenti. Si scrive Sci club, ma va inteso come una vera e propria azienda che anche in estate è sempre sul pezzo per gestire gruppi di campeggiatori e pianificare e organizzare la stagione invernale successiva.

Partenza problematica

Ora, ciò che avrebbe dovuto rappresentare un punto di ripartenza comune per far crescere ulteriormente l’attrattiva della conca altobleniese situata a metà strada fra Olivone e il Passo del Lucomagno, in realtà ha innescato problemi e attriti di difficile risoluzione. Anzitutto va ricordato il decollo problematico del Campra Alpine Lodge & Spa inaugurato a fine 2019 e realizzato dalla Centro sci nordico Campra Sa, presieduta da Roberto Zanetti, con un investimento complessivo, per il progetto di riqualifica generale, inizialmente fissato in 15 milioni di franchi per metà sussidiato dal Cantone con un contributo a fondo perso stanziato nel 2011 dal Gran Consiglio: nel 2020 ha dapprima impattato contro il lungo periodo pandemico che ha compromesso una parte importante dell’attività; il tutto, come accennato, sfociato un anno fa nel fallimento della A&T Innovation Sagl che per due anni e mezzo ha gestito, con notevole impegno, ristorante, albergo e spa. A pesare sul fallimento la sua impossibilità di onorare le condizioni (affitto, costi energetici, ecc.) poste dalla Società anonima proprietaria, Sa di cui sono azionisti per 500mila franchi ciascuno il Comune di Blenio e lo Sci club Simano, per 200mila franchi il Comune di Acquarossa, cui si affiancano azionisti privati per un milione di franchi. Altri 200mila franchi, ma a fondo perso, sono giunti dal Comune di Serravalle.

A ciascuno il suo compito

Un intreccio di presenze sin dall’inizio voluto per distinguere adeguatamente ruoli e responsabilità: da una parte la Sa proprietaria sostenuta da più azionisti istituzionali e privati, dall’altra la gestione dell’accoglienza tramite un gerente, e dall’altra ancora la gestione tecnica e agonistica affidata allo Sci club. A ciascuno il suo compito verso un obiettivo comune. Dopo il fallimento della A&T Innovation Sagl, l’aspetto esercentesco e alberghiero è stato assunto direttamente dalla Centro sci nordico Campra Sa, anche perché nell’estate 2022 è andato a vuoto un concorso per incaricare una nuova gerenza.

‘Come un attore da emarginare’

E lo Sci club? Seppure sia stato l’artefice della crescita dell’offerta per cinque decenni e, 15 anni fa, promotore delle tappe iniziali della riqualifica generale, dall’inverno 2019/20 ha proseguito con le proprie incombenze. Ma, appunto, non come immaginava quando erano state gettate le basi per la gestione futura del Centro nordico e quando lo stesso Cantone sussidiante l’aveva specificatamente voluto come attore nell’ambito della nuova offerta tecnica e sportiva. «Ci sentiamo come un attore cui qualcuno, da dietro le quinte, complica la vita per emarginarlo e infine togliergli la parte», premette il comitato elencando una lunga serie di situazioni che ne stanno compromettendo l’operatività. Dettaglio importante a monte della premessa: «La riqualifica dell’intero comparto poggiava anche sul passaggio di proprietà alla Sa di una buona parte delle nostre infrastrutture, ciò che si è tradotto per noi nella mancanza di entrate prima garantite, come ad esempio l’affitto del ristorante e per l’ospitalità delle colonie. Inoltre oggi è previsto il pagamento di un affitto per quegli spazi e locali che prima, poiché nostri, erano da noi usati a costo zero».

Lavori incompiuti

La critica parte anzitutto dall’incompiutezza infrastrutturale relativa ai due stabili nei quali si trovano la sede tecnica (zona posteggio) e il primo rifugio risalente al 1973 (lato sud) rimasti di proprietà dello Sci club: nel primo vi trovano posto biglietteria, preparazione e noleggio materiale, sala riunioni per le gare, dormitorio di riserva, cucina da campo e stazione di pompaggio per l’innevamento artificiale; nel secondo si trovano una cucina con refettorio e un dormitorio per gruppi. «Stando al progetto approvato – dettaglia il comitato dello Sci club – circa 700’000 franchi erano destinati alla loro ristrutturazione. Interventi previsti, in due tappe, nel piano di riqualifica del centro». Piano che fra le altre cose prevedeva anche la demolizione dello stabile palestra con appartamento (edificio passato di proprietà dallo Sci club alla Sa) da sostituire con un nuovo corpo dotato di palestra e magazzini e nel cui seminterrato inserire una grande rimessa per battipista e altri macchinari.


Cannoni oggi parcheggiati all’aperto anziché nel magazzino mai realizzato

Importo dimezzato e niente spazi

Ciò nonostante, prosegue il comitato, «nel 2016 con nostro disappunto si è assistito alla riduzione da 700’000 a 350’000 franchi. E nessuna delle opere previste è mai stata realizzata dal committente incaricato, ossia la Società anonima. La conseguenza è che oggi ci ritroviamo con la sede operativa ancora da sistemare, senza la nuova rimessa dei battipista, i quali rimangono parzialmente ancora sotto la vecchia tettoia di lamiera ma anche fermi all’esterno, e spazi insufficienti per i magazzini dove stoccare ad esempio i cannoni sparaneve. Tutto ciò mentre il preventivo di 15 milioni è stato portato nel 2016 a quota 16,2 milioni, aumento che non ha beneficiato dei sussidi cantonali e non ha neppure permesso di completare l’opera». A questo riguardo, nel 2011 il Consiglio di Stato e la Commissione della gestione del Gran Consiglio scrivevano nei rispettivi messaggio e rapporto al parlamento che “il contributo cantonale non sarà adattato nel caso di un aumento dei costi”. Alla Sa dunque il compito di trovare i fondi necessari. A scapito dello Sci club?

I 250'000 franchi in piena mediazione

Si aggiungono poi, come accennato, le pretese finanziarie avanzate dalla Sa in base a una dichiarazione d’intenti risalente al 2015 e che scaturiva dal Progetto di riqualifica. Le cifre indicate nella dichiarazione comprendevano un’indennità annua quale affitto di oggetti di proprietà della Sa (spogliatoi, rimessa macchinari, palestra e pista di ghiaccio) e la partecipazione ai costi del finanziamento della parte non coperta dai sussidi su oggetti di proprietà dello Sci club (ammodernamento delle sede tecnica e parzialmente del rifugio). «Peccato – obietta il comitato dello Sci club – che quanto realmente realizzato non corrisponda affatto a quanto previsto; e che la Sa ci abbia persino inviato un precetto esecutivo di 250’000 franchi lo scorso marzo, quando le parti erano in piena mediazione gestita dapprima dai vertici dell’Ente regionale per lo sviluppo, e poi da un suo consulente. Rivendicate dunque nei nostri confronti cifre per noi ingiustificabili e inaccettabili».


Ancora presente la vecchia sosta dei battipista che avrebbe dovuto essere demolita da tempo

Accordo intravisto ma sfumato

In soldoni parliamo di 50mila franchi all’anno per cinque anni calcolati dal 2018, ossia quasi due anni prima dell’apertura della parte ricettiva: «Il tutto, ribadiamo, in mancanza di una parte delle opere e di contratti scritti e controfirmati dalle due parti. E pensare che la mediazione (ndr: sospesa dal mediatore per divergenze su più punti) un risultato secondo noi lo aveva ottenuto, fissando dei criteri condivisibili per giungere a un importo realistico». L’accordo intravisto già al secondo incontro col mediatore «prevedeva un saldo e stralcio conclusivo a fine 2022 che comprendeva anche il pagamento di prestazioni fornite dallo Sci club alla Centro sci nordico Campra Sa, per poi ripartire contabilmente dal gennaio 2023 con un contratto nel quale dettagliare posizione per posizione».

L'intimazione comunale

A complicare le cose – aggiunge il comitato aprendo un’altra porta – ci si è messo anche il Comune di Blenio «imponendo limitazioni logistiche nell’utilizzo della sede tecnica e operativa, che ribadiamo la Sa non ha riattato, e di strutture d’appoggio provvisorie per noi indispensabili. Nel primo caso il Municipio ci ha recentemente intimato di non usarla al di fuori degli scopi fissati nella licenza edilizia rilasciata ormai tanti anni fa». Il comitato afferma di rendersi perfettamente conto che anche questo aspetto vada messo in regola e a confermarlo è l’inoltro, da parte sua, di due domande di costruzione. La prima (sfociata in un diniego) per un nuovo stabile di cronometraggio e deposito nei pressi della pista di ghiaccio; la seconda (in esame) per la sede. «Purtroppo il Municipio non sembra capire che la sua imposizione, così come comunicataci nei tempi e nei modi, non ci aiuta affatto». La situazione appare perciò paradossale: da una parte la sede attende ancora il risanamento previsto dal progetto a carico della Sa, «dall’altra il Comune ci intima il divieto di usarla così come si trova attualmente e da oltre 25 anni». Decisioni (diniego e stop all'utilizzo) nel frattempo impugnate dallo Sci club con dei ricorsi.

‘Chiediamo condizioni giuste’

Per tutti questi motivi il comitato dello Sci club si trova suo malgrado messo in difficoltà: «E rimaniamo con un grosso interrogativo senza risposta: perché i nostri partner mettono alle strette un’entità che per 50 anni ha sempre funzionato bene?». A questo punto l’appello che viene lanciato pubblicamente è chiaro: «Chiediamo condizioni giuste che ci consentano di continuare a lavorare con, nello specifico dei contratti, un affitto sopportabile delle strutture che usiamo per il corretto funzionamento del centro nordico». Detto ancor più chiaramente, se lo Sci club sarà costretto a pagare 250mila franchi, se non potrà incassare dalla Sa quanto gli spetta di diritto e non potrà svolgere le attività che consentono il necessario profitto, «sarà messo al muro». Appello dunque molto chiaro: «Sollecitiamo chi di dovere, sul piano istituzionale cantonale, affinché verifichi l’impasse creatasi, con l’obiettivo necessario a tutti di ultimare le opere previste, procedere col riordino definitivo dell’intero comparto e garantire anche in futuro l’indispensabile gestione tecnica e sportiva di Campra».

Guardando a ritroso nel tempo, ossia al 2006 quando si è presentata la possibilità, nell’ambito dell’aggregazione comunale, di iniettare nuove risorse ed energie a Campra, agli ultimi dieci anni di transizione verso la riqualifica e al mezzo secolo di impegno pionieristico che ha permesso di far nascere e sviluppare una realtà per lo sci di fondo oggi ufficialmente riconosciuta come centro sportivo di valore nazionale, «riteniamo di aver sempre operato per il buon funzionamento del Centro nordico. E che grazie all’esperienza maturata negli anni, lo Sci club rimane per Campra un attore con un ruolo importante. Ma non può esserlo – conclude il comitato – a queste condizioni».

Per ora no comment

Interpellato dalla redazione, il presidente della Sa Roberto Zanetti preferisce non entrare nel merito e rinvia una comunicazione chiarificatrice a dopo l’assemblea degli azionisti prevista settimana prossima: «Diremo cosa è stato fatto, cosa non ancora e perché, rimettendo così il campanile al centro del villaggio». Idem la sindaca Claudia Boschetti Straub: «È ora di fornire tutte le spiegazioni, ma per rispetto degli azionisti lo faremo dopo l’assemblea».

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