Bellinzonese

Violenza e coazione sessuale, dovrà scontare 3 anni e mezzo

Nei confronti dell'uomo macchiatosi di più reati la Corte ha emesso un verdetto decisamente più pesante rispetto a quanto chiesto dalle parti

In sintesi:
  • Lo scorso dicembre l'atto d'accusa era stato respinto non avendo la Corte ritenuto adeguata la medesima proposta di pena
  • Oggi, in occasione del nuovo processo, la procuratrice pubblica Valentina Tuoni non è tornata sui suoi passi, e la Corte ha preso una decisione ben più severa 
25 maggio 2023
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Non ha retto nemmeno questa volta la proposta di pena formulata dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni e condivisa dall'avvocato difensore Marco Masoni. Anche per la Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta è troppo lieve una condanna a tre anni di carcere, di cui solo sei mesi da espiare e i rimanenti sospesi con la condizionale per due anni, allineandosi di fatto alle valutazioni fatte lo scorso dicembre dalla Corte presieduta dal giudice Mauro Ermani, che aveva ritenuto decisamente non adeguata la medesima proposta della pp – concordata con la difesa – e rimandato l’incarto al Ministero pubblico per un nuovo esame. Oggi, a cinque mesi di distanza, in occasione del nuovo approdo del caso nell’aula penale di Lugano, si è confermata troppo blanda la condanna proposta da Tuoni. L’uomo sulla quarantina colpevole di reati contro l’integrità fisica e della sfera sessuale è infatti stato condannato a un pena detentiva ben più pesante: tre anni e sei mesi, interamente da espiare.

La Corte ha valutato come estremamente grave la colpa dell’uomo, che tra agosto 2021 e giugno 2022 ha ripetutamente usato la forza nei confronti dell’allora compagna: le ha dato schiaffi, più volte al termine di furiosi litigi l’ha rinchiusa in camera da letto nonostante lei piangesse e pregasse di poter uscire, fino ad arrivare all’episodio più grave: costringerla con una violenza inaudita a consumare un rapporto sessuale completo, nonostante il suo chiaro rifiuto.

Invece di uscire oggi dal carcere come prevedeva la proposta di pena della pubblica accusa – nuovamente appoggiata dalla difesa –, l’uomo resterà dietro le sbarre e dovrà scontare interamente la pena, tenendo conto del periodo già passato dietro le sbarre a partire da giugno 2022, circa un mese dopo il fatto più grave riportato nell'atto d'accusa. In carcere l’uomo continuerà a seguire un percorso terapeutico per far fronte – ha ravvisato la perizia – a una personalità paranoica, con anche disturbi psichici e comportamentali dovuti al consumo di alcol che lo hanno spesso portato ad assumere comportamenti aggressivi. Come chiesto dall'avvocata Demetra Giovanettina, patrocinatrice dell'ex compagna, la Corte ha stabilito che l'uomo dovrà versare alla donna 13mila franchi di risarcimento.

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