Bellinzonese

Piccolo riale grande disastro: Lumino adatta il ponte sul Bruga

Buona la seconda: dopo il messaggio bocciato in dicembre, il Cc ha votato quello nuovo all’unanimità con un costo sceso da 650mila a 410mila franchi

In sintesi:
  • Il manufatto sarà allargato alla base, e l'alveo abbassato, per far scorrere più acqua in caso di piena
  • Confinanti alla cassa: previsto anche il prelievo dei contributi di miglioria nell'ordine del 70%
9 agosto 2021, the day after
(laRegione)
16 maggio 2023
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A Lumino sarà presto messa in cantiere una delle varie opere di miglioramento idraulico e strutturale previste dopo l’alluvione del 7-8 agosto 2021, quando una quarantina di abitazioni presenti nella parte collinare sud del paese sono state invase e danneggiate dalla fuoriuscita dei riali Bruga e Valentra. Due piccoli corsi d’acqua in apparenza innocui ma che in quell’occasione hanno creato parecchi grattacapi a famiglie e autorità locali. Queste ultime, accompagnate dai servizi cantonali, hanno approntato una strategia anti-disastri che comporterà in varie tappe un investimento di circa 7 milioni di franchi. Una tappa riguarda il rifacimento del ponte del riale Bruga su via Rampighetta, compresa la riprofilatura dell'alveo sottostante, interventi per i quali il Consiglio comunale riunito lunedì sera ha stanziato all’unanimità i 410mila franchi chiesti dal Municipio (già dedotto il sussidio cantonale di 162mila franchi), cui farà seguito il prelievo dei contributi di miglioria nell’ordine del 70%.

Cosa mancava

Si tratta del secondo messaggio sull’argomento sottoposto al Legislativo, dopo che quello dello scorso autunno, caratterizzato da un preventivo di spesa di 650mila franchi, era stato bocciato in dicembre dallo stesso Cc seguendo l’indicazione del rapporto di maggioranza congiunto delle commissioni Gestione ed Edilizia, critico sul fatto che il messaggio fosse privo di progetto definitivo, ciò che non giustificava la spesa indicata, e che l’Ufficio cantonale dei corsi d’acqua avesse espresso allora preavviso negativo, sospendendo la procedura di approvazione in attesa di una nuova variante. In più lo stesso messaggio includeva tutti i costi di progettazione, quando questi erano già stati votati precedentemente, e non citava l’aspetto dei contributi di miglioria da prelevare presso i confinanti.

Municipio criticato

Nel loro rapporto congiunto firmato il 4 maggio le due commissioni (relatore Davide Biondina del Plr) deplorano “l’ingiustificato scarico di responsabilità da parte dell’esecutivo nei confronti del legislativo. Infatti anche il dispositivo alternativo, proposto dal Municipio in un secondo tempo, non permetteva di risolvere tutti i problemi sopraccitati. Questo inaccettabile modo di agire del Municipio appare poco serio e irrispettoso nei confronti della volontà espressa dal Consiglio comunale”. Anche sul secondo messaggio per i 410mila franchi, ora infine votato, le cose non sono andate lisce mancando inizialmente, ancora, il preavviso dell’Ufficio corsi d’acqua e il conseguente sussidiamento cantonale. Preavviso infine giunto quando il relatore Biondina si è attivato col progettista affinché lo sollecitasse presso i servizi cantonali. Documento ritenuto dalle commissioni doveroso perché “mette al riparo il Comune da spiacevoli sorprese dovute a interpretazioni di eventuali accordi verbali”.

‘Si voleva anticipare’

Nel messaggio ora votato il Municipio rispedisce al mittente alcune critiche dello scorso autunno: sebbene il costo sia minore e in linea con il Masterplan delle opere di premunizione da pericoli naturali, evidenzia che a seguito del ‘no’ espresso in dicembre dal Cc “non è stato possibile realizzare l’opera entro l’inizio di giugno 2023, ovvero prima del periodo estivo nel quale, per via degli abituali temporali violenti, non è possibile intervenire”. Lo scorso autunno il Municipio “aveva invece unanimemente deciso di presentare il messaggio (ndr: poi contestato) con i parametri finanziari allora conosciuti, perfettamente cosciente degli affinamenti in corso e sapendo che gli stessi avrebbero giustamente comportato una riduzione del costo complessivo dell’opera, con la volontà di accelerare l’iter e realizzare gli interventi prima del giugno 2023”.

Aumentare lo spazio di scorrimento

Ma di cosa stiamo parlando? Di un manufatto, il ponticello appunto, la cui attuale sezione misura 90 centimetri di altezza per una larghezza alla base di 1,5 metri. In occasione di eventi alluvionali con un minimo apporto detritico la sezione rischia di occludersi. La situazione attuale è ritenuta quindi insufficiente dal punto di vista idraulico e facilmente otturabile. Il tutto va dotato di una sezione tale che consenta di sopportare adeguatamente futuri nubifragi e impedire esondazioni a danno di otto mappali sottostanti e della strada comunale. Gli interventi principali previsti sono i seguenti: portare la sezione dell’alveo al di sotto del ponte a una larghezza minima di 2 metri e a un’altezza media di 1,5 metri tramite una soluzione ibrida che prevede l’innalzamento del ponte (il rifacimento totale dello stesso, un adattamento altimetrico della strada comunale e il raccordo ai terreni confinanti a valle e a monte) e l’abbassamento dell’alveo esistente; demolire la soglia presente a monte del ponte e realizzare una rampa con conseguente adeguamento della pendenza del fondo; abbassare e adeguare la geometria dell’alveo per una lunghezza totale di 22 metri; prevedere l’adeguamento della geometria di deflusso principalmente adottando la tecnica della sottomurazione senza procedere allo smontaggio completo e conseguente rifacimento degli argini; rialzare gli argini (franco bordo) e creare un nuovo cordolo rialzato sul ponte lato monte. Durata del cantiere circa 80 giorni.

Sostegno alla funivia Pizzo di Claro

Con un solo astenuto il Cc ha anche stanziato 130mila franchi quale contributo comunale alla sostituzione della fune della funivia Pizzo di Claro. Un intervento ritenuto imprescindibile per ottenere il rinnovo della concessione per il trasporto di persone fino al 2037. La spesa necessaria per l’operazione non sarà a carico dalla Società Pizzo di Claro Sa proprietaria dell’impianto, la cui situazione economica non le consente di investire. Da qui l’intervento, come già fatto in passato, di Comune e Patriziato entrambi azionisti della Sa, riconoscendo l’importanza storica dell’impianto quale motore turistico e come punto di accesso verso destinazioni altrimenti difficilmente raggiungibili. Si prevedono poi contributi (ancora da confermare) da parte del Patriziato di Lumino e 70mila franchi a carico della trentina di proprietari di rustici sulla montagna. Altri 20mila franchi, secondo il piano di finanziamento della Sa, dovrebbero essere suddivisi tra Patriziato di Claro, Città di Bellinzona ed Ente regionale per lo sviluppo.

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