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Zanzara tigre a Bellinzona, Verdi e Municipio si punzecchiano

I primi chiedono maggior impegno del Comune verso i privati. Risposta: ‘Più informazione e forse un aiuto all’acquisto dei prodotti e al progetto Supsi’

In sintesi:
  • L’esecutivo respinge l’accusa di fare troppo poco a favore della popolazione per risolvere il problema
  • Non piace la proposta di destinare risorse alla messa in rete della cittadinanza per gestire meglio i sedimi privati
19 aprile 2023
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Critiche rispedite al mittente. E il problema rimane sul tappeto nonostante gli sforzi fatti, in attesa che qualche progetto pilota svolto altrove produca effetti positivi. Parliamo della zanzara tigre, da anni ormai una piaga in Ticino, valli superiori escluse. A soffrire in particolare, nel vasto comprensorio di Bellinzona, sono i quartieri residenziali più o meno densamente abitati, dove la gente d’estate non può permettersi di cenare all’aperto, a meno d’innescare una lotta impari che vede sempre vincere la fastidiosa punzecchiatrice. Da Ravecchia alla Gerretta fino a Giubiasco si sprecano i racconti di chi è costretto a tapparsi in casa. Quale ruolo può giocare il Comune? Tramite una mozione presentata lo scorso ottobre al termine di un’estate nefasta, i Verdi hanno criticato l’agire del Municipio ritenendo che qualora esso abbia un strategia, ebbene non sta funzionando. Serve insomma un intervento urgente e proattivo nei confronti della popolazione, secondo i consiglieri comunali Ronald David e Giulia Petralli, i quali di fronte al rischio di vedere dichiarare irricevibile la loro mozione l’hanno tramutata in interrogazione. Nei giorni scorsi è quindi arrivata la risposta auto-assolutoria del Municipio. Che però si dice pronto a migliorare l'approccio su alcuni punti.

Critica rispedita al mittente

L’interrogazione, attacca l’esecutivo, “stigmatizza l’operato della Città facendo intendere che poco o nulla si sia fatto per contrastare questo problema; ciò non corrisponde al vero e quindi si respinge la critica”. Ma cosa viene fatto in concreto? “Da anni la città adotta le opportune strategie di lotta d’intesa e con la supervisione dei preposti servizi della Supsi”, ossia il settore ecologia dei vettori attivo in seno all’Istituto di microbiologia. I rapporti con tali servizi “sono sempre stati ottimali e improntati alla reciproca disponibilità e volontà a fare sempre meglio. Lo provano i rapporti periodici rilasciati dai funzionari che si complimentano con l’ottimo lavoro assicurato dagli addetti comunali a livello organizzativo e operativo in materia di modalità e frequenza dei trattamenti, monitoraggio, ecc.”.

‘Strumento efficace’

Se la Supsi dunque plaude, chi si gratta invece boccia. Ma la colpa, o concolpa con o senza negligenza, non è forse di chi si gratta? Era proprio questo il punto sollevato dai Verdi auspicando, fra le varie proposte fatte, un approccio più efficace dell’autorità comunale nei confronti della proprietà privata – tramite un coinvolgimento su scala generale mettendo in rete la cittadinanza nella corretta gestione dei vari sedimi – andando quindi oltre ai trattamenti svolti dal Comune nella tombinatura pubblica. Un ingaggio di risorse verso la proprietà privata di cui il Municipio non vuol sentire parlare, aprendo tuttavia a un altro possibile aiuto: “Le esperienze maturate negli ultimi anni fanno ritenere che i piani di trattamento sono tutt’oggi un metodo efficace di lotta. Il Comune – ribadisce il Municipio – svolge in modo adeguato i propri compiti; più difficile è per contro assicurare altrettanto rigore da parte dei privati”. Molti dei quali sono negligenti, cui si aggiungono situazioni – evidenziavano i Verdi – che potrebbero trovare giovamento da un diverso approccio dell’ente pubblico, ad esempio nel ricercare e gestire focolai negli edifici e loro vicinanze.

Coinvolgere le associazioni di quartiere

Ma appunto l’esecutivo non ci sta: “Al momento appare prematuro lo stanziamento di crediti per non meglio definiti ‘progetti pilota’. Piuttosto si ritiene utile ottimizzare l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini coinvolgendo le associazioni di quartiere”. Come pure, e qui i Verdi ottengono una risposta quasi positiva a una delle loro richieste, “eventualmente contribuire per la messa a disposizione a condizioni di favore dei prodotti per i trattamenti”. Cosa che altri Comuni già fanno. Ribaltando sul privato le responsabilità, il Municipio ritiene dunque “auspicabile l’assunzione di un ruolo maggiormente proattivo da parte del cittadino. I servizi della Città sono come sempre a disposizione per il supporto e l’assistenza a coloro che ne fanno richiesta”. Non si esiti quindi a sollecitare i Servizi urbani e ambiente.

Aspettando Morcote

Quanto alle possibili strategie, i Verdi suggerivano anche di stanziare fondi per sviluppare nuovi sistemi di prevenzione. Il Municipio rileva di essere a conoscenza del progetto ‘zanzara rosa’, gestito dalla Supsi, che consiste nel rilascio sul territorio di maschi sterili per studiarne gli effetti sulla riproduzione della zanzara tigre: “Progetto esplorativo con prime applicazioni in Ticino da quest’anno, tramite una fase sperimentale a Morcote e poi a Melide”. Se i test confermeranno la validità del sistema “si avrebbe a disposizione un ulteriore strumento”. In questo senso il Municipio, riconoscendo la bontà della proposta ambientalista, “esaminerà la possibilità di fornire un sostegno finanziario alla fase sperimentale del progetto”. Da notare che anche la Commissione Piano regolatore, ambiente ed energia del Cc, pur indicando l’irricevibilità della mozione ricadendo il tema nel capitolo della gestione ordinaria del Municipio, lo ha sollecitato a fare meglio: “Tutti i commissari auspicano che la lotta possa aumentare di efficacia in breve tempo, pertanto invitano il Municipio ad attivarsi programmando i suoi futuri interventi in base alle esperienze cantonali pregresse e su nuove conoscenze scientifiche”.

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