Bellinzonese

Ferito da una scarica ma a distanza di sicurezza: un mistero

Faido, emerge solo ora quanto successo la scorsa estate durante lo spostamento di tronchi con elicottero vicino all’alta tensione

5 aprile 2023
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Un mistero. A nove mesi di distanza ancora non si conosce la causa, o le cause, all’origine del ferimento di un assistente di volo dipendente della Tarmac Aviation di Agno. L’incidente, spiega nel proprio rapporto preliminare il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (Sisi), si è verificato nel primo pomeriggio del 13 luglio scorso in zona Matenc sopra Faido durante lo spostamento tramite elicottero di tronchi di albero segati alcuni giorni prima, per motivi di sicurezza, nelle vicinanze di una linea ad alta tensione di proprietà di Swissgrid. Illeso il pilota, “ferito gravemente” l’assistente di volto, scrive il Sisi specificando che quest’ultimo “è rimasto ferito da una scarica elettrica nel tentativo di afferrare il gancio secondario. Sia l'elicottero sia la fune di trasporto non sono entrati in contatto con i conduttori di un elettrodotto ad altissima tensione nelle vicinanze, che si trovavano a circa 20 metri di distanza”.

‘Ferite in realtà non gravi, attendiamo spiegazioni’

Scarica elettrica dunque in assenza di contatto con la linea dell’alta tensione e a una distanza conforme dai cavi. Com’è possibile? E soprattutto, quali conseguenze ha riportato l’assistente di volo? «Il mistero è tutt’oggi irrisolto e non è vero che il nostro assistente ha subìto gravi ferite», spiega alla ‘Regione’ Rolf Marending, ceo della Tarmac Aviation e di altre società di elitrasporti in Ticino: «Il nostro collaboratore è stato ricoverato e dimesso dopo due soli giorni ed è subito rientrato al lavoro senza gravi conseguenze. Il concetto di ‘ferite gravi’ riguarda infatti ricoveri sopra i cinque giorni, e non è stato il nostro caso». Ovviamente, aggiunge, insieme al Sisi, alla Suva e a Swissgrid «sono subito partite le verifiche sul posto. Da una parte per capire l’origine del problema, dall’altra per evitare che si ripetano altri simili incidenti. Questa volta il nostro collaboratore se l’è cavata e per noi questo è un punto fondamentale; ma se dovesse ripetersi? Per il momento, quale misura preventiva aggiuntiva, abbiamo fissato una catena che dalla fune di sollevamento dell’elicottero tocca sempre il suolo, così da incanalare lì eventuali scariche».

‘Per ora solo strane ipotesi’

Per quanto riguarda l’inchiesta, ribadisce Marending, «per il momento ha unicamente confermato che l’elicottero e il cavo di aggancio dei tronchi si trovavano regolarmente alla distanza di sicurezza fissata dalle specifiche norme a 20 metri dalla linea dell’alta tensione. Una possibile causa, tuttora in fase di approfondimento, è che possa esserci stata una messa a terra non conforme del traliccio. Ma è solo un’ipotesi. Quanto ai tronchi presenti al suolo, sembra strano che possano aver fatto da conduttore», essendo il legno semmai un isolante. «Idem gli aghi di pino. Da notare poi che l’incidente si è verificato in una giornata di bel tempo; determinate scariche elettriche si manifestano infatti col maltempo. Insomma, in tanti anni di lavoro con gli elicotteri – conclude Marending – è la prima volta che ci capita una situazione del genere. Attendiamo risposte».

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