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In Val Morobbia diventa 5G anche l’antenna nel campanile

Swisscom aggiorna il vecchio impianto, in passato contestato invano con dei ricorsi e infine avallato dal Tribunale federale

Un dettaglio del progetto
31 marzo 2023
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Lunga vita all’impianto di telefonia mobile presente nel campanile della chiesa di Carmena di proprietà della Parrocchia di Sant’Antonio, nell’alta Val Morobbia. Lo chiede Swisscom depositando una domanda di costruzione per la sostituzione delle due attuali antenne 4G con due nuove di ultima generazione. La presenza elettronica nell’edificio sacro, ricordiamo, negli anni passati aveva fatto versare litri d’inchiostro. Sia per i ricorsi interposti da alcuni vicini, contrari, sia per gli articoli dedicati al tema. E sia per la lettera con la quale l’allora vescovo Valerio Lazzeri nella primavera 2021 ha sollecitato le Parrocchie ticinesi affinché non accettino più simili presenze in futuro, auspicando che non siano più rinnovati i contratti giunti a termine. “Occorre tener presente – scriveva il capo della Curia ticinese – l’inopportunità di decisioni che, in un contesto culturale e sociale come il nostro, rischiano di alimentare inutili polemiche dentro e fuori la comunità dei credenti, creando sospetti di connivenze inopportune o di pregiudiziali opposizioni della Chiesa in ambiti in cui essa può dare solo i riferimenti da tenere presenti e non le ricette risolutive pronte da applicare a ogni singola questione concreta. Pur nella consapevolezza dei limiti imposti dalla legge” il vescovo auspicava quindi che le Parrocchie e i loro amministratori “declinino in futuro ogni richiesta volta a consentire l’installazione di qualsiasi dispositivo di telefonia mobile sugli edifici di vostra competenza secondo la Legge sulla Chiesa cattolica”. Quanto ai contratti in essere, “ci si potrà adeguare a questa indicazione al momento della loro scadenza”.

‘Valori di emissione sotto la soglia Orni’

Non è il caso, par di capire, della Parrocchia di Sant’Antonio, nel cui campanile Swisscom intende passare al 5G aggiornando l’infrastruttura senza sottoscrivere un nuovo contratto. “Le due antenne oggi in servizio – scrive la compagnia telefonica – sono ormai obsolete e possono diffondere i segnali di telefonia nello spettro compreso tra 0,8 e 2,1 GHz limitando la capacità dell’impianto. Le nuove antenne oltre a essere più performanti ci permettono di diffondere le più moderne tecnologie supportate dalla nostra rete nello spettro di frequenza tra 0,7 e 3,6 GHz”. Quanto ai timori per la salute della popolazione, Swisscom specifica che l’energia a disposizione “sarà distribuita su uno spettro di frequenza più ampio, permettendoci di aumentare la capacità dell’impianto mantenendo i valori di emissione al di sotto della soglia consentita e sancita dall’Ordinanza federale sulle radiazioni non ionizzanti”. Su questo specifico punto, Swisscom conclude affermando che “un’attenzione particolare è stata riservata alle emissioni tenendo conto della vicinanza di particolari luoghi sensibili”.

Interesse pubblico batte quello estetico

C’era tempo fino al 30 marzo per inoltrare opposizione al Municipio. Un’opposizione al limite del temerario se si considera quanto sancito nel 2020 dal Tribunale federale accogliendo il ricorso di Swisscom contro la decisione del Tribunale amministrativo cantonale di dare ragione a due abitanti contrari all’antenna nel campanile. Mentre il Tram riteneva che l’impianto contrastasse col carattere monumentale dell’edificio e col vincolo di conservazione della chiesa parrocchiale – bene culturale protetto – il Tf ha invece stabilito che l’interesse pubblico del servizio di telefonia è più importante dell’aspetto estetico dell’antenna. Secondo la massima corte giudiziaria elvetica il Tram si era infatti basato solo sul criterio di tutela del monumento senza considerare quanto prevede la Legge federale sulle telecomunicazioni, ovvero l’obbligo di garantire a tutte le cerchie della popolazione in tutte le regioni della Svizzera il servizio pubblico di telefonia.

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