Bellinzonese

Nuove Officine a Castione: al via i lavori preliminari

Inizieranno il 2 marzo, parallelamente al rilascio della decisione di approvazione parziale dei piani da parte dell’Ufficio federale dei trasporti

Domani, 2 marzo, prenderanno il via i lavori preliminari sul sedime del futuro stabilimento industriale di Arbedo-Castione: "Un’altra importante tappa del progetto, che permetterà di farsi trovare pronti per l’inizio del cantiere nel mese di dicembre di quest’anno", si legge in un comunicato diffuso dalle Ffs. Lavori che si concluderanno dunque entro fine novembre 2023.

‘Accordi trovati’ con gli opponenti toccati

In parallelo l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) "ha rilasciato la decisione parziale di approvazione dei piani". Stando alle Ffs, da noi contattate, ciò significa che "tutti gli opponenti toccati" dai lavori preliminari "sono soddisfatti degli accordi trovati". Di conseguenza è per questo motivo che gli interventi previsti possono ora iniziare. Contro i piani del progetto, presentati la scorsa primavera, ad esempio il gruppo edile Mancini & Marti di Castione, da decenni presente al margine sud dell’area riservata alla nuova officina, aveva inoltrato un’opposizione all’Uft nel quale chiedeva in via principale di costruire lo stabilimento nel comparto ex Monteforno di Bodio-Giornico. In via subordinata sollecitava la modifica dei piani delle Ffs (e maggiori indennizzi) con l’obiettivo di migliorare l’inserimento territoriale dello stabilimento per evitare parzialmente o del tutto il sacrificio di proprie superfici, preservandone così l’attuale capacità lavorativa.

Ricordiamo che la Otto Scerri – ditta di proprietà della Mancini & Marti che ha sede nel medesimo luogo – si è recentemente aggiudicata l’appalto da 18,4 milioni di franchi proprio per lavori preliminari delle opere da impresario costruttore. Impresa edile che, tuttavia, si era sempre opposta al grande stabilimento ferroviario perché sacrificherebbe 32mila metri quadrati usati attualmente dalla ditta come deponia. Verosimilmente è quindi stata trovata una soluzione che elimina o limita questa perdita. O che incrementa la compensazione finanziaria per il terreno sacrificato. Le Ffs non ci hanno fornito dettagli in merito agli accordi raggiunti con i singoli opponenti, ma precisano che "tra le parti c’è soddisfazione reciproca, sia dal punto di vista tecnico, sia economico". Dal canto suo il legale dei gruppi Mancini & Marti e Otto Scerri, l’avvocato Franco Gianoni, conferma alla redazione il raggiungimento di un accordo con Ffs senza però specificarne i dettagli.

Ambientalisti e contadini attendono conferme nero su bianco

Dal profilo ambientale e naturalistico, erano due i filoni di opposizioni presentate all’Uft. Da una parte l’Unione contadini ticinesi (Uct) chiedevano migliori soluzioni riguardo al sacrificio di 8,4 ettari di pregiati terreni agricoli Sac (Superfici di avvicendamento colturale) in assenza di una reale compensazione che fosse non troppo distante da Castione. In particolare l’Uct criticava la soluzione individuata da Ffs e Cantone considerando quattro siti dislocati nel Sopraceneri fra Riviera (1,2 ettari a Iragna), Bellinzonese (3,1 ettari nell’ex cantiere AlpTransit a Camorino e 0,8 ettari a Preonzo) e Locarnese (3,7 ettari a Losone). Contro quest’ultima opzione si erano opposte anche le associazioni ambientaliste Wwf, Ficedula e Pro Natura a difesa dei prati secchi presenti sulla Piana di Arbigo accanto all’ex caserma e alla strada cantonale in direzione di Golino. Opzione criticata anche dalla Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio il cui parere negativo vincolante ha indotto le Ffs a fare retromarcia verso fine 2022. E a individuare alcune alternative in Riviera. Sedimi, questi ultimi, che sono stati preliminarmente approvati dal Cantone e che sono successivamente stati sottoposti all’Uft per una validazione definitiva. Dal canto loro le tre associazioni ambientaliste insistevano anche su una migliore compensazione ecologica a Castione: l’area dove sorgerà lo stabilimento è infatti terreno di caccia del gufo ‘Bubo Bubo’ che nidifica appena a nord. Questo ha indotto le Ffs a inserire nel progetto più alberi ad alto fusto che limiteranno il rischio d’impatto del rapace con veicoli, treni e infrastrutture.

«Mentre il capitolo Losone è chiuso, per contro attendiamo ancora conferme per la protezione del gufo e di altri volatili presenti nella zona del futuro stabilimento», spiega il responsabile del Wwf Francesco Maggi dicendosi «per il momento soddisfatto a metà». Idem l’Unione contadini. Il presidente Omar Pedrini e il segretario Sem Genini spiegano alla redazione che in effetti le Ffs hanno messo sul tavolo varie ipotesi di lavoro: un incontro volto a chiarire i dettagli relativi ai singoli siti individuati e condivisi in ottica compensazione Sac era stato preannunciato nelle scorse settimane e previsto proprio in questi giorni: «Riunione per noi importante ma che finora non è stata convocata. Perciò la nostra opposizione rimane ancora pendente davanti all’Uft».

Gli interventi previsti

I lavori preliminari comprendono una serie di interventi mirati e preparatori in vista del cantiere che prenderà il via in dicembre. Tra questi vi sono "la preparazione della logistica di cantiere, con la posa degli uffici provvisori; il risanamento dei terreni inquinati; la preparazione della viabilità provvisoria, al fine di garantire l’accesso ai residenti durante il cantiere (che si concluderà a fine dicembre 2026) senza disagi rilevanti, sia per le auto che per i camion e le biciclette; la demolizione di alcuni edifici; le misure di tecnica ferroviaria, tra cui la posa di scambi provvisori e l’edificazione di muri di sostegno lungo la linea ferroviaria per permettere l’adeguamento della linea".

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