Bellinzonese

Ospedali di valle, ‘non scaricare il Pronto soccorso sui medici’

L’Mps insorge e interroga il governo dopo l’intervista rilasciata al nostro giornale dal vicecapo area medica dell’Ente ospedaliero cantonale

Nel maggio 2017 la consegna di 14mila firme a sostegno dell’iniziativa popolare
(Ti-Press)
15 gennaio 2023
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L’assistenza medica nell’Alto Ticino continua a tenere banco. Il tema, annoso, viene ripreso dal Movimento per il socialismo con un’interpellanza al Consiglio di Stato riprendendo alcune affermazioni rilasciate il 12 gennaio al nostro giornale dal dottor Mattia Lepori. Secondo il vicecapo area medica dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) "in alcune regioni della Svizzera, come in quelle discoste, non si può avere un medico di riferimento perché non ce ne sono più. Temo che nelle valli del Ticino tra dieci anni, se non si cambia l’approccio, si faticherà ad assicurare le prestazioni di medicina di base". L’affermazione urta i granconsiglieri Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori che sottopongono quindi al governo tre domande: se, in prospettiva, nelle Tre Valli vi è un rischio che non vi siano più medici di base, per quale ragione si vuole a tutti i costi scaricare sui medici di valle la copertura sanitaria notturna dei Pronto soccorso degli ospedali di Acquarossa e Faido? Come devono essere interpretate queste posizioni contraddittorie espresse dall’Eoc? Non ritiene che in questo modo il Consiglio di Stato rischi di perdere quella poca credibilità che gli è rimasta nei confronti dei 14mila cittadini che hanno firmato l’iniziativa popolare lanciata a difesa degli Ospedali e dei Pronto soccorso di Acquarossa e Faido?

Il nodo dell’apertura notturna

L’iniziativa era stata depositata nel lontano 2017 e da allora non sembra aver fatto tanti passi avanti a Palazzo delle Orsoline. "Il Consiglio di Stato e la direzione dell’Eoc – scrive l’Mps – ci stanno mettendo del loro cercando a tutti i costi di mettere in discussione la presenza dei Pronto soccorso nei due ospedali di Valle. Ciò soprattutto per quanto riguarda l’apertura notturna. Un ospedale senza Pronto soccorso, o con un Pronto soccorso aperto unicamente durante il giorno (e magari solo dal lunedì al venerdì) comincia a somigliare a qualcosa che non è più un ospedale. Per due volte CdS ed Eoc hanno presentato ai promotori dell’iniziativa (l’Associazione a difesa degli ospedali di valle) una proposta di testo conforme che scarica sui medici di valle la responsabilità per la presa a carico dei casi di Pronto soccorso durante la notte. Per ben due volte, correttamente, i promotori hanno respinto tale proposta assurda. Una delle argomentazioni alla base del rifiuto era legata al fatto che già oggi la presenza di medici di famiglia nelle Tre Valli è limitata e questi devono già ora sobbarcarsi tra le altre cose lunghe ore di picchetto durante la notte e nei fine settimana".

‘Ha sconfessato la posizione di governo ed Eoc’

I tre deputati sostengono poi che il dottor Lepori sia "uno dei responsabili dell’Eoc che con più vigore ha cercato di convincere i promotori dell’iniziativa a difesa degli ospedali di valle ad accettare le proposte governative". Ma ora, intervistato appunto dalla ‘Regione’ sulla chiusura di alcuni Pronto soccorso nella Romandia, "ha palesemente sconfessato la posizione del governo, dell’Eoc e di quanto da lui stesso affermato negli scorsi mesi. La prospettiva di faticare ad assicurare le prestazioni di medicina di base, e il doppio linguaggio utilizzato, pongono un problema politico e di serietà al governo cantonale".

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