Bellinzonese

Nuovo giallo a Bellinzona sulle orme della Banda dei Cedri

Sabato 3 dicembre nella sala del Consiglio comunale Gionata Bernasconi e Lietta Santinelli presenteranno il loro romanzo per ragazzi

2 dicembre 2022
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Fra la cinta muraria di Bellinzona serpeggia un pericolo, ed è qui che entrano in gioco Leo, Näsh, Lina e GigaFile: quattro amici che, districandosi fra le strette viuzze della capitale, cercheranno di risolvere un mistero prima che tutto si faccia troppo complicato. È sostanzialmente questa la trama della nuova fatica letteraria di Gionata Bernasconi e Lietta Santinelli ‘La Banda dei Cedri - Giochi pericolosi all’ombra dei castelli’, edita da Salvioni Edizioni. Un giallo per ragazzi che verrà presentato sabato 3 dicembre alle 10 nella sala del Consiglio comunale di Bellinzona. «L’idea è nata da un racconto per bambini molto diffuso in alcune città della Svizzera francese – spiega a ‘laRegione’ Santinelli –. Guardandoci un po’ attorno e vedendo quanto Bellinzona sia ricca di storia, ci siamo quindi detti che era l’ambientazione ideale in cui sviluppare le vicissitudini di questa banda di amici». La narrazione, continua l’ergoterapista pediatrica, si snoda attraverso i luoghi più suggestivi della capitale fra scene cariche di tensione e altre invece più a sfondo umoristico. Non mancheranno accenni a storie d’amore, alle classiche ‘cottarelle’ adolescenziali.

Dal proposito iniziale di realizzare un semplice libro per bambini, Bernasconi e Santinelli si sono fatti letteralmente prendere dall’entusiasmo finendo per mettere nero su bianco un racconto ben più articolato del previsto. «Più scavavamo in profondità fra le pagine di riviste e libri di storia, più ci informavamo tramite la voce di esperti, e più scoprivamo qualcosa di nuovo», continua la bellinzonese. Tanti aneddoti legati alla città, ma, molti, anche a personaggi della zona come Baldo Carugo (autore di alcuni graffiti che decorano tuttora la corte interna di Palazzo Civico). Per arricchire ulteriormente il libro «abbiamo preso spunto dai racconti di Plinio Grossi, capace di rappresentare delle sfaccettature di questi soggetti secondari alla storia di Bellinzona che pochi conoscono. Ma allo stesso tempo croccanti, qualcosa di molto interessante per i bambini». I due scrittori hanno comunque dovuto fare «una cernita delle numerose informazioni raccolte: dispiaceva omettere alcune location o aneddoti, ma non potevamo metterli tutti». Una raccolta di informazioni utilizzata poi a fine stesura per impreziosire la narrazione con delle schede tecniche, pensate per ragazzi dalla quarta elementare fino alla seconda media. «La parte narrativa è un vero e proprio giallo per ragazzi, mentre le schede sono solo a supporto di curiosità o approfondimenti che non si potevano collocare nella trama, per non spezzare il ritmo della vicenda. In allegato è stata inserita anche una mappa in modo da permettere al lettore di ripercorrere le orme della Banda dei Cedri», conclude Santinelli.

Quel ‘fermatevi piccole pesti’ dinanzi alla chiesa di San Rocco

Non è dunque un’opera didattica, tiene a precisare Gionata Bernasconi. «Bellinzona è inserita in due modi: da un lato nel dipanare la matassa delle vicende, inserendo elementi che hanno a che vedere con la trama, e dall’altro negli approfondimenti e aneddoti finali. Ad esempio – continua l’autore – la scena dove due protagonisti della Banda dei Cedri vengono inseguiti da un poliziotto che dice loro ‘fermatevi piccole pesti’ dinanzi alla chiesetta di San Rocco è suggestiva». Sì, perché la chiesa è stata proprio edificata ai tempi della peste per cercare di arginarla al di fuori della città, un po’ come voleva fare il poliziotto con loro. «Uno dei protagonisti, Leo, sorride all’inveire dell’uomo ben sapendo che quella chiesetta è stata davvero utilizzata per fermare la peste. Poi è solo nella scheda finale che viene spiegato come mai l’affermazione calzi a pennello». Indipendentemente dalla zona d’origine del lettore, l’idea è infatti di permettere a tutti di scoprire la città in modo narrativo: «ad esempio piazza Nosetto sarà il luogo in cui uno dei personaggi perde gli occhiali e da lì inizia la vera e propria indagine», evidenzia Bernasconi.

‘Caratterizza i protagonisti rispettando la natura dei luoghi’

L’ambientazione «rispecchia molto la realtà dei fatti grazie alle fedeli illustrazioni (in bianco e nero, ndr) di Giuseppe Ferrario, autore fra gli altri di alcune copertine della serie di Geronimo Stilton. Giuseppe ha in particolare la capacità di caratterizzare i protagonisti rispettando la natura dei luoghi storici trattati nel libro». L’illustratore ama inoltre disegnare degli animali, che ritornano anche in ‘La Banda dei Cedri’. Il dobermann, il barboncino e il randagio. Tre cani che rappresentano tre tipi di società, perché, al pari dei protagonisti umani, hanno le loro virtù e debolezze. D’altronde tutti siamo un po’ dobermann, randagio o barboncino. Tuttavia, non sono animali antropomorfi perché la vicenda deve mantenere caratteristiche di verosimiglianza, dove le vicende umane sono al centro del racconto e potrebbero essere vissute da qualsiasi lettore». L’intenzione di Santinelli e Bernasconi è ora di continuare la serie della ‘Banda dei Cedri’ ambientandola anche in altre città del canton Ticino. Anche perché, come entrambi confermano, i giovani hanno ancora piacere a leggere (sulla carta) nonostante l’insorgere di nuovi mezzi di comunicazione.

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