Bellinzonese

Da Ambrì a Fusio in funivia: il Cantone e i Comuni ci credono

Il governo ha deciso di pianificare il collegamento diretto fra Alta Leventina e Alta Vallemaggia via fune (18 minuti e 33 milioni) anziché via tunnel

La soluzione scelta
18 ottobre 2022
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Non un tunnel stradale di pianura, né uno di altura. Bensì una funivia lunga 8,1 chilometri che scavalcando la montagna fra Alta Leventina e Alta Vallemaggia a quota 2’700 metri, non lontano dal Pizzo Massari, allaccerà durante tutto l’anno le località di Ambrì (Comune di Quinto) e Fusio (Comune di Lavizzara) molto vicine fra loro in linea d’aria, ma lontane ben 120 km via strada. Le due partenze sono collocate rispettivamente nei pressi della stazione ferroviaria e del villaggio. Oggi il Dipartimento del territorio ha presentato ai media lo studio di fattibilità e la valutazione di opportunità avviati nel 2019 e terminati in giugno. Emerge che il nuovo collegamento fra Alta Leventina e Alta Vallemaggia risulta fattibile in termini tecnici, d’impatto territoriale e ambientale, sia con una soluzione stradale (galleria di colmo monodirezionale lunga 4 chilometri fra Nante e Lago del Sambuco), sia soprattutto tramite una soluzione funiviaria. E questa seconda ipotesi è infine quella scelta.

Il collegamento diretto fra le due vallate viene considerato in ogni caso opportuno poiché costituisce uno degli elementi essenziali per un rilancio socio-economico dell’Alta Vallemaggia. Inoltre, nel più ampio contesto dell’Alto Ticino e del San Gottardo, esso è ritenuto necessario per rendere più efficaci, amplificandone l’effetto, le misure già messe in atto e quelle previste per rivitalizzare economicamente le regioni dell’Alta Vallemaggia e della Leventina, nonché valorizzarne il rispettivo potenziale di sviluppo riconosciuto.

Un viaggio di 18 minuti per 200 persone all’ora

Il Consiglio di Stato ha dunque deciso di procedere con il consolidamento formale del collegamento funiviario diretto tra Fusio e Ambrì (stazione ferroviaria) attraverso la relativa procedura pianificatoria e l’inserimento nel Piano direttore cantonale, nonché di definirne l’organizzazione di progetto attraverso la formulazione di obiettivi e l’allestimento di un calendario concernente l’attuazione dei medesimi. I costi di costruzione sono stimati in circa 33 milioni di franchi (con un margine del +/- 30%). E il progetto secondo il governo "possiede un carattere innovativo e sostenibile, nonché le caratteristiche di un asse destinato al trasporto pubblico, con finalità anche turistiche". Il tempo di percorrenza è stimato in 18 minuti, per una capacità di trasporto di circa 200 persone per ora e per direzione, con una differenza di altezza di circa 1’600 metri, sette piloni e una velocità massima di 10 metri al secondo. La capacità della cabina sarà di 60 posti (12 a sedere, 48 in piedi) oppure 60 posti in piedi e 12 biciclette (o combinazioni).

Gli studi precedenti

I primi approfondimenti concernenti un collegamento tra Alta Vallemaggia e Leventina risalgono agli Anni 60 del secolo scorso; quello presentato nel 1963 dai fratelli Guscetti di Ambrì prevedeva la realizzazione di una galleria stradale della lunghezza di 2,7 chilometri tra le località di Campo sotto (Val Sambuco) e Pian Taiou (Alpe di Prato) sotto il passo del Sassello. Nel 2016, uno studio condotto dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) in collaborazione con il Politecnico federale di Zurigo ipotizzava la costruzione di un tunnel stradale di 7,8 chilometri tra Fusio e Rodi/Prato Leventina. Il successivo Masterplan dell’Alta Vallemaggia, datato 2017, elencava, in particolare, oltre alle citate proposte, una serie di possibili alternative quali gallerie per mezzi a due ruote e/o sistemi di trasporto pubblico, anche innovativi, e soluzioni con teleferica.

2019: avvio dello studio opportunità

Il 30 aprile 2019 il Consiglio di Stato aveva autorizzato il Dt, tramite lo stanziamento di un credito di 350’000 franchi, a procedere a uno studio di fattibilità e a una valutazione di opportunità, al fine di determinare le potenzialità e le possibili soluzioni sostenibili (analisi costi-benefici) e di appurare la fattibilità tecnica in considerazione degli aspetti territoriali/ambientali. Lo studio è stato accompagnato da due appositi gruppi decisionali: il primo di carattere politico-strategico (Delegazione delle autorità) e il secondo tecnico-operativo (Direzione generale di progetto).

La metodologia

La prima fase dello studio di fattibilità ha preso in esame tre famiglie di soluzioni tecniche quali: gallerie di base (stradali e ferroviarie), impianti a fune (annuali e stagionali) e corridoi di passo con gallerie di colmo (collegamenti stagionali o annuali pensati per la mobilità lenta, il traffico veicolare, il trasporto pubblico o soluzioni combinate). Dalla selezione sono scaturite due possibili categorie di soluzioni: impianti a fune e un collegamento stradale lungo la direttrice del Sassello.

Perché fune batte asfalto

La seconda fase ha avuto quale oggetto la presa in esame di tre varianti funiviarie e uno studio delle varianti del tracciato stradale scelto. L’analisi approfondita che ne è susseguita ha portato all’individuazione di due soluzioni tecniche ritenute fattibili in termini d’impatto territoriale e ambientale: il collegamento funiviario diretto di trasporto pubblico tra Fusio e Ambrì e quello stradale con galleria di colmo unidirezionale tra Fusio e Airolo, con strada di accesso in cima al lago del Sambuco (portale in località Cortino, raggiungibile attraverso l’attuale stradina di sponda sinistra che andrebbe a sua volta sistemata e messa in sicurezza) e aggiramento di Nante con il portale previsto in località Costone. Il confronto tra le due soluzioni tecniche emerse dalla seconda fase, ha portato a ritenere opportuno concentrarsi, sulla scorta delle valutazioni emerse in termini di approfondimento socio-economico, sulla soluzione funiviaria diretta Fusio-Ambrì, quale opera di trasporto pubblico, e ciò in ragione del consenso politico-istituzionale, dei minori impatti e rischi residui a carattere ambientale, come pure della potenziale messa in atto delle ricadute economiche prospettate.

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