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Il tunnel salva-cervi di Gudo non piace all’Unione contadini

Opposizione contro la domanda di costruzione. Genini: ‘Deleterio agevolare la discesa degli ungulati sul Piano’. Il Consorzio punta a conciliare

Quello realizzato 10 anni fa al Dosso di Taverne
(Ti-Press)
20 settembre 2022
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Fermi tutti. Nella seconda delle tre tappe del parco fluviale di Bellinzona si è palesato un inghippo non da poco. Nei mesi scorsi – ma se ne ha notizia solo ora – l’Unione contadini ticinesi (Uct) ha infatti inoltrato opposizione al Municipio di Bellinzona contro la domanda di costruzione per il tunnel faunistico previsto sulla cantonale vicino alla cosiddetta curva a ‘S’ fra Gudo e Sementina. Quel tratto di strada è noto oltre che per gli incidenti di chi lo affronta a velocità elevate, anche per gli investimenti di animali selvatici che riuscendo a superare le reti di protezione raggiungono i campi del Piano di Magadino in cerca di cibo. Attraversamenti frequenti che mettono a rischio la vita dei conducenti. Per risolvere il problema il Consorzio correzione fiume Ticino – committente della vasta opera di parco fluviale finanziata per il 90% da Confederazione e Cantone – intende realizzare un tunnel artificiale di 75 metri del costo di 7,3 milioni di franchi pagati dal Cantone. Le modine tutt’oggi presenti ne indicano le dimensioni e il punto esatto si situa nel tratto di strada abbastanza diritto, prima della curva a ‘S’, compreso fra le tenute vitivinicole Sasso Chierico e Fattoria Amorosa.

‘Polo attrattore per la fauna in generale’

"Il nuovo passaggio ecologico – scrive il Consiglio di Stato nella richiesta di 3 milioni per la parte strade cantonali, mente altri 4,24 milioni saranno sussidiati dal settore corsi d’acqua – s’inserisce quale soluzione per il ripristino del corridoio faunistico d’importanza sovra-regionale Ti21", oltre che a "migliorare la sicurezza degli utenti della cantonale". La funzionalità del corridoio, specifica il governo, "è attualmente perturbata dalla presenza di barriere fisiche che ostacolano il movimento della fauna (muri e reti para-massi) e dal traffico stradale, a causa del quale si registrano anche incidenti con la selvaggina". Il corridoio è inoltre considerato un "importante itinerario di migrazione degli anfibi". Le specie target sono cervo, capriolo e più in generale anfibi, rettili e micromammiferi. La soluzione proposta "genererà indubbiamente un impatto positivo per la fauna, considerando anche il fatto che la golena rivitalizzata potrà assumere in futuro un maggiore ruolo quale polo attrattore per la fauna in generale, intensificando ancora maggiormente il traffico faunistico tra il versante pedemontano e la golena del fiume Ticino".

In cerca di un punto d’incontro

Ed è proprio questo aspetto a far storcere il naso (eufemismo) all’Unione contadini, temendo un aumento sensibile nel Piano di selvatici affamati. E difatti dopo la prima presa di posizione critica inoltrata a Cantone e Consorzio nel 2018 al momento della presentazione del progetto generale del parco fluviale, recentemente l’Uct è passata ai fatti. «Siamo disposti e ritirare l’opposizione – spiega alla ‘Regione’ il segretario agricolo cantonale Sem Genini – qualora ricevessimo precise rassicurazioni dal Cantone sul tema sensibile relativo al temuto aumento degli ungulati nel Piano. Questo considerata anche la prevista introduzione di una riserva di caccia che ne impedirebbe l’abbattimento», oggi gestito dai guardacaccia e da alcuni cacciatori selezionati (guardacampicoltura). «Chiediamo inoltre la compensazione diretta delle superfici agricole che si perderebbero nell’intero parco fluviale», conclude Genini. In un incontro informale tenutosi fra le parti il 17 agosto «abbiamo ribadito la nostra posizione. Siamo in attesa di una risposta». Dal canto suo Edgardo Malè, presidente del Consorzio correzione fiume Ticino, temendo i tempi molto lunghi di un eventuale iter ricorsuale ai vari livelli, conferma l’obiettivo della conciliazione avviata un mese fa nell’ottica di trovare una soluzione bonale: «Abbiamo ricevuto dall’Uct richieste puntuali sulle quali stiamo riflettendo». Tutti consci, peraltro, che la vera ‘battaglia’ per gli agricoltori si giocherà nella terza tappa del parco fluviale, quella relativa ai Saleggi dov’è previsto l’arrivo anche del nuovo ospedale regionale.

Con doppia corsia ciclabile e marciapiede

Nel dettaglio, la creazione del ponte faunistico comporta un intervento su una lunghezza di circa 300 metri di strada cantonale: "La nuova morfologia del terreno – annota il Consiglio di Stato nel messaggio sottoposto nei giorni scorsi al Gran Consiglio per lo stanziamento dei crediti – permette un inserimento ottimale nella topografia circostante e una valorizzazione della superficie agricola sottostante la strada cantonale, tenuto conto anche dell’aspetto economico e ambientale riguardante la gestione dei materiali provenienti dall’allargamento del fiume Ticino". Non da ultimo l’opera "offre un’interessante opportunità di deposito per il materiale contaminato da neofite invasive". La nuova galleria lunga 75 metri e illuminata prevede un calibro stradale di 11 metri suddiviso in due corsie veicolari di 3 metri, due corsie ciclabili di 1,5 metri (oggi assenti), un marciapiede 1,5 metri lato valle (oggi assente) e una banchina laterale lato monte di 0,5 metri. La realizzazione è prevista sulla sede attuale della strada cantonale con lo spostamento temporaneo di questa nel periodo di cantiere "per minimizzare i disagi al traffico su questo asse molto frequentato".

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