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Pollegio al voto popolare tra scetticismo, dubbi e convinzioni

Parola a Michele Guerra (favorevole) e all’ex sindaco John Mercoli (contrario) in vista della votazione consultiva del 13 febbraio

Visioni opposte quelle di Michele Guerra (a sinistra) e John Mercoli
5 febbraio 2022
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Poco più di una settimana alla votazione consultiva popolare per la fusione della Bassa Leventina che potrebbe unire Bodio, Giornico, Personico e Pollegio in un unico ente locale di circa 3’000 abitanti denominato Sassi Grossi. Da Pollegio, Comune dove forse più di Personico l’esito del voto del 13 febbraio appare incerto (a inizio 2021 la maggioranza del Municipio e del Consiglio comunale si era espressa negativamente), raccogliamo il parere di John Mercoli, sindaco fino all’aprile 2021, da sempre contrario al progetto e membro della commissione che a partire dal 2013 ha elaborato lo studio aggregativo, e del municipale Michele Guerra, promotore della petizione che nel 2012 (dopo il No popolare alla fusione con Biasca e Iragna) aveva lanciato l’idea di unirsi con Bodio, Personico e Giornico.

Mercoli, perché voterà contro la fusione?

Di principio non sono contrario alle fusioni, ma queste devono avere un senso e portare a qualcosa di concreto. I processi aggregativi rappresentano un cambiamento, e per convincere gli abitanti le prospettive devono essere incoraggianti e definite in maniera limpida con progetti in cui riconoscersi. Partendo dal presupposto che sono una persona pragmatica, ritengo che nello studio aggregativo non siano stati sufficientemente chiariti alcuni punti dell’organizzazione e del funzionamento del nuovo Comune. Da subito, 10 anni fa in occasione della prima riunione della commissione, avevo sollevato questa priorità. E oggi, guardando le linee guida ci sono diverse questioni che non sono state approfondite adeguatamente.

Ad esempio?

Il discorso legato alla scuola: nello studio, per quanto riguarda la scuola media, ci si limita a spiegare che i ragazzi del comprensorio faranno capo alla sede di Giornico dopo che i giovani di Pasquerio hanno sempre frequentato la sede di Biasca. Si scrive inoltre che in ogni quartiere sarà mantenuta almeno una sezione di scuola, sia essa dell’infanzia o elementare, senza però precisare su quella che sarà effettivamente la soluzione finale fra qualche anno. A Pollegio abbiamo poi un servizio di trasporto degli allievi che non viene nemmeno menzionato. Mi sarei dunque aspettato, anche sulla base dei dati dell’evoluzione demografica, che nel rapporto della commissione queste questioni, che oggi sono fonte di preoccupazione per la popolazione, venissero precisate nel dettaglio. E in generale che venisse valutata con più attenzione la situazione di Pollegio. Un altro tema che non mi convince riguarda la poca chiarezza sulla futura gestione e i costi dell’acqua potabile, dei rifiuti e delle discariche, nonché degli investimenti strettamente necessari. Prendiamo per esempio le opere di canalizzazione: dove andranno presi i soldi per 5,6 milioni di franchi d’investimento necessari per gli altri Comuni della Bassa Valle? A scapito di quali investimenti a Pollegio?

Cosa invece rende Michele Guerra convinto che oggi un’aggregazione sia necessaria?

Nel 2021 Pollegio ha ricevuto circa un milione di franchi quale contributo di livellamento, Personico 359mila franchi, Giornico 846mila e Bodio 651mila. Comuni che sono inoltre in fondo alla classifica cantonale per quanto riguarda l’indice di forza finanziaria. Si ritiene quindi che non si possa rimanere da soli a queste condizioni e con questo peso sulle spalle degli altri Comuni. Purtroppo, però, la nostra petizione popolare con cui abbiamo proposto lo studio aggregativo, non è stata evasa secondo i tempi usuali. Una proposta fatta più di dieci anni fa – toccando un record nazionale per tempi d’evasione di un atto democratico – viene posta in votazione solo ora. Un "tirarla per le lunghe" che l’ha – de facto – indebolita: basti pensare che diversi dei firmatari della petizione non ci sono più e a dieci anni di distanza il contesto popolare è pure cambiato. Non ci attendiamo quindi grandi sorprese positive dalle urne. Si sappia però che alla luce delle cifre che ho citato, che non lasciano spazio a dubbi, la sopravvivenza del nostro comprensorio territoriale deve comunque e per forza passare da un processo aggregativo. Da soli non possiamo rimanere, anche perché la nostra indipendenza e il non fare nulla per cercare unioni o dimensioni più ottimali peserebbe sempre di più sulla perequazione e quindi sugli altri Comuni.

Guerra, quali altri argomenti dovrebbero convincere i cittadini di Pollegio?

C’è ovviamente l’aspetto progettuale. Prendiamo quale esempio il Comune di Riviera, dove quattro piccole realtà simili si sono unite e grazie a questo hanno ottenuto un potere contrattuale maggiore nei confronti del Cantone che ha preso a cuore e spinto il rilancio dell’aeroporto di Lodrino destinato a diventare un centro d’eccellenza per i droni. Altro esempio sono i tre Comuni della Valle di Blenio, che quando giungono a Bellinzona a trattare con il Consiglio di Stato riescono a portare a casa le proprie richieste. Solo da una maggiore unione passa maggiore forza e rilancio. C’è poi l’aspetto politico: Pollegio per tanti anni è stato amministrato dal partito popolare-democratico, se pochi anni fa abbiamo visto sparire dai radar il partito liberale-radicale, alle ultime elezioni comunali nemmeno il Ppd, per tanti anni partito di maggioranza, ha potuto trovare proponenti e nominativi per fare una lista per Municipio e Consiglio comunale. È sempre una fatica enorme trovare le persone disponibili e in grado di ricoprire queste cariche, quindi un’aggregazione darebbe anche maggiore linfa alle istituzioni.

Mercoli, a Pollegio i contrari fanno leva sull’attuale situazione finanziaria.

Con l’aggregazione il debito pro capite di Pollegio passerà da 271 a 3’815 franchi, la percentuale di capitale proprio dal 41,6 al 12,6% e la quota di indebitamento dal 63,2 al 177%. Temo dunque che il nostro benessere finanziario, che è il risultato degli sforzi di chi mi ha preceduto che ha gestito il Comune in modo parsimonioso nonostante le forti entrate di AlpTransit, scomparirà. Concordo sul fatto che il contributo di livellamento sia strettamente vincolante per tutti gli enti locali della regione Tre Valli, ma lo è anche per l’ipotetico nuovo Comune. Ed è per questo che non sono contrario allo scenario di un’aggregazione, ma evidentemente spero in un No convinto della popolazione di Pollegio a questa fusione. E che la votazione del 13 febbraio non sia un punto di arrivo ma un punto di partenza per un discorso veramente serio per la nostra regione.

Guerra, nel 2011 si era schierato contro l’aggregazione con Biasca e Iragna. In occasione delle serate pubbliche in vista del voto del 13 febbraio ha però detto più di una volta che oggi sarebbe il primo a sostenere una fusione con il Comune polo rivierasco.

Sulla questione Biasca, vivendo in democrazia, il popolo si era già espresso in maniera chiara nel 2011 con il 59,5% di voti contrari. In quel caso Iragna e Pollegio sarebbero diventati dei piccoli quartieri della realtà più grande Biasca. Nel caso di questa aggregazione, invece, nessuno perderebbe la propria identità o il proprio peso ma ognuno conterebbe quanto gli altri tre Comuni. In ogni caso, non dovesse andare in porto questo progetto aggregativo, sono assolutamente aperto ad alternative, perché, purtroppo, i dati finanziari parlano chiaro e la perequazione non andrà avanti a vita a tollerare che piccoli Comuni non autosufficienti continuino a ricevere milioni senza di fatto attuare una strategia di unione e rafforzamento. Mi fa assolutamente piacere, al di là delle critiche strumentali a questo progetto (ad esempio da parte di chi sosteneva l’aggregazione con Biasca che avrebbe tuttavia portato contributi cantonali inferiori a quelli garantiti a questo progetto aggregativo), che comunque grazie a questa petizione praticamente tutti gli schieramenti abbiano ammesso e confermato l’assoluta necessità aggregativa.

Mercoli, in qualità di uno dei rappresentanti del Comune di Pollegio all’interno della commissione di studio ha cercato di indirizzare il discorso verso sud, dal momento che ritenete Biasca la reale opportunità di sviluppo?

Quando era stato messo in consultazione il piano cantonale, il Municipio di Pollegio aveva fatto alcune osservazioni che purtroppo non sono però state prese in considerazione e il piano è rimasto invariato. Lo studio ha tralasciato un aspetto importante legato al nostro Comune: a livello distrettuale è sì un paese legato alla Leventina, ma è anche vero che a separare Pollegio dal polo delle Tre Valli è sostanzialmente un fiume. È evidente, se si parla di aggregazioni e si vuole davvero costruire un nuovo Comune che abbia veramente un peso a livello ticinese, che bisognava partire subito con l’idea di una fusione di più ampio respiro. Ho sentito dire che Sassi Grossi potrebbe essere la prima di altre tappe aggregative: ma allora perché non si è voluto ragionare su queste possibilità prima di portare la popolazione alle urne per un’aggregazione debole e che per Pollegio rappresenta di fatto un impoverimento?

Guerra, se l’aggregazione andrà in porto così come proposta sarà per la Bassa Leventina una dimensione ideale?

Se devo scegliere tra continuare in questa spirale di non autosufficienza o invece unirmi in un Comune a quattro seguendo l’esempio di Riviera e dei Comuni della Valle di Blenio che dimostrano l’efficacia del progetto, ecco che scelgo sicuramente questa seconda via. Se poi questo lo si vuole ingrandire, nulla in contrario, ma non fare questo passo oggi significherebbe continuare a rimanere soli e totalmente non autosufficienti almeno per altri 10 anni. Scelga quindi liberamente il popolo (che ha sempre ragione), e lo ripeto: 10 anni per evadere una petizione sono stati sicuramente troppi, ma si sappia che questa rimane comunque un’occasione concreta e valida di rilancio.

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