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Nuova Scuola media di Castione, luce verde governativa

Respinti due ricorsi su tre. Il terzo, interposto dall’Amica e sottoscritto da 56 abitanti contro la variante di Pr, non sembra avere destino migliore

Il progetto ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ non ha avuto finora vita facile
3 novembre 2021
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Ci sono voluti tre anni e mezzo, ma alla fine la luce verde si è accesa – o meglio, due terzi di luce verde – affinché il progetto di nuova Scuola media a Castione, che amplierebbe l’esistente riservando un’ala alla Scuola dell’infanzia e alla mensa per i bambini più piccoli, possa uscire dal limbo in cui l’hanno trattenuto per tre anni e mezzo tre ricorsi interposti nel 2018 al Consiglio di Stato. Due erano stati inoltrati il 25 giugno rispettivamente dall’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) e dal suo segretario impugnando due distinte decisioni adottate dal Consiglio comunale. Un terzo ricorso era arrivato nel settembre 2018, sempre dall’Amica ma sottoscritto da 56 privati cittadini, di cui metà domiciliati nel confinante quartiere di Lumino che si affaccia su Carrale di Bergamo e direttamente toccato dal progetto.

Le decisioni impugnate

Con la prima decisione impugnata (risalente il 16 ottobre 2017) il Legislativo aveva votato all’unanimità la variante di Piano regolatore necessaria a modificare la Zona per attrezzature ed edifici d’interesse pubblico allo scopo di potervi inserire il progetto vincitore denominato ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ elaborato dalla comunità di lavoro ‘Edy Quaglia PeR architetti’. Con la seconda decisione impugnata (adottata il 28 maggio 2018) il Legislativo aveva poi accordato quasi all’unanimità (un solo contrario) un credito di 630mila franchi chiesto dal Municipio per la progettazione definitiva della prima tappa ritenendo urgente poter disporre dei nuovi spazi, il tutto completato dall’area viaria e dal parco. Successivamente la variante di Pr, dopo una prima pubblicazione andata a vuoto tra fine 2017 e inizio 2018, era dovuta tornare alla casella di partenza a causa di una violazione procedurale avendo il Comune dimenticato di pubblicarla sui giornali. Poco dopo la pubblicazione avvenuta anche sui media nell’agosto 2018, l’Amica sostenuta appunto da 56 abitanti co-firmatari si era quindi rivolta al Governo con un terzo maxi-ricorso. Il quale è tutt’oggi ancora pendente (una decisione è attesa nelle prossime settimane) mentre gli altri due sono stati respinti dal CdS lo scorso 1° settembre; decisione nel frattempo cresciuta in giudicato non essendo stati interposti ricorsi al Tribunale amministrativo cantonale. Quanto al governo, ricordiamo, in precedenza aveva comunque già avallato la variante di Pr, aggiungendo unicamente alcune osservazioni volte ad affinare il progetto. Ciò che sembra lasciare poco spazio al terzo ricorso ancora pendente.

Tutte le contestazioni

Pur dichiarandosi favorevoli all’ampliamento del comparto scolastico, i ricorrenti ritenevano da una parte che il messaggio per i 630mila franchi contenesse dubbiose motivazioni a sostegno dell’investimento mancando uno studio comprovante la clausola del bisogno basata sull’evoluzione demografica degli allievi dell’Asilo; e dall’altra che la variante di Pr fosse stata elaborata solo per rendere conforme alle future norme di pianificazione il progetto vincitore del concorso, ritenuto che in caso contrario non avrebbe mai potuto essere realizzato. Sempre secondo i ricorrenti il sindaco Luigi Decarli sarebbe stato in conflitto d’interessi presiedendo la giuria che aveva scelto il progetto Quaglia e al contempo firmando la variante di Pr. La cui mancata pubblicazione sui media sarebbe stata voluta dal Municipio, sempre stando agli oppositori, per non destare l’attenzione della popolazione confinante. Un’ultima censura dei ricorrenti riteneva inadeguata la soluzione architettonica individuata, che non solo non corrisponderebbe alla consegna del concorso, ma addirittura col suo imponente edificio previsto a forma di parallelepipedo lungo duecento metri e alto 12,5 violerebbe le più elementari regole di distanza minando così l’identità e la qualità di vita del vicino quartiere residenziale. Abitanti che secondo i ricorrenti avrebbero dovuto essere coinvolti e tutelati da ingerenze e immissioni, garantendo loro il diritto di essere sentiti.

Come la pensa il CdS

Dal canto suo il governo oggi ha dichiarato tardivo il primo ricorso dell’Amica e del suo segretario contro l’avallo del Cc dato alla variante di Pr nell’ottobre 2017; puntuale invece il ricorso sulla decisione del 28 maggio 2018 relativa ai 630mila franchi. Ma la tesi ricorsuale non regge. Il Consiglio di Stato ritiene infatti che il Cc si sia espresso su una proposta municipale “sufficientemente dettagliata, in presenta di un regolare rapporto commissionale e al termine di un dibattito plenario durante il quale i consiglieri presenti hanno potuto porre domande e sollevare dubbi, ricevendo adeguate risposte dal sindaco. La cui posizione, contrariamente a quanto sollevato dagli insorgenti, non presentava un conflitto d’interessi per il solo fatto di essere stato il presidente della giuria che ha scelto il progetto”. In ogni caso, riguardo alla variante di Pr, il Consiglio di Stato ricorda che sebbene non fosse stata ancora approvata dalla competente autorità cantonale, i suoi contenuti erano perfettamente a conoscenza dei consiglieri comunali al momento di votarla. Eventuali altre contestazioni, conclude il CdS, potranno eventualmente venire sollevate nell’ambito della procedura edilizia, al momento del deposito della domanda di costruzione.

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