Bellinzonese

Bellinzona verso il no smoking nei suoi 55 parchi gioco

Oggi il Consiglio comunale discutel a mozione Züger. Municipio e Legislazione d’accordo. Il Cantone scarica sui Comuni quanto il Parlamento non ha voluto fare

Foto Associazione non fumatori
20 settembre 2021
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La Città di Bellinzona potrebbe presto introdurre il divieto di fumare nei suoi 55 parchi gioco comunali con l’obiettivo di fornire ai bambini un’accresciuta protezione dal fumo passivo. La decisione compete al Consiglio comunale che si riunirà questa sera (lunedì) e forse anche domani sera a Palazzo civico per discutere di questo e altri temi all’ordine del giorno di una seduta che avrà come piatto forte i bilanci consuntivi 2020 di Comune ed enti autonomi. In materia di fumo, la proposta è contenuta in una mozione depositata un anno fa dall’allora capogruppo della Sinistra Renato Züger che chiedeva di vietare il fumo “nei parchi gioco e simili, aree di svago destinate a bambini e ragazzi, impianti sportivi di ogni genere qualora frequentati da bambini o ragazzi”, come pure “alle fermate dei trasporti pubblici”. Quanto al secondo punto, basandosi sull’opinione del Servizio giuridico comunale, il Municipio nelle osservazioni preliminari e in quelle finali, come pure la Commissione legislazione del Cc nella propria relazione sottoposta al plenum, convergono sul fatto di ritenerlo sproporzionato e invitano perciò a bocciarlo considerato che le fermate dei mezzi pubblici sono luoghi pubblici non esclusivamente usate da giovani; inoltre non vi si sosta a lungo e sono difficilmente distinguibili da luoghi di passaggio. Tutto ciò porta a ritenere che dal profilo legale la proposta rischierebbe di non reggere.

Il no del Gran Consiglio: ‘Limitazione non giustificabile’

Resta quindi unicamente da valutare il côté parchi gioco, il quale presenta a monte una ‘storia’ che ha dapprima coinvolto la politica cantonale. Per cominciare, Esecutivo e commissione concordano nel ritenere la proposta accettabile riconoscendo “l’importanza della prevenzione del tabagismo e la necessità d’intervenire dal profilo legislativo, soprattutto a favore della tutela della salute dei bambini”. Un parere che si scontra tuttavia con quello del Gran Consiglio. Infatti il Parlamento cantonale nel giugno 2019 ha bocciato tre mozioni concernenti il fumo negli spazi aperti, una delle quali chiedeva il divieto generalizzato in tutti i parchi giochi del Ticino. Proposta cui nemmeno il Consiglio di Stato, e neppure il Dipartimento sanità e socialità, aveva aderito ritenendo l’introduzione di un ulteriore limite degli spazi in cui è consentito fumare non fosse né giustificabile, né rispettosa dei principi di proporzionalità e di autonomia dei Comuni. In tal senso nel settembre dello stesso anno il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dss, ha scritto ai Comuni sottolineando tre punti: anzitutto, questi possono svolgere un ruolo importante nella promozione della salute, tanto più in questioni di competenza comunale come la regolamentazione dei parchi gioco; secondariamente, nell’ambito della prevenzione del tabagismo, da anni il Dss finanzia progetti e interventi che, anche se in maniera indiretta, toccano prevalentemente l’ambito comunale e che, in materia di parchi gioco, attraverso uno specifico progetto dell’Associazione svizzera dei non fumatori sostiene i Comuni intenzionati a realizzare interventi in luoghi sensibili destinati all’infanzia; in terzo luogo, concludeva De Rosa, la conoscenza della realtà locale e la vicinanza del territorio permettono ai Comuni di valutare come intervenire nei migliori dei modi, con azioni adeguate, mirare e proporzionate.

La commissione preferirebbe la cantonalizzazione

La pensa un po’ diversamente la Commissione della legislazione (relatore Paolo Righetti del Plr) secondo cui l’introduzione del divieto, oltretutto con le diverse fattispecie elencate nella mozione, “avrebbe molto più senso se adottato perlomeno a livello cantonale e non circoscritto a un solo Comune”, comportando peraltro il rischio di ritrovarsi con situazioni differenti relativamente vicine e a ‘macchia di leopardo’. Pure da considerare, annota la commissione, la necessità di dotarsi di base legale con una relativa legge di applicazione che ne assicurerebbe le conseguenze in caso d’infrazione. Tuttavia, per quel che riguarda i parchi gioco la commissione ritiene “comunque la proposta accettabile essendo di principio frequentati da bambini che costituiscono i soggetti più vulnerabili e sensibili”, considerando che per loro l’inalazione del fumo di tabacco di ‘seconda mano’ “appare ancora più pericolosa che per gli adulti”. Si aggiungono poi riflessioni sul “messaggio sbagliato trasmesso ai piccoli dai genitori e da chi li accompagna al parco”, con in più il fatto che i mozziconi vengono spesso gettati a terra “costituendo un ulteriore potenziale pericolo (ndr: ingestione) e problema da gestire (littering)”.

Prosegue intanto da alcuni anni la campagna lanciata dall’Associazione dei non fumatori rivolta ai Comuni (una quarantina quelli che hanno aderito finora) che intendono dotarsi di apposita cartellonistica e di appositi contenitori nei quali gettare i mozziconi.

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