Il concetto di sonorizzazione del paesaggio sbarca anche in Ticino e in particolare lungo la Via del Ceneri nell'ambito del sottopasso di Robasacco

Anche se siamo abituati a immaginare il passato grazie all’ausilio di fotografie o filmati d’epoca, oltre alla vista è possibile sollecitare gli altri sensi per tornare indietro nel tempo e imparare qualcosa di più sul nostro territorio e su chi lo abitava prima di noi. Un esempio fra tutti è l’utilizzo di suoni per immergersi in atmosfere animate da altre persone o da altri mezzi e strumenti. È quanto è stato fatto in occasione della sonorizzazione del sottopasso dell’A2 a Robasacco in territorio di Cadenazzo, terminato la scorsa primavera nell’ambito della valorizzazione della Via del Ceneri. Questo percorso escursionistico che unisce Bellinzonese, Luganese e Locarnese e che è stato promosso da Comune di Cadenazzo in collaborazione con Gambarogno, Monteceneri e con Ceneri 2020 in vista dell’apertura della galleria di base, potrebbe in futuro arricchirsi di altre postazioni dedicate all’ascolto. Ne abbiamo parlato con l’architetto coordinatore del progetto Christian Rivola, titolare dell'atelier ribo+, e Filippo Rosini, docente di educazione musicale che ha trattato proprio il tema del “Paesaggio sonoro” in occasione del suo lavoro di Master alla Supsi.
«L’implementazione dei suoni all’interno dei luoghi non viene utilizzata molto alle nostre latitudini e per il Ticino la sonorizzazione del sottopasso presente sulla Via del Ceneri è un unicum», spiega Rosini che si è occupato di creare i suoni che accompagnano questo percorso dando vita a una sorta di piccolo museo dei trasporti da ascoltare e guardare passeggiando all’interno del tunnel predisposto a tale scopo dalla progettazione dell’architetto. «Sono stati installati dei pannelli informativi, un’apposita illuminazione, la videosorveglianza ed è stato fatto in modo che il suono si attivasse al passaggio delle persone», sottolinea Rivola. Camminando nella “Galleria del racconto” i visitatori e gli escursionisti attraversano sei diverse epoche della durata di mezzo secolo l’una, dal 1750 al 2050, facendo così un viaggio nel mondo dei trasporti del passato ma anche del presente e del futuro.
Tra le idee future sulla possibile continuazione della sonorizzazione del percorso figura l’Antico Mulino del Precassino, restaurato una quindicina di anni fa grazie all’impegno dell’omonima associazione. Qui l’itinerario didattico già attivo potrebbe essere completato grazie ai suoni che animavano il mulino quando era in piena attività e la struttura è già stata predisposta a tale scopo. È stato proprio questo il luogo in cui, in occasione di un workshop intitolato Travelling Soundscape e organizzato dalla Supsi a settembre 2016, è nata la collaborazione tra Rivola e Rosini. Ma non c’è solo il mulino. Poiché l’obiettivo dei suoi promotori è quello di mantenere viva la Via del Ceneri sono previste implementazioni progressive di tracce sonore anche in altri punti sul percorso. L’ipotesi è di poter scaricare sul proprio smartphone gli audio tramite codice QR posizionati lungo il sentiero oppure, laddove possibile, ascoltarli tramite dei diffusori. «Al giorno d’oggi la nostra società si focalizza molto sull’importanza delle immagini e non ascolta più, vogliamo fare in modo di cambiare questa sensibilità», aggiunge l’architetto.
Come recuperare dunque i suoni del passato, quali potrebbero essere la mietitura del grano e le donne che si incontravano al lavatoio di Robasacco? «Si tratta di un lavoro enorme perché a differenza delle immagini non si era soliti conservare dei reperti sonori. Adesso c'è maggiore sensibilità sul tema; si tratta di un cambiamento necessario e che va sostenuto il più possibile - risponde Rosini -. Per la realizzazione di queste tracce è importante partire dalla ricerca storica del contesto prima ancora della creazione dei suoni, che può essere effettuata utilizzando registrazioni preesistenti oppure creandole dal nulla grazie all’aiuto della tecnologia».