Bellinzonese

Monte Carasso, ‘il posteggio nel prato sia spostato’

Turisti diretti al ponte tibetano: mozione del presidente del Consiglio comunale di Bellinzona indica una possibile alternativa a Sementina

Il prato di Monte Carasso convertito transitoriamente in posteggio
20 novembre 2020
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Chiudere e trasferire nella vicina zona artigianale di Sementina il posteggio provvisorio ricavato in un terreno agricolo lungo via Er Carà di Sai a Monte Carasso, mappale a suo tempo cooptato per soddisfare l’esigenza di accoglienza veicolare dei visitatori diretti al ponte tibetano Carasc, a Curzutt e a Mornera, esigenza acuitasi dopo che lo spiazzo patriziale situato di fronte alla partenza della teleferica è venuto meno poiché occupato dalla nuova residenza Adelina per la terza età autosufficiente. È quanto chiede il presidente del Consiglio comunale di Bellinzona. Con una mozione corredata da alcune foto, Luca Madonna affiancato da altri quattro consiglieri del gruppo Lega/Udc evidenzia i problemi sorti da quando questo posteggio su erba è stato aperto. Perciò propone di spostarlo di alcune centinaia di metri verso ovest, in via Pobbia a Sementina, accanto all’ecocentro e al magazzino comunale, dov’è già presente uno spiazzo asfaltato usato mensilmente per la raccolta dei rifiuti ingombranti. Nello stesso luogo, suggerisce il mozionante, si potrebbe anche creare una struttura d’accoglienza, con tanto di ufficio informazioni e biglietteria per la teleferica di Mornera, liberando gli spazi occupati nell’ex casa comunale di Monte Carasso; sempre nello stesso luogo, peraltro situato più vicino allo svincolo autostradale di Camorino rispetto al posteggio su erba e a quello del campo sportivo di Monte Carasso, pure usato dagli escursionisti, si potrebbe organizzare la partenza e l’arrivo dei pullman turistici e dei furgoni navetta diretti verso il ponte tibetano.

Le proteste di esercenti e commercianti

Dopo che in estate (vedi la ‘Regione’ del 20 luglio) le lamentele erano giunte da un esercente attivo accanto all’ex Convento – ossia l'area centrale di Monte Carasso dotata di diversi stalli pubblici a pagamento frequentemente occupati da escursionisti diretti a Curzutt, Tibetano e Mornera che così facendo creano difficoltà di posteggio ai clienti dei ristoranti e delle attività commerciali della zona – ora le proteste si levano soprattutto fra i residenti. Sono infatti stufi di vedere le viuzze del centro storico percorse da turisti al volante in cerca di un buco dove lasciare l’auto. Mentre talvolta può capitare che il posteggio di Er Carà di Sai sia semivuoto, per contro sovente si riempie rapidamente obbligando i visitatori a cercare soluzioni di fortuna in zona girando a vuoto nel nucleo dove i posti auto riservati ai residenti (che pagano una tassa annua) vengono ben presto occupati. A ciò si aggiunga che l’arteria comunale di collegamento da e verso Sementina, Er Strada Novo, nonché le stradine che da lì partono per raggiungere la cantonale Bellinzona-Locarno, nelle ore di punta sono usate da un certo numero di pendolari. Traffico parassitario che sembra persistere, stando a taluni abitanti della zona, nonostante le reclamazioni rivolte all’autorità cittadina. A questo punto Luca Madonna e colleghi sollecitano una soluzione urgente, da implementare sin dal 2021, criticando il fatto che la Città lanciandosi nella nuova pianificazione generale del comprensorio aggregato abbia messo in secondo piano la ricerca di soluzioni a problemi locali e puntuali. Il loro auspicio è dunque che la soluzione urgente venga anche tempestivamente inserita a Piano regolatore.

Transiti: primi dati confortanti, promessi altri rilievi

Interpellato dalla ‘Regione’, il capodicastero Territorio e mobilità della Città Simone Gianini ricorda che il prato era stato trasformato provvisoriamente in posteggio (così da sopperire all’assenza dell’area dov’è sorta la residenza Adelina) per motivi di polizia, con autorizzazione municipale, su richiesta dell’Ente autonomo Carasc che gestisce le iniziative turistiche sulla montagna da Gudo a Gorduno. Dal canto loro, come detto, Luca Madonna e colleghi confidano che la soluzione da transitoria non diventi definitiva; a questo punto sarà il Legislativo cittadino a esprimersi sulla mozione che chiede il trasferimento. Quanto invece al traffico parassitario percepito lungo Er Strada Novo e stradine annesse, Simone Gianini spiega che a inizio 2020 un ingegnere del traffico ha effettuato su incarico del Municipio il rilevamento dei transiti fornendo dati confortanti che sono stati sottoposti al gruppo di abitanti preoccupati, con la promessa che si sarebbe effettuata una seconda tornata di rilievi con l’obiettivo di consolidare la conoscenza della situazione reale. Tuttavia la crisi pandemica che ha sensibilmente modificato anche le abitudini viarie nell’ambito della mobilità personale, ha posticipato la seconda fase di rilievi, che verrà quindi eseguita non appena possibile. Il quadro definitivo consentirà al Dicastero territorio e mobilità di eventualmente individuare e implementare dei correttivi. Fra quelli introdotti nel recente passato, ricordiamo, vi è il divieto di transito per il traffico pesante. Camion che stando alle osservazioni di chi abita in zona continuano però a circolare abbastanza numerosi, creando problemi di sicurezza laddove vi sono allievi diretti a scuola a piedi. Un quadro che, al momento, non traspare in questi termini dai primi rilevamenti del traffico.

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