Bellinzonese

‘Il vento ci aiuterà nell’emergenza climatica’

Intervista a Jean-Luc Zanasco, secondo cui è necessario puntare sull'energia eolica. In Ticino però, oltre al San Gottardo, mancano i siti idonei

Ti-Press
29 ottobre 2020
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In occasione della storica inaugurazione del primo parco eolico in Ticino lo scorso 15 ottobre sul passo del San Gottardo, sono emerse opportunità ma anche limiti di una tecnologia ancora poco insediata nel nostro Paese. Ne abbiamo parlato con Jean-Luc Zanasco, responsabile per lo sviluppo eolico dei Services industriels de Génève (Sig), azienda che partecipa per un quarto nella società Parco eolico del San Gottardo (Pesg) assieme ad Azienda elettrica ticinese (Aet) e Comune di Airolo. Per realizzare un parco eolico bisogna tenere conto in pratica di 5 aspetti: gli accessi sufficientemente comodi per il trasporto delle pale, l’allacciamento elettrico, la potenza del vento, nonché il rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Semplice? Tutt’altro. Zanasco spiega le ostilità che vengono attualmente affrontate, soprattutto a causa di ricorsi legati agli aspetti paesaggistici, nonostante possa essere parte della soluzione con la ‘s’ maiuscola per risolvere l'emergenza climatica.

Quali sono i vantaggi di questa fonte rinnovabile?

Come risorsa è la migliore per quanto riguarda l’impatto sul clima, assieme all’idroelettrico. Ritengo che quando si fanno scelte tecnologiche si dovrebbe valutare l’insieme del ciclo di vita; dall’estrazione delle materie prime fino allo smantellamento, compresi il trasporto e il funzionamento. Bisogna stimare quanti grammi di CO2 per kw/h vengono prodotti su tutto il ciclo di vita. Fortunatamente disponiamo di questi dati e si tratta di valori che non si possono mettere in dubbio. Per l’eolico, il risultato è di 20 grammi, appena sopra il livello della produzione idroelettrica. Quest’ultima però è ora difficile da sviluppare in Svizzera avendo raggiunto praticamente il massimo della capacità. Come fonte energetica il vento è dunque la migliore. Anche come impatto paesaggistico ha dei vantaggi: all’occorrenza una pala eolica può essere smontata in due settimane e non si vede più nulla, mentre una diga non si può smantellare.

Ci può spiegare perché l’eolico potrebbe risolvere l’emergenza climatica?

L'emergenza climatica è sulla bocca di tutti ed è ovvio che dobbiamo affrontarla. L’anno scorso il Consiglio federale ha deciso che entro il 2050 la Svizzera avrà un impatto neutro sul clima, perciò è davvero importante scegliere le fonti energetiche meno dannose da questo punto di vista. Se si vuol fare questa transizione energetica a livello europeo e mondiale l’eolico diventerà necessariamente la fonte più importante e passerà davanti a carbone e petrolio. Quando si produce un bene o un servizio, qualunque esso sia, bisogna sempre valutarlo e paragonarlo per quanto riguarda il suo impatto sul clima, sull'ambiente e sulla società. Ci sono auto elettriche (e tradizionali) di più di due tonnellate che hanno un impatto davvero elevato, si tratta di un’aberrazione dal punto di vista ambientale. Per la transizione energetica se si vuole rispettare l’accordo di Parigi sul clima servirà più del doppio dell’elettricità attuale in Europa. Vari studi giungono tutti alla stessa conclusione: in Europa l’eolico diventerà la prima risorsa energetica e rappresenterà il 30-50% della produzione elettrica entro il 2050, seguito dal fotovoltaico.

Perché nel confronto europeo (dove l’eolico rappresenta ora il 15% della produzione elettrica) la Svizzera (0,2%) è quasi ultima in classifica?

Il nostro sistema giuridico fa in modo che ci possano essere ricorsi a diversi livelli, anche da parte di privati. Helvetia Nostra e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio si oppongono a quasi tutti i progetti in Svizzera perché sostengono che l’eolico sia dannoso. E ciò, nonostante i Cantoni abbiano validato le loro pianificazioni legate all’eolico prendendo in considerazione diversi aspetti tra cui l’impatto sul paesaggio. Inoltre la volontà politica non è abbastanza forte, ci troviamo confrontati con opposizioni locali in maniera sistematica. Dalla mia esperienza in Svizzera romanda ho notato che chi è contrario usa argomenti fasulli, sostenendo che l’energia eolica non serve a niente ed è dannosa per il clima, quando su base scientifica è proprio vero il contrario. Da questo punto di vista la discussione è davvero difficile.

Quale appello si sente di fare al mondo politico affinché l’eolico possa espandersi maggiormente in Svizzera? 

Tutti i Cantoni dovrebbero mettere in atto il più presto possibile la pianificazione eolica, come previsto dall’articolo 10 della Legge sull’energia. Sarebbe inoltre necessario ridurre i tempi. Basti pensare che la preparazione per il Pesg è durata 18 anni ed è poi stato realizzato sull’arco di 10 mesi suddivisi in due anni. In Svizzera il minimo per la realizzazione di un progetto eolico sono 15 anni di tempo, è decisamente troppo. C’è un paradosso drammatico tra l’urgenza climatica e una fonte energetica tra le migliori per il clima che però è così lenta da concretizzare: l’auspicio è che le procedure possano essere trattate più rapidamente da parte dei servizi cantonali, federali e giuridici.

In futuro è possibile ipotizzare che, analogamente a quanto avviene con la posa di pannelli solari, si possa disporre di pale eoliche ad esempio nel proprio giardino?  

Non è verosimile e non avrebbe senso. Per avere l’efficienza di una pala grande servirebbero tantissimi piccoli aerogeneratori. Inoltre, riallacciandomi a quanto detto prima, bisogna sempre valutare quanto CO2 viene prodotto con una determinata tecnologia. Pale di piccole dimensioni hanno infatti un impatto climatico e ambientale globale 5 volte più sfavorevole per kWh prodotto rispetto a quelle presenti sul San Gottardo. A livello individuale è meglio puntare sui pannelli solari, che hanno una durata di almeno 20 anni, sono meno danneggiabili e necessitano di meno manutenzione rispetto all’eolico. Su larga scala si tratta peraltro di due fonti rinnovabili decisamente complementari, calcolando che l’eolico produce la maggior parte dell’energia durante autunno e inverno e il solare nel resto dell’anno.

TICINO

Nel nostro cantone nessun altro sito per ora

Per il momento i 5 aerogeneratori attivi sul San Gottardo rimarranno gli unici. Come spiega alla ‘Regione’ Edy Losa, direttore del Pesg e vice direttore di Aet, non si intravedono prospettive per l’eolico in Ticino. “Da noi il forte vento lo si trova sulle cime delle montagne, ma tante non sono accessibili con una strada sufficientemente larga per trasportare pale così grandi”, sottolinea. “Nel 2012 sono state effettuate misurazioni del vento sulla Novena ma non è sufficientemente potente”, aggiunge Losa. Interessante da questo punto di vista potrebbe essere il Lucomagno ma si tratta di una regione protetta dal punto di vista naturale e paesaggistico. “Da un’analisi effettuata da Aet, l’unico sito fattibile era quello del San Gottardo. Speriamo in una tecnologia più facilmente trasportabile per il futuro ma al momento non è possibile intravedere altri luoghi idonei”, dice il vice direttore di Aet. 

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