Bellinzonese

Mortale di Lodrino, condanna confermata in Appello

La Corte di revisione penale ha riconosciuto il capo sicurezza colpevole di omicidio colposo, non di messa in pericolo. Invariata la pena: 7 mesi sospesi

La sera del 21 agosto 2014 ha perso la vita un ventenne della zona (Rescue Media)
2 luglio 2020
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Sentenza-fotocopia in Appello nei confronti dell'allora capo sicurezza dell'aeroporto militare di Lodrino che la sera del 21 agosto 2014 vedendo due motociclisti sfrecciare in pista ad alta velocità, entrò a sua volta con un veicolo di servizio piazzandolo nella mezzeria con l'intendo di farli desistere. Un minivan contro il quale uno dei due centauri, un ventenne della zona, aveva impattato morendo sul colpo. Ora la Corte di appello e revisione penale (Carp), presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, ha ritenuto di dover infliggere al 42enne la stessa pena di primo grado irrogata un anno fa dalla Corte delle Assise correzionali, ossia sette mesi di detenzione sospesi condizionalmente per due anni di prova. Anche in questo caso l'imputato, il cui avvocato difensore Brenno Canevascini aveva chiesto il proscioglimento, è stato condannato per omicidio colposo ma non per il secondo reato portato in aula dal procuratore pubblico Nicola Respini. Il quale, puntando anche sull'esposizione a pericolo della vita altrui, ossia quella dei due motociclisti, nel dibattimento tenutosi lo scorso 16 giugno aveva di nuovo sollecitato una condanna piena a 16 mesi con la condizionale. Richiesta però non accolta, com'era successo al termine del processo di primo grado.

Le motivazioni: 'È stato negligente, aveva delle alternative'

Diverse, rispetto a un anno fa, le motivazioni esposte dalla Corte d'appello nel riconoscere il reato di omicidio colposo. Il suo gesto è ritenuto colpevole - viene spiegato - non tanto per la volontà di voler 'mostrare i muscoli' sfidando i due ragazzi, ma per il fatto di aver agito negligentemente frapponendo un ostacolo sulla pista. In quel frangente, considerando che non vi erano velivoli militari né civili in avvicinamento o in fase di atterraggio o decollo, i giudici hanno stabilito che non vi fosse alcuna urgenza di entrare col veicolo in pista. Avrebbe potuto optare per soluzioni alternative, come ad esempio telefonare alla base militare di Magadino informandola della presenza dei due centauri sulla pista di Lodrino, pista quindi da evitare in quel momento da parte dei piloti. La conclusione della Carp cozza contro la tesi difensiva secondo cui, ritenendo lo scalo operativo, ossia con atterraggi possibili in qualsiasi momento, il capo sicurezza scelse la via a suo dire più diretta e pragmatica per ridurre al minimo il rischio di un incidente fra le moto e un aereo. L'assoluzione dal reato di messa in pericolo si basa invece, come nel primo grado, sul presupposto di non aver agito senza scrupoli. È aperta ora la via del ricorso al Tribunale federale, dopo che la sentenza di primo grado era stata impugnata sia dalla difesa sia dall'accusa.

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