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Terremoto nell'Udc di Bellinzona: il vertice ha dimissionato

Diversi problemi interni, e con la Lega, hanno indotto il presidente De Luigi e tre colleghi ad annunciare la decisione a Marchesi: 'Affronterò il problema'

Da sinistra il presidente Udc Ticino Piero Marchesi, il presidente sezionale dimissionario Ivano De Luigi e il coordinatore regionale Simone Orlandi (foto Udc)
8 giugno 2020
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Tira aria grama nella destra di Bellinzona. Non è una novità, visto quanto successo durante l’ultimo anno. Ma la crisi pare a questo punto insanabile, a tal punto da indurre l’Ufficio presidenziale dell’Udc turrito a comunicare sul finire della scorsa settimana le proprie dimissioni in blocco al presidente cantonale Piero Marchesi. Si tratta del presidente Ivano De Luigi, dei due vicepresidenti Alessandro Torriani e Arturo Burini e del cassiere Antonio Micheli. Da notare che De Luigi aveva dimissionato già un anno fa dopo le elezioni cantonali - le quali non avevano visto la sezione turrita brillare particolarmente nella corsa al Gran Consiglio - per poi revocare la decisione e rimanere al timone in vista delle comunali 2020 infine procrastinate all’anno prossimo a causa della crisi pandemica. Comunali, ricordiamo, che lo scorso inverno hanno visto le sezioni bellinzonesi di Lega e Udc situarsi a un pelo dal divorzio; crisi poi rientrata grazie all’intermediazione dei rispettivi vertici cantonali temendo che la separazione portasse a un indebolimento generale della destra nella nostra regione anziché a quel rafforzamento registrato in ottobre nell'intero Ticino con l’elezione del democentrista Marco Chiesa al Consiglio degli Stati, a scapito di un seggio Plr/Ppd. Da noi interpellato, Marchesi conferma di aver ricevuto la comunicazione delle dimissioni: «Affronterò la questione nei prossimi giorni con l’obiettivo di rilanciare operativamente la sezione», non da ultimo considerando che le dimissioni questa volta sembrano essere irrevocabili.

Tuto Rossi, Orlando Del Don e Michele Cenzi via dal gruppo misto?

A far scoppiare il bubbone pare siano state due questioni: da una parte le divergenze interne alla sezione su come affrontare i temi politici principali (c'è chi spinge per un profilo più coraggioso), dall'altra la dissonanza (eufemismo) presente fra i membri del gruppo misto in Consiglio comunale Lega/Udc/Noce/Ind. presieduto dalla leghista Lelia Guscio. Due dei nove membri (i leghisti Giulio Deraita e Luigi Calanca, entrambi già municipali di Claro) si sono chiamati fuori a inizio anno dichiarandosi indipendenti e, quali co-fondatori della lista civica Liberi, pronti a candidarsi in questa formazione con chi, come loro, preferisce agire politicamente in libertà anziché sottostare alle direttive superiori. Altri consiglieri potrebbero raggiungerli, e magari anche costituire entro fine giugno un gruppo indipendente di tre o più membri in seno al Legislativo, puntando a rivendicare la presidenza del Cc che sino a fine maggio era affidata a Deraita (da vicepresidente in carica, si è dichiarato non disponibile ad assumere la presidenza durante l'ultimo anno di legislatura). Uno scenario simile si è palesato sempre negli ultimi giorni con l’intenzione di lasciare il gruppo misto in Consiglio comunale espressa dai democentristi Tuto Rossi, Orlando Del Don e Michele Cenzi (ex Noce). Intenzione poi rientrata a seguito dell’intervento, ancora una volta, del ricucitore Marchesi. Un agire il suo però letto dai vertici sezionali Udc più come un’ingerenza, a tal punto da indurli a comunicargli, come detto, le dimissioni in blocco. 

I temi che dividono Lega e Udc

Fra i temi all’origine dei dissapori in casa Lega/Udc si possono citare anzitutto il profilo del municipale leghista Mauro Minotti, poco propenso a mettersi di traverso nell’Esecutivo per assecondare le spinte della cosiddetta ‘opposizione’ esercitata dai più ruspanti consiglieri di destra; Esecutivo nel quale regna un’aria di granitica coesione e collegialità. Pure criticato in casa Udc è l’agire della capogruppo Lelia Guscio, leghista che cerca di portare avanti una visione d’assieme de facto impossibile e inesistente. Mal vista dall’Udc nostrana anche la predominanza leghista nelle commissioni del Cc e nelle liste per Municipio e Consiglio comunale. 

'Si è mosso ben poco'

A questo punto si tratta di capire a chi potrebbe essere affidata la conduzione della sezione Udc (un nome potrebbe essere quello del coordinatore regionale Simone Orlandi) e, in seconda battuta, se il gruppo misto in Cc avrà ancora senso di esistere, qualora la Lega non dovesse accettare di cedere qualche poltrona nelle commissioni. Di certo c’è che durante l’ultima assemblea sezionale, lo scorso ottobre, Tuto Rossi e Orlando Del Don hanno fatto una severa autocritica del loro stesso operato che non ha lasciato segni tangibili nella politica di Bellinzona durante l'ultima legislatura, se non il fatto di aver aderito al referendum contro il Regolamento comunale e i salari dei municipali poi ridotti; Marchesi in tutta risposta aveva spronato seduta stante la compagine a individuare e cavalcare tre temi principali sui quali costruire la campagna elettorale per le Comunali 2020. «Ma da allora si è mosso ben poco», rileva lo stesso Marchesi.

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