Bellinzonese

Ex Birreria di Carasso, l'area inquinata presenta il conto

È di 550mila franchi la spesa assunta dalla Città di Bellinzona per risanare il terreno dov'è sorto l'ecocentro e che ospiterà i nuovi magazzini comunali

Il cantiere in corso all'ex Birreria (foto Regione)
5 giugno 2020
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Ammonta a 550’000 franchi la spesa che la Città di Bellinzona dovrà accollarsi per l’avvenuto risanamento del terreno ex Birreria di Carasso su cui sta sorgendo il nuovo ecocentro, accanto al quale è prevista in futuro l’edificazione dei nuovi magazzini comunali. Una cifra che all’inizio della scorsa settimana il sindaco Mario Branda ha esposto alle due Commissioni del Consiglio comunale (Gestione ed Edilizia) nel quadro dei chiarimenti in corso sui superamenti di spesa per oltre 5 milioni riscontrati nei cantieri dell’Oratorio di Giubiasco, del Policentro della Morobbia e dello Stadio cittadino. Incontrando nel pomeriggio le due commissioni e rivolgendosi in serata al plenum del Legislativo riunito nella palestra del Ciossetto di Sementina, il sindaco ha detto che in base alle verifiche sin qui svolte sulla realizzazione in corso di opere pubbliche, non dovrebbero emergere altre brutte analoghe sorprese.

Taluni consiglieri la pensano però diversamente e, in attesa dello specifico messaggio municipale contenente la richiesta di credito aggiuntiva per 550mila franchi, attualmente considerano la spesa per il risanamento ambientale all’ex Birreria un significativo sorpasso di spesa. Che si situa nell’ordine del 15% se si considera il solo ecocentro (per la cui realizzazione il Cc ha stanziato nel marzo 2017 un credito di 3,87 milioni), ma che si riduce al 3% considerando un investimento complessivo insieme ai previsti magazzini comunali pari a circa 20 milioni. Di sicuro c’è che nel messaggio municipale del 2017 - e nei rapporti delle Commissioni Gestione ed Edilizia - la questione della bonifica ambientale non compariva, sebbene la sua necessità fosse già allora presumibile visto che la parte industriale dell'ex Birreria da anni figurava nel catasto cantonale dei siti inquinati. Una cifra di 620’000 franchi da destinare al risanamento è stata peraltro indicata dall’Esecutivo rispondendo lo scorso settembre a un’interpellanza del Ppd, senza tuttavia suscitare allarmismi particolari fra i consiglieri. In soldoni, oggi la spesa appare ridimensionata di 70'000 franchi.

Brutta sorpresa: una discarica abusiva

Un’altra cosa certa è che l’ambiente presenta oggi il conto. Un conto salato, necessario a sanare gli abusi perpetrati in passato alla luce del sole e per lunghi anni. Infatti, come la ‘Regione’ ha potuto appurare rivolgendosi all’Ufficio cantonale rifiuti e siti inquinati del Dipartimento del territorio, rappresenta una brutta sorpresa quanto scoperto nel sottosuolo del mappale sud del comparto oggi occupato dal costruendo nuovo ecocentro. Dopo le indagini preliminari che già indicavano l’esistenza di un problema, gli scavi eseguiti nella primavera di un anno fa hanno portato alla luce una discarica abusiva: spalmata su tutta l'area, era composta da materiale di scavo inquinato e rifiuti (edili, urbani e ingombranti) con una volumetria di 2’500 metri cubi su una superficie di mille metri quadrati e una profondità compresa fra i due e i tre metri e mezzo. Ciò che indica un agire sistematico, risalente a una quarantina d'anni fa, in barba alle norme che già allora indicavano la necessità di rivolgersi ad apposite discariche. In questo settore - ci spiega il Dipartimento del territorio - il materiale di scavo conteneva metalli pesanti, idrocarburi e idrocarburi policiclici aromatici (ndr: potenti inquinanti cancerogeni derivanti, fra le altre cose, da combustioni incomplete di rifiuti). Porzione di terreno in definitiva classificata nella tipologia B, ossia lievemente/poco inquinata; tuttavia puntualmente è stato rilevato materiale di scavo fortemente inquinato (tipologia E, il massimo previsto).

Nel messaggio del 2017 tema tralasciato

Nel settore nord, corrispondende al vecchio edificio dell’ex Birreria e dove dovrebbero un giorno sorgere i nuovi magazzini comunali, le indagini hanno pure rilevato la presenza puntuale di rifiuti edili e urbani, nonché di materiale di scavo inquinato (tipologia B/E). Fatto sta che nel catasto cantonale - in base all'ultimo aggiornamento risalente al gennaio 2019 quando oltre all'edificio industriale, dotato un tempo di officina meccanica e stazione di servizio privata, è stato aggiunto anche il vicino terreno - il comparto viene indicato come “sito inquinato che non dev’essere né sorvegliato né risanato”. Tuttavia in corrispondenza di una nuova edificazione, come nel caso specifico, s'impongono analisi ed eventuali successivi risanamenti ambientali. Constatazione questa, come detto prima, del tutto tralasciata nel messaggio municipale del 2017 e nei rispettivi rapporti di Gestione ed Edilizia.

Smaltite 1'700 tonnellate di materiale fortemente inquinato

In definitiva la bonifica parziale eseguita nella prima parte del 2019 ha comportato la rimozione di tutto il materiale di scavo inquinato di tipologia E (mescolato a rifiuti edili e urbani) pari a 1’700 tonnellate. Considerato un costo di 160-240 franchi a tonnellata per il corretto smaltimento in un apposito impianto ad opera della Tib Recycla Sa di Mezzovico-Vira, si arriva a una cifra di circa 340’000 franchi. Altre 5’300 tonnellate di materiale inquinato B sono finite nella discarica di tipo B di Gnosca.

Perturbatore ignoto

Se sia possibile chiamare oggi alla cassa i responsabili della discarica abusiva scoperta nel settore sud del comparto, è una domanda che rischia di rimanere senza risposta. Il terreno dell’ex Birreria fu comprato dalla Città nel lontano 1988 ed è difficile, se non impossibile, oggi risalire al cosiddetto ‘perturbatore per comportamento’. Per la parte relativa al nuovo ecocentro si stima una spesa di risanamento ambientale pari a 150’000 franchi e di 400’000 per la parte restante.

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