Bellinzonese

Polizia interviene al Bar Country. Il gerente: siamo in regola

Diverse segnalazioni per assembramento; lui ci mostra le misure intraprese. A Bellinzona tornano i giovani in piazza Collegiata

18 maggio 2020
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La polizia è intervenuta alcune volte negli scorsi giorni, l'ultima proprio stamattina. Il motivo? Segnalazioni relative al mancato rispetto delle disposizioni federali per evitare il diffondersi del Covid-19. È successo in piazza Grande a Giubiasco al Bar Country Boy. A seguito delle visite della polizia, il gerente Antonio Bee ci spiega di aver ricevuto un ammonimento ma non una multa. Stando alle sue dichiarazioni non ci sono state dunque conseguenze per il locale che, aggiunge, a dipendenza delle condizioni meteorologiche registra tra il 30 e l'80% di presenze rispetto al periodo pre pandemia. Bee decide di farci vedere di persona come ha adattato il locale. Come riporta il formulario allestito da GastroTicino in modo che ogni esercizio pubblico compili la propria auto certificazione, invece di 60 posti all'interno del locale ora il massimo che può ospitarne è 34. Mentre fuori, nei tavolini che si affacciano sulla parte bassa della piazza, il totale è passato da 38 a 35. I tavolini rotondi sono in effetti di piccole dimensioni, ma sono stati distanziati rispetto a prima.  All'entrata è presente un disinfettante per le mani. Poco dopo aver varcato la soglia è stato applicato per terra un adesivo giallo per invitare la gente a fermarsi lì prima di scendere le scale che portano la toilette e, nel caso stia salendo qualcuno, aspettare il proprio turno. La cameriera presente non indossa la mascherina. Al bancone del bar è stato applicato il plexiglas e sono presenti dei fazzoletti estraibili ("Da utilizzare per coprire la bocca quando si tossisce o per starnutire") ma, assicura Bee, nessuno viene servito lì in piedi.

"In piazza Grande domenica era pieno di gente. Lì nessuno ha avuto da ridire"

L'intervento di stamattina è in realtà relativo alla presenza di persone nel pomeriggio di domenica. Ma a tal proposito il gerente sottolinea che a causa del grave fatto di sangue avvenuto poco lontano in tutta la piazza c'erano campanelli di gente e "e lì nessuno è intervenuto chiedendo di mantenere le distanze". Quando gli sottoponiamo una fotografia giunta in redazione scattata una sera della scorsa settimana, sottolinea che il numero di persone presenti non è fuorilegge: "Sembrano tante a causa dell'angolazione della foto. In più due persone in piedi erano in strada mentre le altre due sono le cameriere", spiega. Qualcuno tra coloro che ha chiamato la polizia ci confida che a dar fastidio è la mancanza di rispetto nei confronti di chi ha fatto e continua a fare tanti sforzi per contenere il numero di contagi. "Noi siamo in regola e cerchiamo di dare il massimo", replica Bee. E punta il dito sul rispetto della privacy. "Perché chi fa la segnalazione può rimanere anonimo mentre la polizia può entrare in casa o in un'attività privata per sapere quante persone sono presenti?". 

Non è (purtroppo) possibile avere dati certi sui locali pubblici che non rispettano la legge. Da noi sollecitato sul tema, l'ufficio stampa della Polizia cantonale risponde infatti che "anche in ragione delle normative sulla privacy e sulla protezione dei dati non rilasciamo informazioni su interventi puntuali in ambito di controlli delle direttive federali e cantonali".

Ritrovo di giovani in piazza Collegiata: il ritorno

Vista la chiusura forzata causa pandemia perdurata quasi due mesi, molti esercizi pubblici hanno tolto tavolini e/o sedie solitamente presenti all'esterno del locale. Ciò che è successo anche in piazza Collegiata a Bellinzona, dove da anni i residenti lamentano schiamazzi notturni da parte di chi prende posto ai tavolini dei due bar presenti (a quell'ora chiusi). Per diverse settimane è regnata la pace, ma non appena i gestori dei bar hanno riallestito il "salotto buono" di Bellinzona in vista dell'imminente riapertura l'11 maggio, la situazione è velocemente tornata quella di prima, come confermano da noi interpellati più abitanti della zona, nonché il comandante della Polizia comunale di Bellinzona Ivano Beltraminelli. Pattuglie sono intervenute tutte le sere durante gli scorsi weekend, ma non si registrano fermi né sono state comminate multe. "Per noi è difficile sapere chi è il colpevole di possibili reati se non li cogliamo in flagrante", spiega da noi interpellato.

In vista dei mesi estivi verranno fatte ulteriori riflessioni dalle parti coinvolte. Due in buona sostanza le possibilità per contenere i disagi. Da una parte appoggiarsi a un'agenzia privata di sicurezza, come effettuato lo scorso autunno per un mese di prova. Dall'altra togliere tutte le sere le sedie dalla piazza. Nel primo caso c'è l'incognita della copertura delle spese. La soluzione provvisoria intrapresa a ottobre dalla Città di Bellinzona di comune accordo con gli esercenti del Tea Room Peverelli e del bar Da Nino ha infatti dei costi e nella situazione attuale generata dal coronavirus appare improbabile che gli esercizi pubblici siano disposti ad assumerseli. D'altro canto la Città sostiene che essendo suolo pubblico affittato a privati non è tenuta a coprire queste spese. Mentre sullo spostamento delle sedie i gestori hanno sempre sostenuto che si tratta di un'operazione troppo impegnativa da effettuare quotidianamente.

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