Bellinzonese

Tpf, la Vigilanza bacchetta due giudici ticinesi e segretaria

La Commissione amministrativa del Tribunale federale ha concluso la propria inchiesta sull'autorità giudiziaria con sede a Bellinzona: nessun mobbing

20 aprile 2020
|

Quarantasei pagine. Sono quelle del rapporto stilato dalla Commissione amministrativa del Tribunale federale a conclusione della propria procedura di vigilanza sui problemi al Tribunale penale federale, problemi, veri o presunti, dell'autorità giudiziaria con sede a Bellinzona segnalati in questi mesi dalla stampa. Tempi di lavoro, spese, sessismo, relazioni amorose all'interno del Tpf, residenze all'estero, mobbing contro i ticinesi, non rielezione di giudici ticinesi quali presidenti di corte... Sono diversi i temi affrontati dall'autorità di vigilanza, che arriva a proporre una serie provvedimenti. Taluni pesanti: riguardano alcuni dei giudici ticinesi e la segretaria generale, in carica da ben sedici anni, del Tribunale penale federale, anche lei ticinese. 

Non ci sono prove sufficienti che al Tpf ci siano stati casi di mobbing nei confronti di dipendenti ticinesi, secondo la Commissione amministrativa del Tf, che però riconosce come in passato siano avvenuti episodi discutibili. "Il mobbing contro i ticinesi è stato in maniera unanime negato da tutti i giudici interrogati tedescofoni e francofoni, ma è stato per contro confermato - si legge - da due giudici italofoni (coloro che sono stati fino al termine del 2019 presidenti della Corte d'appello e rispettivamente della Corte dei reclami penali) e dalla segretaria generale (di lingua italiana)", Mascia Gregori Al-Barafi. I due giudici sono Claudia Solcà e Giorgio Bomio Giovanascini. Nell'insieme, scrive il Tribunale federale, "non vi sono indicazioni sufficienti per accertare un mobbing intrapreso contro i cancellieri e i collaboratori italofoni del Tpf. Nella misura in cui la presidente della Corte d'appello e il presidente della Corte dei reclami penali in carica sino a fine 2019 vedono la loro non rielezione quali presidenti di Corte come un atto di mobbing o discriminazioni della minoranza italofona, non è possibile constatare il benché minimo elemento al riguardo per entrambi i casi". La precedente presidente della Corte d'appello "non ha soddisfatto i suoi doveri come presidente di Corte". La Commissione amministrativa "esaminerà in dettaglio la situazione relativa al miglioramento della collaborazione con la giudice interessata in occasione della prossima seduta di vigilanza del settembre 2020". Tuttavia la Commissione del Tf "si riserva poi di inoltrare una comunicazione alla Commissione giudiziaria in vista delle prossime rielezioni generali del Tribunale penale federale nel 2021". Prosegue la nota: "Sulla discriminazione della minoranza italofona in seguito alla non rielezione del precedente presidente della Corte dei reclami penali non c'è analogamente nessuna indicazione di mobbing, soprattutto se solo si pensa che il successore designato come presidente della Corte è ticinese (Roy Garré, ndr.)".

Secondo l'autorità di vigilanza, "bisogna invece ritenere provato, che alcuni giudici del Tpf in caso di disaccordo con i dipendenti hanno usato il tono e il registro sbagliato e in particolare non hanno considerato sempre in maniera sufficiente le specificità culturali dei ticinesi": la Commissione amministrativa del Tribunale federale "invita i giudici in tutte le situazioni di trattare sia i colleghi sia i collaboratori con buona educazione, cortesia e rispetto".

Riguardo alla segretaria generale del Tpf, l'autorità di vigilanza "ritiene, che ella da anni non ha trattato lege artis le lamentele e i sospetti di cui veniva a conoscenza. Inoltre si presentano problemi a livello dei giudici. Si consiglia alla Corte plenaria del Tpf di porre termine al rapporto di lavoro con la segretaria generale". La quale, da noi interpellata, non rilascia per il momento dichiarazioni.

Intanto il Tpf fa sapere che "la Direzione del Tribunale penale federale analizzerà, previo coinvolgimento delle persone toccate dal rapporto del Tribunale federale, le misure nonché i cambiamenti proposti e, laddove il Tribunale federale richiede dei chiarimenti, ne renderà conto in occasione della seduta prevista a settembre 2020 alla Commissione amministrativa dello stesso Tribunale federale".

 

 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔