Bellinzonese

Amianto killer, parte la mobilitazione. Suva criticata

Dalla commissione del personale Officine Ffs, 'Giù le mani', Unia e Sev un appello per la costituzione di un gruppo che affronti il tema su ampia scala

2 ottobre 2019
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«La Suva col suo atteggiamento di chiusura e scarsa trasparenza si è ormai giocata la nostra fiducia. A questo punto è necessario far partire una mobilitazione sul piano cantonale affinché il problema amianto, che sembrava ormai archiviato, venga invece sviscerato e analizzato fino in fondo, evidenziando tutte le problematiche irrisolte, a cominciare dagli operai che nei più disparati settori dell'edilizia e dell'industria ritengono di essere stati sottoposti anni e decenni fa alla subdola sostanza e che col passare del tempo, e nemmeno oggi, hanno ottenuto la giusta attenzione e assistenza dall'assicurazione infortuni». Con questa premessa i sindacati Unia e Sev, la Commissione del personale delle Officine Ffs di Bellinzona (CoPe) e l'associazione Giù le mani convocano per martedì 15 ottobre, ore 20.30, all'hotel Internazionale di Bellinzona un incontro aperto alla popolazione. Sarà un punto di partenza – è stato detto stamane in conferenza stampa – per impostare una mobilitazione organizzata in un gruppo 'super partes' che sappia vigilare sul fenomeno in generale e sui singoli casi, facendosi parte attiva e consigliando consulenza professionale per la risoluzione di qualsiasi problema, da quelli medici a quelli relativi alle rendite per malattia professionale connesse a quelle pensionistiche. «Dopo quanto riferito dai media in queste ultime settimane, riteniamo che Suva abbia agito malamente: nascondendosi dietro la scusa della privacy, non intende affrontare pubblicamente il tema amianto», hanno detto Gianni Frizzo (Giù le mani), Matteo Pronzini (Unia), Vincenzo Cicero (Unia), Pascal Fiscalini (Sev) e Ivan Cozzaglio (CoPe).

Segnalati altri 20 casi potenzialmente a rischio. E c'è materiale per la Procura

Dito puntato, fra le altre cose, sulla recente decisione di escludere taluni ex operai e pensionati dal controllo medico annuale tramite Tac solo perché non fumatori: questo nonostante sia ormai chiaro a tutti, è stato sottolineato, che per decenni l'amianto ha caratterizzato la vita professionale di moltissimi operai, e non solo delle Officine Ffs. E proprio qui negli ultimi giorni la mobilitazione innescatasi dopo i servizi giornalistici ha portato alla segnalazione di una ventina di operai all'Ufficio della sicurezza attivo nello stabilimento cittadino sin dal 1992: appositi formulari con i dati e le informazioni su ciascun dipendente saranno poi trasmessi alla Suva che attualmente sottopone a test medici una quarantina fra operai ed ex operai. Perché oggi un discreto numero di dipendenti si fa avanti? C'è stato un vuoto comunicativo negli anni verso la Suva da parte delle Ffs? La risposta data in conferenza stampa lo lascia intendere: probabilmente alcuni capisettore, a loro discrezione, hanno ritenuto di non segnalare propri collaboratori nonostante fossero potenzialmente a rischio. E siccome la Procura ha spiegato alla 'Regione' di aver avviato approfondimenti, interpellato a questo riguardo Frizzo informa di «avere parecchio materiale che potrebbe interessare l'autorità giudiziaria».

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