Bellinzonese

Restauro con tocco moderno per il quarto castello di Bellinzona

Emerge che probabilmente la Casaforte dei Magoria a Claro in origine fosse più alta. Creato un gruppo di lavoro ed effettuati i primi sopralluoghi

17 agosto 2019
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«Un intervento delicato ma coraggioso». È ciò che serve alla Casaforte dei Magoria – il cosiddetto ‘Castello di Claro’ risalente alla seconda metà del XIV secolo e dallo scorso autunno di proprietà della Città di Bellinzona – secondo il già municipale di Claro Renato Svaluto-Ferro, membro dell’associazione di quartiere e del gruppo di lavoro istituito di recente per la valorizzazione di questo edificio attualmente in stato di degrado e di abbandono. Oltre a rappresentanti dell’associazione Claro Viva, il gruppo comprende anche il capodicastero Opere pubbliche e ambiente Christian Paglia e rappresentanti di vari settori della Città, nonché dell’Ufficio beni culturali (Ubc), dell’Organizzazione turistica regionale, del museo Villa dei Cedri e dell’associazione Via della Pietra. Parecchi attori che recentemente hanno iniziato i primi sopralluoghi e che intendono collaborare per dare un futuro a questo monumento protetto a livello cantonale, le cui trattative d’acquisto erano state avviate anni fa dall’allora Municipio di Claro, che ipotizzava un credito di 2,5-3 milioni per il restauro.

L’investimento dipenderà da destinazione finale e contenuti futuri dell’edificio e questi ultimi sono d’altro canto strettamente legati a quanto e come l’Ubc permetterà di intervenire in occasione del progetto di restauro. Come spiega, contattato dalla ‘Regione’, Svaluto-Ferro, allo stato attuale la Casaforte non è particolarmente spaziosa. Ma emerge un dato interessante: da un rapporto archeologico che era stato fatto fare dall’allora esecutivo di Claro appare probabile che originariamente la struttura fosse dotata di un piano in più, poi tolto in epoche successive. Il rapporto è giunto a questa conclusione prendendo in considerazione le proporzioni dell’edificio e paragonandolo con altri simili, come la Torre Fiorenzana di Grono, la torre di Attone a Giornico, la Torre dei Pedrini a Chironico e il Cortauro a Claro.

‘Bisogna avere coraggio’

Sono pertanto due, spiega il membro di Claro Viva, le possibili strade che si aprono dinanzi alla Casaforte dei Magoria, in base alle possibilità di intervento sul bene protetto: da una parte il recupero dell’edificio allo stato attuale, che permetterebbe un limitato uso degli spazi interni ed esterni. Dall’altra il recupero con ampliamento verticale in modo da poter inserire contenuti più articolati. «In questo caso si potrebbe immaginare la parte superiore più innovativa e tecnologica, realizzata ad esempio in vetro e pannelli fotovoltaici». Un distacco dal passato, dunque? «Bisogna avere il coraggio di intervenire con sensibilità e perizia degni della nostra epoca e non peccare di ignavia come stigmatizzato da Dante. Ovviamente bisognerà farlo con umiltà, consapevolezza e conoscenza», continua Svaluto-Ferro.

Alcune idee sui contenuti erano state studiate e poi presentate al pubblico nel 2016 da un gruppo di studenti della Hochschule für Technik di Stoccarda, guidati dal direttore del corso Claudio Cavadini nel frattempo deceduto. Per il momento i membri di Claro Viva valutano per esempio uno spazio espositivo per alcuni dei reperti archeologici rinvenuti di recente proprio nel quartiere di Claro, una biblioteca, una pinacoteca con quadri di Marioni e di Max Läubli, un’enoteca con vini e prodotti locali, una sala per concerti e uno spazio che possa avere un legame con il progetto di Via della Pietra, magari con l’esposizione di gioielli realizzati a mano. E nella parte superiore un locale per feste, eventi privati o seminari da poter prendere in affitto. «L’obiettivo è farlo diventare un luogo d’incontro, di scambio e di aggregazione. In cui la gente si identifichi – aggiunge il nostro interlocutore –. Al pari del grande e ammirevole impegno dimostrato per la promozione della sponda destra di Bellinzona vorremmo che si potesse valorizzare anche quella sinistra di cui la Casaforte rappresenta un tassello importante». Prima del progetto definitivo sono però attesi altri passi. Innanzitutto verrà conferito un mandato per il rilievo dettagliato dell’intera proprietà, preceduto dalla pulizia della rupe su cui poggia il quarto ‘castello’ di Bellinzona.

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