Bellinzonese

‘Non vogliamo il cantiere delle Ffs in giardino’

Terzo binario a Bellinzona, sollevazione in via Saleggi: dopo la casa anziani si oppongono anche tre privati. ‘Impatto devastante e compensi irrisori'

A destra le abitazioni, a sinistra i treni (foto Regione)
1 luglio 2019
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«Dovremmo forse accettare di ritrovarci per quattro anni con le nostre proprietà invase dal cantiere e poi occupate dallo spostamento di via Saleggi e con i treni che transiteranno, in numero accresciuto rispetto a oggi, a pochi metri dalle nostre case?». Non vogliono sentire ragioni tre famiglie di casa in via Saleggi proprietarie di fondi a sud della casa anziani Paganini Rè. Settimana scorsa tramite il loro legale hanno inoltrato opposizione all’Ufficio federale dei trasporti (Uft) contro il terzo binario previsto fra la stazione Ffs cittadina e l’intersezione fra via Saleggi e via Ghiringhelli. Tra i 27 opponenti, con altri privati, ci sono dunque anche loro e nella battaglia legale si affiancano alla vicina casa anziani, al Municipio di Bellinzona, alla Cassa pensioni dell’Eoc, all’Associazione per la difesa degli interessi del centro storico, alla Società ticinese per l’arte e la natura, all’Associazione dei genitori delle scuole Sud. Tutti preoccupati, a geometria variabile, dell’impatto del cantiere che inizierebbe nel 2021, dell’esercizio ferroviario in regime di AlpTransit che farà aumentare del 50% l’attuale transito, dell’incremento dell’elettrosmog con limiti superati in otto sedimi e dei compensi finanziari previsti dalle Ffs. «L’opera in questione ha per gli abitanti di via Saleggi un grandissimo impatto», spiega alla ‘Regione’ il loro legale: «Malgrado ciò le Ffs non hanno intavolato discussioni con loro per cercare di trovare soluzioni alternative e meno invasive. Si sono trovati dinanzi al fatto compiuto». La presenza di uno scambio di raccordo proprio di fronte alle proprietà «accentua i problemi relativi ai rumori, alle vibrazioni e alle radiazioni per i quali vi è stato un carente accertamento del superamento dei limiti». La questione, a mente degli opponenti, andrebbe quindi approfondita. Per alcune proprietà «non è neppure stata eseguita la misurazione malgrado le Ffs abbiano chiesto una deroga ritenuto che gli accorgimenti messi in atto “hanno permesso di ridurre in maniera significativa il livello di emissione dei campi magnetici” senza tuttavia riuscire a ridurli sotto la soglia imposta dall’Orni».

‘Non hanno valutato alternative’

Da qui – come fatto dal Municipio per la palestra delle scuole Sud – la decisione di contestare la richiesta della deroga, «poiché non sarebbe neppure dimostrato il fatto che le Ffs avrebbero adottato tutte le misure per limitare la densità del flusso magnetico». Quanto a via Saleggi, «secondo le Ffs dovrebbe venire traslata sulle proprietà private mediante esproprio: perciò strada e ferrovia si troverebbero in futuro a ridosso delle abitazioni, le quali non avrebbero più alcun riparo sulla strada prevista a doppia corsia con conseguente raddoppio di traffico». Secondo il legale vi è quindi una violazione del principio della proporzionalità «in quanto non risulta che le Ffs abbiano valutato delle alternative in modo da rendere l’impatto su via Saleggi meno devastante». Non da ultimo gli abitanti di via Saleggi «si vedranno costretti a sopportare un cantiere dinanzi alle loro abitazioni per la durata di quattro anni trovandosi senza giardino e privati dei loro parcheggi. Ciò nemmeno tre anni dopo il precedente notevole cantiere, sempre delle Ffs che ora demoliscono quanto a suo tempo costruito». A questo proposito è ritenuta irrisoria l’indennità per occupazione temporanea «considerati i disagi, la durata e tutti gli evidenti disturbi legati al cantiere». Idem l’indennità di esproprio definitivo: «Quanto proposto dalle Ffs non è congruo se rapportato al reale danno subito, ad esempio con la perdita di valore dell’immobile».

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