Bellinzonese

Asilanti in sciopero, previsti trasferimenti da Camorino

Per migliorare la situazione il Cantone sposterà alcuni migranti in altri centri. Le chiusure diurne, che hanno innescato la protesta, volute per far fronte al caldo.

25 giugno 2019
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Saranno trasferiti alcuni dei richiedenti d'asilo presenti nel centro di Camorino. Lo annunciano i Dipartimenti sanità e socialità e delle istitituzioni dopo che ieri alcuni migranti hanno iniziato uno sciopero della fame contro le nuove direttive che impongono loro di lasciare il bunker dalle 9 alle 18. Una misura – si spiega in un comunicato – che vuole "migliorare le condizioni di vita degli ospiti" a fronte della sopraggiunta canicola e della situazione venutasi a creare la scorsa estate quando da più parti si erano denunciate condizioni di vita e d'igiene difficili all'interno degli spazi della Protezione civile. Fra queste anche il caldo torrido.

La decisione, come sottolineato dalla nota, è stata loro comunicata durante un incontro in presenza di mediatori interculturali e delle autorità preposte. Le competenti autorità hanno preso atto che “non è stato purtroppo colto lo spirito costruttivo" con cui sono state prese le decisioni: "Al fine di ulteriormente migliorare la situazione sono previsti alcuni spostamenti in altri centri collettivi nell’ottica di ristabilire gli equilibri all’interno del centro di Camorino". 

Il Cantone conferma la volontà di chiudere l'installazione dalle 9 alle 18 in modo da consentire l’attivazione del sistema di areazione misto. A differenza però da quanto riferito dai migranti, “contestualmente alla chiusura diurna, il dipartimento ha trasferito la distribuzione dei pasti nella struttura esterna adiacente, dove avevano già luogo le attività d’integrazione". Sono anche previste "delle migliorie logistiche quali l’istallazione di una rete WI-FI e TV, a complemento della possibilità di fruire gli spazi verdi all’esterno".

Nel frattempo, sulla questione, è stata presentata un'interrogazione al Governo dal gruppo Mps-Pop-Indipendenti, che chiede "la chiusura del bunker di Camorino, e subito!". Il tema ha sollevato anche un intervento congiunto dei deputati Natalia Ferrara e Giorgio Fonio: "Strumentalizzare le situazioni – soprattutto quelle delicate – conduce ad un’esasperazione del problema, o, forse peggio, ad una banalizzazione. Tant’è vero che anche chi si impegna per la parità, per l’ambiente e il clima in generale, come pure per i migranti, difficilmente comprende l’etichetta 'sciopero' utilizzata in queste ore da certuni in quel di Camorino". 

Quattro i centri per asilanti in Ticino

Allo stato attuale, il grado di occupazione dei centri di Cadro, Paradiso e Castione è prossimo al 90%, con un ridotto margine di posti disponibili destinati alle nuove attribuzioni ricorrenti, decise da parte della Segreteria di Stato e della Migrazione. Mentre, nel centro di Camorino sono attualmente alloggiati 32 uomini soli, di questi: 22 sono in attesa dell’esito alla domanda d’asilo e 10 devono lasciare la Svizzera poiché l’autorità federale competente non ha riconosciuto loro lo statuto di rifugiato. Per i richiedenti in attesa dell’esito alla domanda d’asilo è previsto un percorso di integrazione all’interno dei centri collettivi della durata di circa 9 mesi, in vista della loro successiva uscita in appartamento nel caso ottenessero il diritto a restare in Svizzera. Per gli altri, in attesa della partenza dalla Svizzera, è prevista una presa a carico limitata a vitto, alloggio e cure sanitarie. Va sottolineato che nella maggior parte dei casi il rimpatrio di queste persone può essere eseguito solo su base volontaria, quindi la loro permanenza sul territorio può durare anche anni.

 

 

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