Bellinzonese

Buco castelli: verso un sì col naso turato

Dai gruppi in Consiglio comunale adesione critica ai 194mila franchi di quota parte a copertura dell'ammanco di 580mila franchi. Contrario Lega/Udc.

Ti-Press
14 novembre 2018
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Nella seduta di dicembre il Consiglio comunale di Bellinzona concederà, turandosi il naso, i 194mila franchi di quota parte a copertura del buco di 580mila accumulato fra il 2010 e il 2017 dall’Ente turistico di Bellinzona, divenuto nel 2015 Organizzazione turistica regionale, nella gestione dei castelli. Il messaggio municipale con la richiesta di credito – lo stesso faranno il Consiglio di Stato all’indirizzo del Gran Consiglio e il Cda dell’Otr coinvolgendo l’assemblea a inizio 2019 – è stato sottoposto al legislativo la scorsa settimana. I gruppi hanno sin qui svolto valutazioni solo parziali, ma sufficienti per dire che vi sarà ampia adesione. La quale sarà molto critica, tuttavia, perché quanto emerso da giugno in poi ha evidenziato una serie di errori oggettivamente attribuibili non al Comune di Bellinzona ma soprattutto all’Etb/Otr (vedi la ‘Regione’ del 10 novembre), cui han dato manforte sia l’Ufficio del controlling (Dipartimento del territorio) incaricato di verificare annualmente la contabilità (lavoro svolto però solo ogni due/quattro anni), sia la Convenzione tripartita firmata nel 2009 da Cantone, Città ed Etb su cui poggiava la gestione dei castelli ma che era priva di chiare indicazioni su quale seguito dare ai rapporti del Controlling e a eventuali criticità emerse. Quanto poi alla Commissione di supervisione e coordinamento (formata da tre rappresentanti del Cantone, due della Città e uno dell’Etb/Otr), fra i suoi compiti – sempre in base alla Convenzione tripartita – non figuravano quelli legati agli aspetti finanziari e avrebbe unicamente dovuto, si legge, “richiamare una parte contraente all’ossequio dei propri compiti”. E in effetti – come emerso nell’audit esterno consegnato in ottobre – dai verbali annuali di tale commissione non emergono preoccupazioni sui conti nonostante questi mostrino regolarmente disavanzi importanti. Solo nel 2017, quando Gian Luca Cantarelli lascia la direzione dell’Otr, il problema emerge in tutta la sua dimensione, viene analizzato dal vertice dell’Otr e sottoposto sia al Controlling, sia alla Commissione di supervisione. C’è dunque chi il problema l’ha creato e chi non ha voluto/saputo vederlo.

La Lega non vuole che la Città paghi

Il gruppo Lega/Udc – spiega alla ‘Regione’ la sua coordinatrice – non sottoscriverà il rapporto della Commissione gestione che inviterà il Consiglio comunale a stanziare i 194mila franchi: «Al di là del fatto che siamo stati i primi a segnalare pubblicamente il problema – annota Lelia Guscio –, riteniamo che siccome alla Città non possono essere attribuite responsabilità, debba essere l’Otr a coprire il disavanzo. Lo ribadiremo in un eventuale rapporto di minoranza». A titolo personale il capogruppo Ppd Ivan Ambrosini, membro della Gestione, riconosce al Municipio «di essersi mosso con tempestività quando i suoi rappresentanti nella Commissione di supervisione hanno infine preso atto della grave situazione. Ha informato la Gestione del Cc e, d’accordo con l’Otr, commissionato l’audit esterno per comprendere anche quali errori non ripetere in futuro». Quanto alla divisione in tre parti uguali della copertura del disavanzo, questa viene ritenuta da Ppd, Plr e Sinistra una soluzione dalle conseguenze importanti sulle casse comunali, ma anche pragmatica poiché evita che i castelli restino chiusi nel 2019. Dal gruppo della Sinistra, a seguito di una prima discussione sul tema, emerge la volontà di appoggiare la richiesta fatta dall’esecutivo. «I castelli sono troppo importanti per Bellinzona, bisogna trovare una soluzione per uscire dall’impasse e la proposta del Municipio va in questa direzione», afferma il capogruppo Renato Züger, senza celare un certo rammarico per quanto accaduto. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo Plr Fabio Käppeli. «Pur non essendo la Città tenuta a pagare, è l’unica soluzione per evitare la chiusura, che non avrebbe senso ora che il progetto di valorizzazione sta per concludersi», sollinea Käppeli, e aggiunge: «Mi chiedo se la Lega voglia tenere chiusi i nostri castelli mettendo anche a rischio posti di lavoro».

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