Bellinzonese

Giubiasco, il 18enne è morto per una sua distrazione

Lo ha stabilito l'inchiesta che la procuratrice Alfier si appresta a chiudere: non sono emerse altre cause plausibili. Decisivo il racconto di una testimone

30 maggio 2018
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Non un suicidio, né l’intervento di terze persone. L’investimento di Giuseppe Ödün lo scorso 19 aprile alla stazione di Giubiasco è da ricondurre a una sua fatale distrazione mentre camminava lungo il marciapiede 3 con il cellulare in mano e le cuffiette alle orecchie, probabilmente intento ad ascoltare un brano musicale. A questa conclusione, già tratteggiata dagli inquirenti nei giorni successivi l’investimento avvenuto in pieno giorno ad opera di un treno a lunga percorrenza, è giunta la Polizia cantonale il cui rapporto conclusivo è stato inviato lunedì ai familiari dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier, titolare dell’inchiesta. Tutte le verifiche svolte ascoltando amici e familiari del 18enne giubiaschese, nonché testimoni oculari e addetti ferroviari, portano a escludere altri motivi e cause. In particolare la testimonianza di una donna che ha assistito alla scena ha aiutato gli specialisti della PolCantonale a ricostruire la dinamica. Non risulta infatti che prima o durante il sopraggiungere del treno a una velocità di 80 km/h il giovane abbia compiuto movimenti volontari, decisi e repentini verso la locomotiva o i successivi vagoni. Semplicemente, forse a causa della musica, non si è accorto del sopraggiungere del treno e letale è stato l’impatto con la fiancata quando il 18enne si è inavvertitamente avvicinato al convoglio, magari pensando che si trattasse del Tilo sul quale sarebbe dovuto salire proprio in quegli istanti. Vano il tentativo di tenerlo in vita fatto dal personale delle cure intense dell’Ospedale civico di Lugano, dove Giuseppe è giunto in condizioni critiche elitrasportato dalla Rega; il decesso è sopraggiunto durante la notte. Nei prossimi giorni la procuratrice formalizzerà la chiusura dell’inchiesta concludendo per la fatale distrazione.

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