Bellinzonese

Officine Ffs, gli operai si sentono dimenticati dal governo

In vista dell'incontro di settimana prossima con i vertici dell'azienda parla il Comitato: 'Non abbiamo più ricevuto aggiornamenti. Siamo fermi a gennaio'

25 aprile 2018
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Officine Ffs di Bellinzona dimenticate dalla politica. Questo il grido lanciato stamattina dal Comitato ‘Giù le mani dall’Officina’ a pochi giorni della riunione di Piattaforma con i vertici dell'azienda nazionale di trasporto e una delegazione del Consiglio di Stato in programma lunedì prossimo. “Non abbiamo più ricevuto aggiornamenti. Siamo fermi alle informazioni ottenute dal governo a gennaio”, ha esclamato Gianni Frizzo in rappresentanza dei lavoratori.

Le maestranze hanno ribadito di non credere nel progetto di un nuovo stabilimento uscito dalla Dichiarazione d’intenti sottoscritta da Ffs, Cantone e Città di Bellinzona. “Non ha alcun senso proiettarci avanti di 10 anni se non abbiamo nessuna indicazione di cosa stia realmente succedendo ora, di quali siano realmente  i piani per le Officine (attuali,ndr.)”, ha rincarato il sindacalista Matteo Pronzini, ritornando sui contenuti emersi nel corso dell’assemblea dei lavoratori delle Officine di Bellinzona tenutasi venerdì scorso. 

Concretamente gli operai hanno attirato l’attenzione su due questioni, di cui sono venuti a conoscenza recentemente per le Officine:
- la delocalizzazione in Germania della revisione di un centinaio di carri merci prima attribuiti a Bellinzona;
- la rottamazione di una ventina di locomotive, “recenti”, che pure diminuiranno i volumi di lavoro per quest’anno e per il 2019 alle Officine

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