Bellinzonese

Municipio Bellinzona: taglio di 151mila franchi su onorari/spese

È la proposta contenuta nel nuovo Regolamento comunale sottoposto ieri al Legislativo dopo il referendum accolto dalla popolazione il 21 gennaio

15 marzo 2018
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Il Municipio di Bellinzona ha firmato ieri il nuovo Regolamento comunale dopo il referendum accolto dal 58,3% della popolazione espressasi il 21 gennaio contro gli onorari previsti nella precedente versione. Quella nuova, sottoposta ora al Legislativo che potrebbe esprimersi nel mese di aprile, prevede per il sindaco un onorario di 95'000 franchi annuo al posto di 120'000. Per il vice 75'000 al posto di 95'000. Per gli altri cinque municipali 65'000 al posto di 80'000. Ridotto anche il rimborso spese: 5'000 franchi annui al sindaco anziché 12'000, 2'500 al vice anziché 9'000 e 2'500 ai municipali anziché 6'000. Il risparmio complessivo annuo ammonta a 151mila franchi. In una legislatura di quattro anni la differenza è di 604mila franchi.  Ossia pari alla differenza in onorari di 120'000 franchi fra quelli ora proposti di 495'000 franchi e i precedenti 615'000; e a una differenza in rimborsi spese di 31'000 franchi (20'000 anziché 51'000).

Rispetti ai 13 Comuni si risparmiano 130'000 franchi all'anno

Con la nuova proposta il risparmio rispetto alla precedente amministrazione dei 13 Comuni risulta  essere di almeno 110'000 franchi all'anno: considerando anche la restituzione delle indennità per la rappresentanza in gremi esterni, valutabili a circa 20-25'000 franchi annui, il risparmio complessivo si attesta attorno a 130'000 franchi l'anno, pari a 520'000 franchi per il quadriennio. Per contro, la versione referendata indicava un risparmio della nuova Bellinzona rispetto alla vecchia di soli 10'000 franchi.

Scartate le proposte Mps e Lega/Udc inserite negli emendamenti

Il Municipio spiega di aver altresì valutato, durante le ultime settimane, le proposte formulate dai referendisti (prima sotto forma di emendamento durante la discussione in Consiglio comunale lo scorso autunno e poi durante la campagna referendaria). Proposte tese, con sfumature diverse, a compensare le perdite di reddito dovute all’attività di Municipio rispetto alla situazione precedente l’elezione. Ipotesi tuttavia ora scartata dall'Esecutivo perché “ritenuta tecnicamente impraticabile e fonte di disparità di trattamento tra i diversi municipali con situazioni lavorative pregresse anche molto diverse tra loro”.

'Prevedere il carovita'

“Evidentemente – scrive il Municipio nel messaggio – il sistema scelto (si tratta di indennità per lo svolgimento di una carica e non di un vero contratto di lavoro) non prevede – come già non prevedeva la prima proposta – alcuna copertura previdenziale, né vacanze, congedi di vario tipo, riconoscimento di ore straordinarie. Non sono previste indennità di seduta e i Municipali sono chiamati a restituire eventuali indennità percepite in seno a gremi esterni dove rappresentano la Città”. Comunque “onde tener conto dell’evoluzione del costo della vita e del fatto che tale soluzione è destinata a rimanere in vigore per 15-20 anni (l’ultima modifica risale a 28 anni fa), si propone che gli importi vengano adeguati al rincaro”.

L'entrata in vigore del nuovo Regolamento comunale non prevede la retroattivitàdell'articolo 91 su onorari e rimborsi: vale a dire che le nuove cifre, rispetto a quelle della vecchia Bellinzona non aggregata, entreranno in vigore entro metà 2018 e non retroattivamentedall'avvio del Comune aggregato (aprile 2017). L'Esecutivo presume che se accettate dal Consiglio comunale, tali cifre rimarranno verosimilmente in vigore per i prossimi 15-20 anni. Quelle oggi in vigore, ricordiamo, ammontano a 55mila franchi per il sindaco, 37mila per il vice e 35mila per gli altri cinque municipali.

Lega e Ud soddisfatte: 'Riduzione del 25% è notevole'

I primi a reagire, via comunicato stampa, sono Lega e Udc, co-promotirui del referendum insieme all'Mps: “Nelle ultime settimane abbiamo sottoposto al Municipio proposte ragionevoli di riduzione degli onorari e delle spese di rappresentanza. Tali proposte sono state oggetto di discussione col Municipio. La proposta odierna corrisponde  a quanto discusso con Lega/Udc. Fatto straordinariamente importante, il nuovo articolo 91 del futuro regolamento comunale non prevede soltanto gli onorari dei Municipali, bensì anche il numero minimo delle ore di lavoro che ogni municipale è obbligato a svolgere”. Ossia almeno 28 ore settimanali per il sindaco, 24 per il vice e 20 per gli altri cinque municipali. Amente di Lega e Udc “il risultato raggiunto è senza dubbio interessante e di valore. Una riduzione del 25% è notevole ma nello stesso tempo consente onorari dignitosi, e più adeguati al contesto locale, per delle cariche comunque impegnative e di responsabilità”. Considerato il risparmio di 604'000 su una legislatura completa, “si tratta d’importi sicuramente rilevanti che potranno essere reinvestiti per il bene della collettività”. Ciò detto, Lega e Udc si rallegrano di avere portato un “concreto beneficio al funzionamento della nuova Città di Bellinzona”. Un risultato complessivo “brillante su tutta la linea” che “ci motiva da subito a confrontarci con altri importanti temi nell’interesse delle cittadine e dei cittadini”.

Critico l'Mps, che però non chiederà il referendum

"Le rappresentanti della lista Mps-Pop-Indipendenti in consiglio comunale non sosterranno questa proposta per diverse ragioni", scrive il Movimento per il socialismo in una nota. In paricolare, aggiunge, perché la nuova proposta, pur diminuendo gli importi precedenti, si situa comunque a livelli estremamente elevati rispetto agli onorari precedenti (riferiti alla vecchia città di Bellinzona), assolutamente non giustificati. E perché "la nostra opposizione verteva e verte, al di là degli importi, sul modello stesso proposto e oggi ribadito", ovvero il permettere di "cumulare attività professionale (a Bellinzona, ma anche altrove, quasi unicamente indipendente) e indennità di municipale. Di fatto siamo di fronte a un “sequestro” delle funzioni di direzione politica dei maggiori centri del Cantone da parte di determinate categorie professionali, da sempre “padrone” delle cariche politiche in questo cantone (avvocati, notai, architetti, medici, etc.)".

L'Mps non lancerà tuttavia di nuovo il referendum se la nuova impostazione dovesse passare in Consiglio comunale.

 

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