La 'bomba' sarebbe stata assemblata utilizzando varie sostanze facilmente reperibili nei negozi. L'inchiesta continua.
Dopo una breve pausa, durata qualche giorno, domenica verso le 20.30 un ennesimo botto si sarebbe udito in città, in zona Semine. Ma a parlarne sono in pochi sui social. I cosiddetti ‘boati’ probabilmente fanno meno notizia. Dal canto loro gli inquirenti proseguono l’inchiesta di polizia avviata con l’obiettivo di risalire al/agli ‘Unabomber’ nostrani. Su questo fronte la novità è rappresentata dal recente ritrovamento, in zona ex Stallone, di probabile materiale residuo. Ossia di quanto sarebbe rimasto dopo un’esplosione.
Il condizionale è d’obbligo e i resti sono stati consegnati alla Polizia cantonale, la cui Scientifica si è messa al lavoro per cercare di stabilire da cosa fosse costituita la probabile ‘bomba’ turrita. Da una prima e sommaria analisi, risulterebbe trattarsi di un ordigno casalingo, assemblato da mani più o meno esperte mettendo insieme vari tipi di sostanze facilmente reperibili nei negozi. Non si tratterebbe insomma di ‘ordigni’ acquistati. Il timore è che la situazione sfugga di mano agli autori e possa scapparci il ferito o un danno grave.