Bellinzonese

Giorgio Ghiringhelli: 'Bellinzona vìola il diritto costituzionale'

(©Ti-Press/Carlo Reguzzi)
8 febbraio 2017
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Giorgio Ghiringhelli ancora sulle barricate, questa volta contro la Città di Bellinzona. "Nella mia veste di consulente-coordinatore dell’iniziativa popolare per l’inserimento nella Costituzione cantonale del referendum finanziario obbligatorio (del cui comitato però non faccio parte), vi scrivo per attirare la vostra attenzione sull’ennesimo episodio scandaloso in materia di rispetto del diritto costituzionale di raccogliere firme sul suolo pubblico concernente il Comune di Bellinzona". Ghiringhelli fa riferimento a una lettera di Alberto Siccardi (membro del comitato) al Municipio della Capitale in cui chiedeva l’autorizzazione a posare una bancarella in Piazza Collegiata in aprile e maggio per la raccolta delle firme a favore della summenzionata iniziativa, che verrà lanciata il 28 marzo. La risposta della polizia comunale – stando a Ghiringhelli – "è stata un secco 'no', senza alcuna motivazione".  Siccardi, come informa Ghiringhelli, si è pertanto rivolto al Municipio cittadino con un lettera di reclamo. 

Non è finita qui, poiché – da quanto afferma Ghiringhelli – non è la prima volta che (gli) capita. "Nei prossimi giorni, a titolo personale, inoltrerò un’istanza di intervento alla Sezione degli enti locali contro il Municipio e la polizia comunale di Bellinzona, perché questa è la quinta volta consecutiva negli ultimi cinque anni e per cinque diverse iniziative (e in tutte le volte ero coinvolto come promotore o coordinatore) che il Comune di Bellinzona pone ostacoli ingiustificati alla raccolta di firme, costringendo gli iniziativisti a presentare ricorsi o reclami (finora tutti vinti dagli iniziativisti) a tutela di un loro diritto costituzionale".

È partendo dall’ultimo episodio che i deputati Sergio Morisoli (primo firmatario dell’iniziativa che sta per essere lanciata) e Paolo Pamini (membro del comitato promotore) hanno presentato un’interpellanza sul problema degli "ostacoli antidemocratici" troppo spesso frapposti dai Comuni alla raccolta delle firme a favore di iniziativa o referendum al Consiglio di Stato ("sulla quale  la stampa odierna ha taciuto o ha riferito male", rileva Ghiringhelli). "Come se in Ticino non vi fossero già abbastanza ostacoli all’esercizio dei diritti popolari : ricordo che è il Cantone che nel complesso pone le esigenze più severe in fatto di numero di firme da raccogliere e di tempo a disposizione".