Bellinzona

Scoperta Irb contro il parassita 'camaleonte' della malaria

Il direttore dell'Irb, Antonio Lanzavecchia
23 dicembre 2015
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Un nuovo meccanismo molecolare che genera nell’uomo anticorpi ad ampio spettro contro la malaria è stato scoperto dall’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) di Bellinzona, affiliato all’Università della Svizzera italiana (Usi) e diretto da Antonio Lanzavecchia (foto), in collaborazione col Kemri-Wellcome Trust Research Programme in Kenya e l’Università di Oxford.

Una ricerca co-finanziata dal Fondo nazionale svizzero e dall’European Research Council. Per sfuggire alla risposta immunitaria il parassita della malaria (il Plasmodium falciparum) ha sviluppato una strategia camaleontica che consiste nel cambiare continuamente il suo rivestimento proteico. Nei primi anni di vita i bambini sono particolarmente suscettibili a sviluppare una forma grave dell’infezione, ma diventano progressivamente resistenti alla malattia via via che crescono, producendo una vasta collezione di anticorpi che sono in grado di riconoscere i diversi rivestimenti proteici del parassita. Anticorpi in grado di riconoscere contemporaneamente diversi parassiti potrebbero fornire un’adeguata protezione, ma finora non erano stati scoperti.

E qui arriva l’Irb.Un team internazionale di ricercatori ha isolato, da individui esposti alla malaria, un nuovo tipo di anticorpi che riconoscono diversi parassiti della malaria e ha identificato le proteine bersaglio come membri della famiglia Rifin. I nuovi anticorpi sono in grado di allertare il sistema immunitario per rimuovere e distruggere le cellule infettate dai parassiti e rappresentano quindi un nuovo strumento per combattere la malaria. I Rifin riconosciuti, inoltre, rappresentano dei potenziali candidati per sviluppare un vaccino in grado di proteggere dalla malattia.

Gli anticorpi descritti in questo studio sono eccezionali non solo per il loro ampio spettro – sottolinea l’Irb – ma soprattutto per la loro nuova e particolare struttura che contiene un grande frammento proveniente da un altro cromosoma.

Il dottor Antonio Lanzavecchia, professore di immunologia umana al Politecnico di Zurigo e coordinatore dello studio, dichiara come sia “incredibile che, dopo oltre un secolo di ricerca, si riesca ancora a trovare un nuovo tipo di anticorpi. Ciò dimostra come le tecnologie di analisi della risposta immunitaria dell’uomo che abbiamo sviluppato all’Irb possano fare avanzare le nostre conoscenze sui meccanismi di base e aprire nuove vie per la terapia e la vaccinazione”.

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