Scritte omofobe sui manifesti della campagna “Love Life” a Lugano. Bellinzona che potrebbe diventare la prossima incoronata tra la rete delle città arcobaleno. Il progetto concreto di una grande Pride nazionale del 2018 nella Svizzera italiana. Il tema dell’integrazione e dei diritti delle persone Lgbt (acronimo che sta per lesbiche, gay, bisessuali e trans) è più forte che mai anche alle nostre latitudini. Sembra però esserci ancora molto da fare.
«Da una parte viviamo in un momento storico in cui alle persone Lgbt sono concessi più diritti rispetto al passato; abbiamo l’unione domestica registrata e il cambio giuridico di genere per le persone transessuali. Dall’altra, però, pregiudizi e stereotipi sono ancora riscontrabili nella popolazione ticinese, sia in contesti scolastici che lavorativi e resta ancora molto da fare per garantire piena uguaglianza alle persone di questa comunità – racconta Marco Coppola, operatore sociale presso l’associazione Zonaprotetta –. Molti ragazzi, e anche adulti, vengono da noi in cerca di un sostegno concreto, qualcuno con cui confidarsi. E noi siamo qui proprio per questo: offrire un sostegno concreto a chi ne abbisogna. Zonaprotetta è un’associazione nata come Aiuto Aids Ticino che offre la possibilità di discutere dei piccoli e grandi dubbi inerenti la salute sessuale, ottenere informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili e la contraccezione. È uno spazio aperto a tutti».
Per quanto riguarda l’evoluzione del panorama ticinese, «la situazione è senz’altro migliorata e le nuove generazioni sono più aperte. La maggiore informazione e l’impegno di associazioni quali Zonaprotetta e Imbarco Immediato hanno giocato un ruolo chiave in questo miglioramento. Per un’azione più efficace, comunque, è necessario un intervento complessivo che includa le istituzioni e la politica e intensifichi la campagna di sensibilizzazione su questo tema all’interno del nostro territorio, condannando gli episodi di omo- e transfobia in modo più esplicito e puntando di più sull’informazione e il dialogo all’interno delle scuole».
Paragonando la scena gay e trans ticinese col resto della Svizzera, Coppola non ha dubbi: «la Svizzera interna è più avanti su questo aspetto. Le maggiori dimensioni demografiche predispongono già i grandi centri urbani all’incontro e al dialogo con il diverso, e c’è molta più consapevolezza di questa realtà, che è pure più sentita data la maggiore presenza di luoghi d’incontro ed eventi dedicati. Molte persone con un diverso orientamento sessuale, o una diversa identità di genere, si spostano anche perché in Ticino si sentono in qualche modo limitati».
A proposito di consapevolezza ed eventi dedicati alla realtà omo e trans ticinese, Coppola parla di un grande progetto in serbo per il Ticino: «Per il 2018 è prevista la prima parata del Gay Pride. L’ideazione e l’organizzazione dell’evento prevede la collaborazione, oltre che di Zonaprotetta e Imbarco Immediato, anche di Network, un’associazione per dirigenti omosessuali. La parata rappresenta una vera e propria scommessa per il grande cambiamento sociale e culturale che apporterà: si tratta di un passo avanti per la comunità Lgbt ticinese. Sarà un classico Pride come quelli presenti in altre città Svizzere. È una marcia per i diritti e per l’uguaglianza».
Guardando ai numeri – precisa Mattia Modini, coordinatore dell’associazione di gay e lesbiche locali Imbarco Immediato che da oltre 10 anni si occupa dell’organizzazione di eventi culturali e sociali in tutto il Ticino – la realtà ticinese non sembra tra le più idilliache. «Da un sondaggio sull’omofobia rivolto alle persone Lgbt è emerso che il 32% degli interpellati ha affermato di già essere stato vittima di comportamenti omofobici e il 60% ritiene che in Ticino le persone omosessuali siano discriminate. Secondo il 48,5 dei partecipanti, fra gli ambienti in cui si riscontrano comportamenti omofobici/discriminatori vi sono le scuole; per il 50,5% lo stesso accade nei locali pubblici».
Insomma, commenta Modini: «Nella Svizzera italiana sono ancora presenti forme di pregiudizio e di omofobia. Nelle scuole è molto frequente il bullismo omofobo, cioè l’attacco nei confronti di chi viene considerato “diverso” messo in atto dal gruppo o dal singolo che ritiene di essere dalla parte “giusta”. Chi è vittima di bullismo in quanto nero, arabo, ebreo, disabile, può trovare nella propria comunità o nella propria famiglia supporto e aiuto. I giovani con un orientamento sessuale diverso spesso sono isolati e non hanno nessuno a cui rivolgersi, magari perché non hanno ancora accettato il proprio modo di essere, perché non conoscono altre persone “come loro” o perché in famiglia l’omosessualità non è tollerata. Questo può portare a depressione e in alcuni casi anche al suicidio, che per i giovani Lgbt è 5 volte maggiore rispetto ai coetanei eterosessuali».
Un miglioramento delle condizioni di vita, però, c’è stato: «Negli ultimi anni si sono fatti dei progressi, anche legislativi, e le giovani generazioni sono più tolleranti e sensibili», ribadisce Modini. E, nonostante i pregiudizi e il bullismo, nella realtà ticinese vi vivono persone Lgbt che affrontano la loro omosessualità in modo aperto, naturale e con la stessa dose di felicità di tutti gli altri. Si amano, si uniscono, costruiscono famiglie». Il dialogo sull’argomento c’è, ma «si dovrebbe fare di più, non spetta solo a noi associazioni Lgbt il ruolo di sensibilizzazione, ma anche alle Istituzioni e alla scuola. Evidentemente parlare tra i banchi di omosessualità è difficile, e tuttavia è necessario: non si tratta di parlare di sessualità, ma di diritti fondamentali degli individui».
Sensibilizzazione importante a tutte le latitudini del cantone, anche e soprattutto là dove il tema suscita ancora molta confusione. «Come si può immaginare, nelle valli la mentalità è più chiusa rispetto ai nuclei cittadini – ci racconta Daniele, un cuoco italiano gay 26enne originario del Milanese trasferitosi a Campo Blenio – È un piccolo comune di 185 abitanti, e di conseguenza si sa tutto di tutti e il “gossip” è all’ordine del giorno. Ci sono ancora molti pregiudizi legati alla tematica Lgbt, ma è anche vero che molto dipende da come la persona si pone di fronte agli altri. Personalmente non ho mai avuto grossi problemi e sono ben integrato con i miei colleghi al lavoro, forse anche grazie al fatto che ho una personalità molto aperta. Le città sono comunque più predisposte all’interazione in generale, per questo preferisco uscire a Bellinzona per fare una serata in compagnia».