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Riecco il doping meccanico. Beccato un cicloamatore

1 ottobre 2017
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Un motorino nascosto nella bici. E il corridore, un dilettante, ha subito riconosciuto i fatti. È successo nei pressi di Périgueux, nel Sudovest della Francia, al termine di un'operazione congiunta tra la magistratura, la Federazione ciclistica francese e l'Agenzia nazionale antidoping. «Abbiamo saputo che c'erano dei sospetti grazie all'intervento di un funzionario dell'antidoping», spiega il procuratore Jean-François Mailhes. Le voci raccontavano di un possibile imbroglio per mezzo di un sistema elettrico, presumibilmente un piccolo motore. Il ciclista, le cui generalità non sono state rivelate, è stato controllato all'arrivo, «e ha subito riconosciuto di aver fatto uso di tale sistema, che è illegale». Ora le autorità cercheranno di conoscere l'esatto ammontare dei premi ottenuti illegalmente dal corridore.
Si tratta del primo caso noto di doping meccanico scoperto in Francia. Il primo in assoluto risale ai Mondiali di ciclocross del gennaio del 2016, quando la belga Femke Van den Driessche venne trovata con le mani nel sacco. L'atleta era poi stata sospesa per dieci anni dall'Unione ciclistica internazionale

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