Luganese

Funicolare degli Angioli, nel 2018 si riavvia il dossier

(©Ti-Press/Reto Albertalli)
16 novembre 2017
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Numerosi atti parlamentari e anni d’attesa, varie ipotesi e ancora nulla di fatto. Il 2018 per la funicolare degli Angioli, a trent’anni dalla dismissione, promette di essere cruciale. «Sarà l’anno delle decisioni – valuta il titolare del dicastero Servizi urbani Michele Bertini –, mai come ora il tema è attuale». Pochi mesi fa il pregiato oggetto architettonico – tracciato, stazione d’arrivo, scalinata e torretta neogotica – è stato riconosciuto come bene culturale protetto dal Cantone. Non solo: «Negli ultimi anni ci sono stati importanti investimenti pubblici e privati in quel comparto (Lac, Stazione Ffs, Cattedrale) – ricorda il vicesindaco –. La funicolare è una lingua di terreno che sta deperendo, fuori contesto e meritevole di una decisione politica». Da lì l’inserimento nel piano d’investimenti di 50’000 franchi per aggiornare il dossier. «È un obiettivo politico per il 2018». Nel 2012, prima della crisi finanziaria, il Municipio aveva messo due possibili soluzioni in consultazione. La prima variante prevedeva un restauro statico, cioè l’esposizione di una cabina d’epoca in fondo al tracciato. La seconda invece un recupero storico: la ristrutturazione a replica dell’originale e rimessa in funzione dell’impianto. «Oggi sono ipotizzabili altre varianti – considera Bertini –. La mia visione è quella di rimetterla in funzione, non tanto come trasporto pubblico quanto come strumento turistico».

‘Ipotizzabile fino al Tassino’

«Si potrebbe immaginare un belvedere con terrazza panoramica a monte – continua il vicesindaco –, o un prolungamento fino al parco del Tassino, con un camminamento sotto alla ferrovia per entrarvi a piedi. In ogni caso un intervento è opportuno». E i soldi? «Non mi spaventano, non escludo che con un progetto solido si possano trovare forme di finanziamento da affiancare a quello pubblico. Non è un costo, ma un investimento». Malgrado il dossier sia principalmente nelle mani di Bertini, sono coinvolti anche i dicasteri di Roberto Badaracco e

Un futuro – forse – in discesa

Cristina Zanini Barzaghi. «Fin da quand’è partito il progetto del Lac si disse che si sarebbe dovuto riqualificare tutto il comparto – ricorda il municipale liberale-radicale –. Ora coi conti migliorati penso che sia impellente ripartire. Sarebbe bello collegare il centro culturale in maniera diretta con la parte alta della città e la Stazione Ffs. Stiamo pure studiando la possibilità di aprire il cancello alla torretta e aprire al pubblico l’accesso al parco retrostante al Lac. Vorremmo chiedere in futuro anche un credito per mettere a posto il parco». Più cauta la collega socialista: «La discussione in Municipio non c’è ancora stata. A suo tempo si pensò a un restauro conservativo, io nel frattempo – dopo aver visitato altre funicolari storiche – ho un po’ cambiato idea ma è prematuro parlarne, voglio prima condividerla in esecutivo». Il 2018 quindi come anno di rilancio della funicolare di Loreto. Malgrado un progetto definito ancora non vi sia, abbiamo tastato il polso dei principali partiti in Consiglio comunale coi capigruppo. «Il Ppd ha fatto nel 2012 una mozione che chiedeva alla Città di inserire la funicolare nel registro dei beni culturali cantonali e siamo lieti che la richiesta si sia concretizzata – dice Michel Tricarico –. Abbiamo anche domandato uno studio che verificasse un eventuale prolungamento fino al parco del Tassino. Vediamo». E mentre Simona Buri (Ps) è più cauta – «Preferirei l’opzione del recupero storico, ma vorrei ci fosse uno studio che possa verificarne l’utilizzo» –, Karin Valenzano Rossi si sbilancia di più: «La funicolare è un bene prezioso. Il Plr ha chiesto per anni la sua rimessa in funzione. Lugano ha una capacità annua di investimenti ordinari dell’ordine di 60 milioni, purtroppo non sfruttata appieno malgrado gli stanziamenti a preventivo. Sono certa che sia quindi possibile reperire, eventualmente coinvolgendo i privati, le risorse necessarie per la sua meritata valorizzazione». Non siamo riusciti a ottenere un parere da parte di Lukas Bernasconi (Lega), vicecapogruppo del partito che anni fa si disse contrario a entrambe le varianti. Una voce fuori dal coro che potrebbe tornare a farsi sentire.

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