Svizzera

Chiamami Heidi

25 giugno 2017
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Berna – Swiss Life consiglia di usare pseudonimi svizzeri a suoi dipendenti di call center il cui nome e cognome suonano troppo stranieri: lo ha confermato lo stesso assicuratore alla ‘SonntagsZeitung’, che aveva condotto un’inchiesta al riguardo.
Nove dipendenti su 19 del centro di contatto di Zurigo lavorano attualmente con pseudonimi tipo Tobias Wenger o Selina Kunz invece di nomi e cognomi balcanici o ancor più inusuali, ha scritto il settimanale. Per condurre l’inchiesta, un suo giornalista si è rivolto all’ufficio del personale di Swiss Life fingendo di essere uno studente di origine serba, pur assicurando di parlare svizzerotedesco senza accento, e l’ufficio gli ha risposto per mail proponendogli un “alias”.
L’assicuratore ha confermato questa pratica, assicurando che è su base “esclusivamente volontaria” e che è in vigore da 21 anni, ossia dal 1996, anche per dipendenti che sono nati in Svizzera o vi sono cresciuti, poco importa se abbiano anche il passaporto rossocrociato. Swiss Life sostiene che i clienti capiscono meglio nomi e cognomi che appaiono loro più familiari e che in nessun modo si vogliono discriminare gli stranieri.
Secondo la compagnia anche in altri centri di consulenza telefonica l’uso di pseudonimi sarebbe pratica corrente. Un’affermazione che diversi gestori di call center interpellati dalla ‘SonntagsZeitung’ hanno smentito. “Un simile modo di fare non è tollerabile”, ha detto al domenicale Dieter Fischer, presidente dell’associazione di categoria Callnet.
Mentre per Martine Brunschwig Graf, presidente della Commissione federale contro il razzismo, si tratta di una pratica “problematica” e “deplorevole”. Da, pardon, ja.

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