Bellinzona

Cerotti colorati e finti gessi: l'ospedale San Giovanni dice addio alla paura 

16 febbraio 2017
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Al pronto soccorso del Teddy Bear Hospital è in arrivo un nuovo paziente. Si tratta di Nora, un gatto di peluche bianco e grigio che necessita di cure perché si è fatto male alla testa. Qui è proprio in buone mani: dopo aver ricevuto il braccialetto identificativo con il nome, essere stato sottoposto al triage per stabilire la priorità e aver fatto la radiografia, è pronto per andare in sala operatoria dove il chirurgo lo farà stare meglio. E infatti, una volta bendato, potrà passare dalla farmacia a prendere le medicine necessarie e tornare a casa, finalmente guarito. Oggi nell’auditorium dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona c’è un grande via vai di orsetti e coniglietti, ma non mancano pinguini e renne. Sono tutti accompagnati dai loro giovanissimi proprietari, allievi di scuole dell’infanzia del Bellinzonese e delle Tre Valli. Fortunatamente i medici di nome Dr. Teds non mancano: sono tutti membri dell’Associazione studenti ticinesi di medicina (Astim), che in collaborazione con il reparto di pediatria del nosocomio bellinzonese intende far conoscere ai bambini l’ambiente ospedaliero e ridurre così le loro eventuali paure. «L’obiettivo è avvicinarli all’ospedale e al personale che vi lavora, come medici e infermieri», spiega lo studente di medicina Fabio Moretti, membro dell’Astim e responsabile del progetto.

Il Teddy Bear Hospital è un’iniziativa già attiva con successo da anni in numerosi ospedali della Svizzera interna e il desiderio dell’associazione studentesca ticinese era proprio di portarla per la prima volta anche a sud delle Alpi, sottolinea Moretti. Una filosofia che ben si sposa con quella del San Giovanni, ospedale che sta assumendo il ruolo di polo pediatrico cantonale. Lo conferma il capo settore infermieristico dell’Eoc Luigi Caoduro. «Vogliamo mostrare ai bambini che l’ospedale è un luogo dove regnano l’accoglienza e il sorriso», aggiunge.

In effetti il sorriso regna in tutti i reparti del piccolo ospedale fittizio allestito ieri mattina e attivo fino a oggi pomeriggio. I Dr. Teds, in media al loro terzo anno di facoltà di medicina, hanno ricevuto un orientamento specifico su come comportarsi con i piccoli ospiti. Fondamentale è mettersi fisicamente alla loro altezza, per incutere meno timore. E utilizzare un linguaggio positivo, evitando le negazioni e impiegando un lessico adeguato che non li spaventi. Non tutti gli studenti universitari che hanno partecipato sono intenzionati a specializzarsi in pediatria, ma l’esperienza è arricchente in ogni caso. Anche perché, sottolineano gli organizzatori delle due giornate, il rapporto con i bambini può esserci in tutti i reparti, qualora facciano visita a un genitore o ad altri parenti ricoverati.

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